La trattativa Olivetti a Roma il sindacato assume toni duri di Francesco Bullo

La trattativa Olivetti a Roma il sindacato assume toni duri GIORNATE DI TENSIONE E DI ATTESA PER DUE GRANDI AZIENDE PIEMONTESI La trattativa Olivetti a Roma il sindacato assume toni duri IVREA — Due ore di sciopero nazionale, ieri, in tutto il gruppo Olivetti con riunioni e dibattiti negli stabilimenti del Nord e del Sud. A Ivrea, casa madre dell'azienda, la federazione metalmeccanici ha portato la sfida nel «fortilizio padronale» : un'affollata assemblea si è svolta in mattinata nel salone d'ingresso del palazzo uffici, tradizionalmente considerato il punto debole .del sindacato. A centinaia di operai e impiegati (pochi comunque rispetto al totale degli interessati) che affollavano a grappoli le balconate ha parlato il segretario nazionale Firn, Lotito. Un intervento fatto con linguaggio crudo e realistico che non ha lasciato spazio alla demagogia. «La fermata di oggi—ha detto—apre un autunno sindacale né facile né breve. Lo scontro sarà duro L'anno scorso De Benedetti voleva inaugurare la politica dei licenziamenti di massa, l'abbiamo fermato dimostrando che i nodi aziendali si potevano sciogliere sema espulsioni. Oggi l'attacco è altrettanto pericoloso: l'Olivetti blocca il negoziato con assurde pregiudiziali e per la prima volta un industriale pretende una modifica della piattaforma rivendicativa come clausola per sedersi al tavolo delle trattative. L'obiettivo è chiaro: mettere il sindacato con le spalle al muro, costringerlo ad una resa incondizionata ancor prima del confronto». Lotito ha ripercorso le fasi del «caso Olivetti», dalla minaccia di 4500 licenziamenti all'accordo del 21 dicembre '79 tra azienda, sindacato e governo (nessun licenziamento' e cassa integrazione speciale, che scadrà il 21 ottobre, per 450 lavoratori); dalla presentazione della piattaforma integrativa («un documento al quale siamo affezionati e che non cambieremo, l'unica strada per risolvere le questioni di polìtica industriale») alle due lettere di risposta dell'azienda, disposta a trattare purché non si parli di aumento salariale o di ulteriore riduzione d'orario rispetto al tetto previsto dal contratto nazionale metalmeccanici. Alla proprietà è stato lanciato un segnale chiaro: «De Benedetti dovrà fare i conti con i lavoratori di un grande gruppo, ma anche con la Firn, con tutto il sindacato, che non solo a Torino al tavolo della Fiat difende i posti dì lavoro. Li difende anche nel Canovese, a Marcianise, a Pozzuoli». L'Olivetti, presa da De Benedetti in situazione difficile e rilanciata sul plano finanziario e dell'immagine, non è certo un'azienda in crisi. Il caso Olivetti non è paragonabile alle difficoltà dell'auto o dell'Indeslt, ma accresce le preoccupazioni del sindacato soprattutto per le prospettive di sviluppo e occupazione in Piemonte, sull'orlo di diventare dopo 30 anni una regione di serie B. «E' qui che bisogna contrastare — ha aggiunto Lotito — il disegno degli imprenditori, teso a sconfiggere il sindacato». La prima trincea resta comunque quella del rientro in fabbrica dei 450 dipendenti tuttora in cassa integrazione e dell'avvio senza pregiudiziali di un confronto, nel merito, sul documento sindacale confermando altre due ore di sciopero la prosssima settimana. Per questo la Firn, ha sollecitato l'intervento del governo al quale non ha lesinato critiche e accuse per non aver mantenuto gli impegni presi con l'accordo del dicembre scorso. Sul fronte governativo si registra comunque una significativa schiarita: venerdì a Roma dovrebbe esserci un incontro « tecnico e informale» della delegazione sindacale al ministero del Bilancio sul problema - delle commesse pubbliche e al ministero del Lavoro per risolvere il problema dei lavoratori in cassa integrazione. .Non credano però — ha concluso Lotito — di usarci come massa di manovra. Il governo non si illuda di superare l'ostacolo pagando i crediti dell'azienda e attivando la domanda pubblica. Dovrà impegnarsi pubblicamente per costringere l'Olivetti ad un confronto con il sindacato». Nel dibattito che ne è seguito, si è avuta conferma delle difficoltà che oggi incontrano in fabbrica i delegati nel rapporto con la base. Non sono infatti mancate critiche ai responsabili della Firn e della Cgil, Cisl, Uil. Francesco Bullo

Persone citate: De Benedetti, Lotito

Luoghi citati: Ivrea, Marcianise, Piemonte, Pozzuoli, Roma, Torino