Anche nel biglietto da centomila c'è un piccolo capolavoro nascosto di Ermete Grifoni

Anche nel biglietto da centomila c'è un piccolo capolavoro nascosto La mostra della filigrana a Pioraco sull'Appennino marchigiano Anche nel biglietto da centomila c'è un piccolo capolavoro nascosto ANCONA — Nella larga messe di richiami che abitualmente le Marche lanciano come fuochi pirotecnici sul finire dell'estate, una mostra tiene banco in questi giorni a Pioraco. E' dedicata alla filigrana, soprattutto per carta moneta; ima mostra che potrebbe far gola ai falsari. Forse anche per questo Plòraco bisogna andarselo a cercare tra le gole dell'Appennino marchigiano. Pieno di verde e di rumorose cascate (siamo alle sorgenti del Potenza), con Fabriano e Castelraimondo il paesino appartiene al «triangolo cartario» del centrò ItaIla. Quasi tutta la popolazione lavora qui in uno dei tre stabilimenti delle Miliani, oggi passate al Poligrafico dello Stato, e come succede con certe località dell'Italia minore, ancora tutta da scoprire per gli italiani, riserva la sorpresa di una tradizione artigianale-arUstica da guardare nel caso specifico tutta in trasparenza. Pochi sanno che Serafino Cilotti, uno dei maestri più celebri nell'incisione su cera da cui nasce la filigrana cartaria (mori settantacinquenne durante l'ultima guerra ed è unanimemente considerato il fondatore di una vera e propria scuola della specialità), era di Pioraco cosi come pochi sanno che è di Pioraco anche Luigi Casoni che da otto anni prepara per il Poligrafico dello Stato la filigrana dei vari tagli dei biglietti di banca. Ciò che appare in trasparenza nel «Manzoni» e nelle nuove carte da centomila o delle cinquantamila, siglato LG, è in altre parole opera sua. C'è quindi a Pioraco una lunga e ricca pratica nella creazione della filigrana, forma d'arte delicatissima nel senso più autentico della parola, se si pensa che l'incisore della stessa è l'uomo più sorvegliato di questa terra: isolato in apposite sale della cartiera, lavora sempre con una guardia di Finanza alle spalle e con un altro finanziere che a sua volta vigila sui due. Le prime filigrane, rappresentate da semplici anagrammi, da figure di fiori e di animali, nacquero a Fabriano agli inizi del '300. Servivano a distinguere la produzione delle varie botteghe artigiane che avevano già introdotto la pila a magli per ricavare lapasta dagli stracci e la collatura con gelatina animale dei fogli di carta. Oggi la filigrana ha il suo punto di partenza in una complessa incisione di una tavola di cera appoggiata su una lastra di vetro, una specie di bassorilievo da creare controluce da cui si ricavano lo stampo e il controstampo, prima in gesso, poi in bronzo, che servono ad incidere per pressione finissime tele metalliche. Quando viene creato il foglio di carta, l'impronta che questa tela lascia al passaggio della pasta di cellulosa, con tutti i suoi effetti di chiaroscuro a seconda del differente spessore, crea la filigrana, quell'immagine che ha sempre avuto nel tempo un grande valore storicodocumentario e anche legale ai fini del riconoscimento di autenticità delle carte. La mostra di Pioraco, voluta dalla popolazione del luogo e dall'Ente provinciale del turismo di Macerata, illustra questi procedimenti, ed offre con antiche pergamene i primi esempi di filigrane che si sono via via perfezionate fino a divenire oggi raffinate opere di virtuosismo a cui viene affidata la riproduzione di capolavori famosi, immagini di personaggi a ricordo di fatti e avvenimenti memorabilin tutta un'iconografia celebrativa che tocca papi, regnanti, capi di Stato, artisti e letterati. Per quanto nel mondo dei Vip l'uso della carta da lettere sia sempre più ridotto a vantaggio del telefono, ci sono ancor oggi personaggi che usano per la corrispondenza una propria carta filigranata, esteti alla D'Annunzio, che usava — come è noto — soltanto penna d'oca e carta a mano di Fabriano. Per i suoi aspetti curiosi quindi, la mostra di Pioraco è un poco l'appendice visibile di quel •museo della filigrana» situato all'interno delle cartiere Miliani di Fabriano e che si vorrebbe inserito in un circuito turistico dell'entroterra marchigiano perché non ancora completamente valorizzato. Le cartiere di Fabriano sono per le filigrane uniche al mondo: producono ancor oggi non solo carte da banconote per i più lontani Paesi, ma anche assegni bancari, obbligazioni, tutto ciò che ha bisogno della filigrana quale segno nobilitante e di autenticità di un titolo di credito, e che di solito ha, tra i suoi esecutori, un piorachese. Ermete Grifoni

Persone citate: D'annunzio, Luigi Casoni, Manzoni, Serafino Cilotti