Nel «cuore» il segreto della Lancia di Cristiano Chiavegato
Nel «cuore» il segreto della Lancia Un generoso motore turbo alla base del titolo mondiale marche Nel «cuore» il segreto della Lancia DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE VALLELUNGA — Un cuore generoso ha aiutato la Lancia a vincere il campionato mondiale marche. Domenica al termine della «Sei ore» che ha dato con una gara d'anticipo il titolo iridato alla Casa torinese, molti tifosi si sono affollati intorno alle Montecarlo di Patrese-Cheever e Pianta-Darniche guardando con estrema curiosità questa berlinetta che ha sconfitto, in una stagione durissima ma esaltante, quei mostri di potenza che sono le Porsche 935 nell'assoluto e che ha battuto nettamente macchine come la Bmw 2000 turbo e la Ford Capri Zakspeed. «Possibile — si chie¬ deva la gente — che un motore di soli 1425 ce turbocompresso concepito e. realizzato in tempi brevissimi, abbia avuto ragione di rivali che vantano un'esperiema enorme e — mi caso delle Porsche —quasi il doppio di cavalli?». Ai successi della Montecarlo certamente hanno contribuito la linea aerodinamica della berlinetta di serie disegnata da Pinifarina, le soluzioni tecniche d'avanguardia adottate dalla Lancia, ma la sorpresa maggiore è venuta proprio dal propulsore, dimostratosi vincente in un campo molto difficile. Anche se il paragone non è perfettamente calzante per i problemi diversi che impongono i tipi differenti di gare, basterà pensare agli ostacoli che sì sono trovati di fronte grandi specialisti come la Renault e la Ferrari per costruire i loro motori di Formula 1. All'orìgine della vittoria quindi il motore quattro cilindri in linea portato a 1425 ce studiato dalla Casa torinese, sovralimentanto da due turbocompressori KKK, messo a punto da Giovanni Tonti, responsabile tecnico della squadra e dai suoi collaboratori. 400 cavalli nella versione più spinta, a 8.800 giri, hanno garantito allo stesso tempo prestazioni eccezionali ed affidabilità, le doti più richieste nelle corse di durata. Il giudizio dei piloti sulla Montecarlo (che fra l'altro è nuovamente in testa con Hans Heyer al difficile campionato tedesco) è stato ovviamente positivo. L'impegno nell'attività sportiva che ha visto sempre la Lancia in prima fila negli ultimi anni (prima con la Fulvia e la Stratos nei rallies, ora con la Montecarlo su pista) marcia di pari passo con la produzione commerciale. Ed è significativo come il trapasso ' della ricerca tecnica dai circuiti alla strada abbia proprio in questi giorni un altro risultato: la berlina Trevi che viene messa in vendita dalla Lancia in questo periodo adotta infatti lo stesso basamento del motore della Montecarlo e la stessa concezione. Ma non sono neppure lontani i tempi in cui l'esperienza turbo maturata con la conquista del titolo mondiale verrà trasportata sulle vetture di serie. «Non è da escludere — ha affermato Cesare Florio responsabile sportivo del gruppo Fiat e ideatore di questo nuovo "progetto Montecarlo" — che già il prossimo anno si arrivi a realizzare qualcosa mila produzione normale. Potrebbe trattarsi di un compressore volumetrico da adottare su una sportiva di costi relativamente contenuti e di un turbo compressore per una vettura prestigiosa con prestazioni elevate. La Montecarlo ha aperto una strada che conferma la Lancia fra le prime della classe nel campo delle tecnologie più avanzate». Cristiano Chiavegato
Persone citate: Cesare Florio, Cheever, Giovanni Tonti, Hans Heyer, Patrese, Pianta-darniche, Pinifarina, Stratos
Luoghi citati: Montecarlo, Trevi
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