Tra donne sole, anche a Venezia di Lietta Tornabuoni

Tra donne sole, anche a Venezia PERSONAGGI FEMMINILI ESEMPLARI DALLA MOSTRA DEL CINEMA Tra donne sole, anche a Venezia Le nuove eroine, moraliste, vitaliste, anticonformiste, hanno dominato una rassegna cinematografica popolata di emarginati, sventurati, diversi, poveri bambini e malati - Forse la più interessante è Lilka, sposa mancata nel «Contratto» del polacco Zanussi - Le disperazioni di Betty, la tredicenne di Via Millelire - La bionda killer di Cassavetes e l'amore omosessuale della vedova Liv Ullmann DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE VENEZIA — Tutti in piedi per dieci minuti di quegli applausi forti che sono anche una liberazione fisica, insieme alla voglia d'emozionarsi per uno bravo e buono. Battimani lunghissimi, un grido: Viva Dan zie a! ». Gli applauditi stanno in alto, schierati in fila: il regista polacco con la sua aria impiegatizia e parrocchiale, meticolosa, ostinata, le attrici bravissime vestite male, la ragazza scostante, ombrosa, coi capelli troppo corti e una spilla con Topolino sul petto magro. Piangono quasi L'ultima, l'unica ovazione, alla Mostra del cinema, è stata per Krzysztof Zanussi, per il film Contratto. Soprattutto, forse, per la Polonia. Più. tardi il regista diceva del suo Paese: «To penso che certi processi siano irreversibili. Spero». Diceva che il dirigente della cinematografia polacca era a Danzica con gli operai, che i film in questi anni non hanno tradito raccontando la fame di giustizia della gente, il desiderio e le limitazioni della libertà, le arroganze della borghesia rossa privilegiata e vorace della bustarella (che in polacco si chiama 'Coperta»), le angosce degli intellettuali integrati e scontenti, gli uomini di marmo: «TI nostro dovere era di dare testimonianza della realtà qual era. TI cinema, meglio della letteratura o del teatro, ha assolto al suo compito abbastanza bene». Ha ragione. Nei film, scelti con cuore compassionevole e melensa sensiblerie di sinistra, d'una mostra popolata di emarginati, sventurati, ghettizzati, sottosviluppati, diversi, poveri bambini vecchi derelitti morenti di can¬ cro, i personaggi femminili sono risultati dominanti per vitalità ed energia: e il più interessante è forse proprio la ragazza di Zanussi Nella lunga festa nuziale di Contratto, scenario per i conflitti tra giovani e adulti, tra moralità e corruzione, cinismo e speranza, integrità e compromesso, costume po¬ llrndgp lacco e costume americano, la ragazza Lilka è la sposa, recitata da Magda Jaroszowna. Sottile, inquieta, scomoda, religiosa e comunista, figlia d'un politico provinciale e potente, innamorata del figlio d'un chirurgo famoso e potente, traversa il film o la propria vita come portatrice di tutte le ingenue domande dgvcndn ù o e e a e e a o e dello schematico moralismo giovanile e cattolico. Perché sposarsi quando si vive bene insieme senza matrimonio? Perché sposarsi in chiesa se il futuro marito e nessun altro è davvero credente, soltanto per tradizione, perché la cerimonia è più bella, per rispetto umano? Perché la famiglia del marito corteggia con tanta servilità la ricca zia americana? Perché far complimenti a chi si disprezza? Perché suo padre siede al pranzo lasciando l'autista fuori della porta? Perché suo suocero mette insieme 40.000 szloty l'anno a forza di bustarelle, e perché tradisce tutte le sue mogli? Perché il ragazzo suo marito finisce col cedere alle promesse d'un appartamento, d'una automobile, d'una posizione, quando avevano deciso insieme che non si sarebbero mai venduti come la vecchia generazione che ha tradito il comunismo? Non ci sono veri perché, e davanti al sacerdote delle nozze la ragazza dice «no», scappa: propria scelta di autentica moglie e compagna la farà nel momento doloroso in cui il giovane marito ha davvero bisogno di lei. Ai dilemmi morali della ragazza di Polonia s'affiancano, nel quartetto esemplare delle cinedonne di Venezia, le concrete disperazioni della ragazza di Torino. Maltrattato dalla critica, La ragazza di via Millelire di Gianni Serra offre un personaggio femminile abbastanza straordina rio e molto contemporaneo: Pellegrino Elisabetta detta Betty, tredici anni un 'Caso difficile» tra i tanti ingovernabili casi umani della di sgregazione torinese, un dossier impossibile da chiudere negli uffici delle strutture sociali un simbolo di rifiuto e di vitalità giovanile. Vantano, sboccata, ignorante, continuamente in fuga, non riconciliata con la famiglia né con la società né con il mondo, sorretta dalla spavalderia onnipotente dei bambini e dall'irresponsabilità di chi non ha nulla da perdere, caparbiamente vitale, infantilmente mitomane, Betty di via Millelire è un 'Carattere» difficile da dimenticare. OriQ Conforti l'ha interpretato con la sapienza della realtà: il passo irriducibile e vacillante sui tacchi troppo alti le sottane corte a scoprire cosce puerili troppo pesanti il «punto di bellezza» tatuato sullo zigomo come segno d'una appartenenza alla malavita soltanto giocosa e in realtà rifiutata, la durezza della randagia, il mangianastri come solo bagaglio e solo amico. E, nella distratta corrotta compravendita di carne schiava del sottomondo metropolitano, l'unico principio morale difeso con astuzia: io non mi prostituisco, potete prendermi soltanto con la violenza abulica e feroce del gruppo virile, ma io non mi vendo. dctpdflnLusRdnllsvnmDue ragazze: e poi due dorine. La gran gigiona Gena Rowlands ha entusiasmato la mostra con l'inversione del ruolo: in Gloria di John Cassavetes ii gangster, il killer, il duro assassino e sentimentale che uccide gli uomini e ama i bambini che sconfigge i prepotenti e protegge i deboli che conosce il mondo lurido in cui vive ma non si arrende alle sue regole, insomma il Bogart, è per la prima volta una donna, quella vecchia bionda che spara. Una trovata spettacolare, facile: ma troppo riuscita e accolta da troppo successo per non suscitare qualche riflessione sui personaggi maschili in crisi sugli eroi divenuti prima antieroi poi noneroi sulle donne che vanno sostituen- doli Magari anche sul fatto che, mentre gli uomini risultano nei film di Venezia sempre conformisti sconfitti alle donne è attribuito l'anticonformismo vincente: una favola pure questa, ma per lo meno diversa. Con nuova naturalezza, Liv Ullmann è l'emblema di un altro costume accettato sema drammi in Le cose di Richard di Anthony Harvey. Un marito muore per incidente, una moglie quarantenne scopre l'esistenza d'una ragazza sua amante. Vuole vederla, conoscerla, parlarle, sapere da lei che uomo fosse davvero quello con cui viveva. La incontra, le piace, se ne innamora per gli stessi motivi che avevano fatto innamorare suo marito: perché la ragazza è sensuale, disobbediente, perché ha il fascino carnale della giovinezza e la misteriosità psicologica dell'universo giovanile. Le due donne diventano amanti vivono insieme. L'uno soffre di gelosia, l'altra soffoca nella possessività ma¬ ternamente imperiosa dell'innamorata. La ragazza scappa, se ne va. La donna si riconosce cambiata da quell'esperienza, e non in peggio: meno spaventata, più padrona di sé, liberata dalla dipendenza. Un film per signore aggiornate: ma è forse eloquente che la passione omosessuale femminile, sino a ieri presentata come perversione e dannazione, ancora oggi circondata d'eccezionalità scandalosa nel pornocinema, venga raccontata come una cosa che capita, normale o magari positiva, proprio da un film per signore^.e-cosi inglese che più inglese non si può. Quattro personaggi femminili hanno offerto alla mostra del cinema un'altra idea della nuova eroina, moralista, vitalista, anticonformista. E solitaria: dato che i film sono pur sempre diretti da uomini bisognosi di qualche rivalsa, le eroine si ritrovano alla fine tra donne sole, anche a Venezia. Lietta Tornabuoni Oria Conforti in La ragazza di Via Millelire, di Serra; Gena Rowlands in Gloria, di Cassavetes; Liv Ullmann in Richard's things, di Harvey e Magda Jaroszowna, in II contratto, di Zanussi

Luoghi citati: Danzica, Polonia, Torino, Venezia, Zanussi