E' stato ucciso perché minacciava chi forniva fa draga a suo figlio?
E' stato ucciso perché minacciava chi forniva fa draga a suo figlio? Trino Vercellese: nessuna traccia degli assassini, solo un coltello E' stato ucciso perché minacciava chi forniva fa draga a suo figlio? Molte persone avrebbero assistito al tragico episodio, ma nessuna si è presentata per collaborare nelle indagini - Due mesi fa la vittima si era separata dalla moglie e dai 2 figli VERCELLI — Il coltello a serramanico servito per ammazzare, domenica sera, l'operaio Francesco Sorniani, 44 anni, è posato sulla scrivania del comandante la stazione dei carabinieri di Trino. E' lungo otto centimetri e mezzo, ma non un'impronta della mano che l'ha affondato sei volte nel corpo della vittima. Il coltello, recuperato dai carabinieri fra le sterpaglie a qualche centinaio di metri dal luogo del delitto, è stato diligentemente lavato dagli assassini subito dopo l'omicidio e lanciato in un prato. L'arma è l'unico elemento certo nelle mani degli inquirenti. Sul movente del delitto, sugli assassini, buio assoluto. Gli investigatori lo ammettono francamente: «Se non ci arriverà una segnalazione, magari anonima, difficilmente riusciremo a sciogliere l'enigma. Qui tutti tacciono, stranamente, sembra di trovarci in Sicilia». Eppure a questo delitto balordo hanno assistito decine di persone. Domenica sera infatti, nei giardini antistanti la stazione di Trino, molti hanno visto il fatto di sangue. Qualcuno non può non aver sentito le frasi e le minacce fra il Sorniani e i suoi tre killers. Che fossero in tré, nessun dubbio, come pure che fossero arrivati e poi fuggiti su una «127» color chiaro. Ma nessuno ricorda il numero di targa, nessuno ha riconosciuto gli assassini. Qualche particolare filtrato tra la rete dell'omertà non consente di dare alle indagini la svolta decisiva. Si sa, ad esempio, che uno dei tre giovani, età dai venti ai n venticinque anni, era particolarmente violento e furibondo. Il secondo se ne stava in disparte, quasi spettatore, il terzo ha cercato dì trattenere l'amico arrabbiato che cercava di infierire con il coltello sul corpo dell'indifeso operaio. Si chiedono gli inquirenti: Ma i tre volevano proprio ammazzare Sorniani? O non intendevano soltanto dargli una lezione?». L'autopsia è stata chiara: delle sei coltellate, una al volto, due al torace, tre all'addome, una soltanto è risultata mortale. Ma anche questa è stata fatale per mochi millimetri. In ogni caso quale motivo ha spinto i tre a uccidere l'uomo? Uno squarcio sulla personalità della vittima, sul suo passato, sui rapporti familiari non consentono di spiegare il mistero della sua fine. Milanese d'origine, a Trino dal '71, Francesco Sorniani s'è sempre dimostrato un gran lavoratore. Prima come trattorista in una cascina, poi come autista presso la ditta Chinelli. Non ha avuto un matrimonio fortunato questo sì, qualche volta alzava 11 gomito, lo ammettono tutti, compresa la moglie. Argentina Plona, 53 anni e i figli Moreno e Franco, 18 e 20 anni. L'unione con la Plona è stata caratterizzata da continui distacchi e riconciliazioni. Due mesi fa, moglie e figli avevano deciso di abbandonarlo definitivamente e proprio il giorno del delitto i tre avevano trasportato le masserizie in un altro alloggio. Doveva essere il sigillo per la definitiva separazione. Quando beveva più del soli to, Francesco Sorniani aveva il vizio di «urlare troppo», come ha detto la moglie. Parlava, minacciava, talora blaterava. Ma negli ultimi tempi s'era accorto che il figlio Moreno frequentava amici poco raccomandabili, qualcuno dedito alla droga. Non il solo a Trino. Su poco più di novemila abitanti, i tossicodipendenti raggiungono la cinquantina. Il cancro s'è esteso in provincia in maniera preoccupante. Francesco Sorniani forse voleva convincere il figlio ad uscire dal giro delle pericolose amicizie. Forse aveva scoperto chi spacciava la «roba» a Moreno e voleva denunciarlo. Una parola di troppo in un momento di ebbrezza può aver segnato la sua fine. Nel giro della droga, si sa, l'omertà è una legge ferrea, guai a chi sgarra. Francesco Sorniani, gran lavoratore, bontempone col debole del bere non pensava con la promessa di denunce, di rimetterci la vita. Guido J. Paglia cbmntdpn3e(
Persone citate: Chinelli, Francesco Sorniani
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