Scalata sul Bianco una parete inviolata

Scalata sul Bianco una parete inviolata Scalata sul Bianco una parete inviolata Giancarlo Grassi ha vinto un muro di ghiaccio di 850 metri, sui Piloni del Frèney COURMAYEUR — Chi so- I stiene che, sulle Alpi, l'alpinismo di scoperta e di invenzione è defunto, trova puntualmente una smentita; non solo le vie più difficili vengono percorse in tempi sempre più brevi e nelle condizioni climatiche peggiori, ma a chi sa cercare, capita anche di trovare pareti su cui mai nessuno è salito. Giancarlo Grassi, l'alpinista valsusino che dopo Messner è in assoluto fra i primissimi in ìtalia, la settimana scorsa ha aperto quella che probabilmente è la più difficile via di ghiaccio di tutto il gruppo del Monte Bianco, sul canalone di fianco al Pilone Gervasutti: 850 metri di sviluppo, prima su pendenze intorno ai 60 gradi, poi una cascata di ghiaccio verticale che da sola ha richiesto cinque ore di arrampicata. •E' ancora più difficile delV'Ipercouloir" alle Grandes Jorasses — dice Giancarlo Grassi, che è stato accompagnato nella scalata da Marco Bernardi, di Rivoli (a 22 anni, Bernardi, dopo la Est delle .Torasses in solitaria, è molto più di una promessa) e da Renzo Luri, di Bussoleno — e già Bonatti, con Cosimo Zappetti, percorse la prima parte del canalone per poi piegare sulle rocce. E' stata una bella impresa riuscirci, ma ancora di più farcela per primi, perché da tempo alcuni "mostri sacri", come i francesi Gabarrou e Boivin, giravano lì intor¬ I o a a e l l e e e s o o i, e o a e e e a a rri rr¬ no in attesa del momento giusto: E il momento giusto è venuto la settimana scorsa, dopo una brevissima ondata di freddo che ha rassodato la neve; la cordata è partita a mezzanotte dal rifugio Ghiglione; alle 4, con le prime luci dell'alba attaccava il «couloir» al Colle di Peutérey e alle 17 era in vetta al Monte Bianco; nessun bivacco, ma velocissima discesa fino al rifugio Gonella per dormire con un minimo di comodità. •Credo che l'arrampicata sulla cascata di ghiaccio resterà indimenticabile — dice Giancarlo Grassi —; in questa stagione ed esposta al sole com'è, c'era da impazzire per il caldo. Eravamo sotto una continua doccia e alle prese con difficoltà veramente al limite dell'impossibile, non soltanto per la verticalità, ma perché era quasi impossibile assicurarsi nel ghiaccio marcio; soltanto qualche chiodo, piantato nella roccia di fianco alla cascata, dava al primo di cordata una sicurezza, peraltro molto aleatoria: E ora che anche questo problema è risolto, ci si dovrà per forza limitare alle ripetizioni? •Beh, un'altra idea l'avrei — dice Grassi —, a sinistra del couloir Gervasutti c'è un canalino che è tutto un susseguirsi di cascate di ghiaccio dove il rischio salirebbe a livelli mai visti Ma in una giornata di grazia, una buona cordata, chissà...: K. matt.

Luoghi citati: Bussoleno