Accordo al Petrolchimico di Allargherà Riprende il lavoro (ma con polemiche) di Giuliano Marchesini

Accordo al Petrolchimico di Allargherà Riprende il lavoro (ma con polemiche) Sbocco alla vertenza che stava portando alla chiusura totale degli impianti Accordo al Petrolchimico di Allargherà Riprende il lavoro (ma con polemiche) Le difficoltà principali sui temi dell'ambiente e del premio di produzione - Decisi per i settemila dipendenti due tipi di aumenti - La Cgil, pur approvandola, non condivide sostanzialmente l'intesa raggiunta; la UH ribatte: «Per noi va bene, anche se all'interno del sindacato vi sono delle diversificazioni» DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE VENEZIA - Si è tirato un sospiro di sollievo per il «Petrolchimico» di Porto Marghera: la vertenza che stava conducendo alla chiusura totale degl'impianti ha trovato uno sbocco. Dopo una travagliata trattativa, rappresentanti dei lavoratori e dirigenti della Montedison hanno raggiunto ieri un'intesa sulla «piattaforma» presentata dagli operai. Entro poco tempo, dunque, tutto dovrebbe tornare normale nello stabilimento. Ma il clima, qui, non è ancora sereno. S'addensa qualche nuvola sul panorama sindacale veneziano: per questa vicenda sono sorti certi contrasti dentro la confederazione, e gli esponenti della Cgil contestano l'accordo, pur accettandolo nel rispetto delle decisioni dell'assemblea. Sono state giornate convulse, quelle trascorse dai lavoratori riuniti nel capannone del «Petrolchimico». Una serie di incontri difficili, poi la situazione è andata precipitando, nella prospettiva della fermata degl'impianti. Oli operai di Marghera facevano appello al senso di responsabilità, e ripetevano di essere disposti a riaprire il dialogo in qualsiasi momento. La ripresa dei contatti, dopo un'allarmante interruzione, ha consentito di smussare gli angoli della controversia, ma non quelli della discussione tra le varie componenti del sindacato. S'è parlato, durante questa lunga vertenza, di difesa dell'ambiente e di organizzazione del lavoro: sono temi sui quali i rappresentanti degli operai insistono da molto tempo, per cercare di risolvere la crisi pesante di Marghera. E sul tavolo della trattativa c'era anche la questione dell'aumento del premio di produzione, che ha trovato parecchi inciampi durante queste giornate d'incontri: i delegati dei lavoratori avevano chiesto un ritocco di quarantamila lire, poi si è scesi sulle trentamila. Nel pomeriggio di sabato, mentre si procedeva alla programmata riduzione del funzionamento del «Petrolchimico», pareva che le parti fossero giunte a poca distanza dall'intesa. Ma poi è "successo qualcosa», la vertenza è inaspettatamente tornata in alto mare. E secondo il piano dello sciopero andava verso la fermata il «cracking», l'impianto più delicato dello stabilimento della Montedison. La gente che domenica sera attraversava il ponte lagunare, dopo aver assistito alla regata storica, scorgeva la «sfiaccolata» sulla torre del «Petrolchimico», segno che il «cracking» stava per essere bloccato. «£' un impianto — diceva ieri un portavoce dell'azienda — soggetto a grossi choc termici: si potrebbe registrare qualche inconveniente». Ma gli operai replicavano che non c'era alcun motivo di mettersi in ansia. Erano, comunque, momenti di tensione, in questo polo industriale veneziano carico di problemi. Ieri mattina, s'è aperto uno spiraglio: una delegazione dei lavoratori del «Petrolchimi co» ha ripreso contatto con la direzione dell'azienda, poi è stata nuovamente convocata l'assemblea. Nel tardo pome riggio, la soluzione. Questa vertenza, che ha impegnato circa settemila operai, è stata una delle più inquiete di questa fine d'estate. Per quanto riguarda il premio di produzione, l'accordo prevede due aumenti diversificati: il primo di 10 mila lire a partire dall'anno prossimo, l'altro di 15-20 mila, ma «legato» ad un incremento della produzione. Sulle conclusioni per il Petrolchimico, però, rimangono chiare divergenze nell'ambito dell'organizzazione sindacale. Ivano Perini, rappresentante della Cgil nella federazione unitaria del lavoratori chimici, dichiara che se si è posto fine ad uno sciopero si è anche aperto «un ampio dibattito all'interno del sindacato, sul ruolo e sul modo di operare del Consiglio di fabbrica». E conferma che dalle discussioni dei giorni scorsi sono emersi *taluni aspetti negativi, sui quali occorrerà arrivare ad un chiarimento». Esclude, comunque, che i contrasti derivino da posizioni di partito. Tenendo accesa la polemica, Ivano Perini ribadisce che la Cgil non condivide sostanzialmente l'intesa raggiunta con i dirigenti della Montedison. «JVoi — dice — diamo un giudizio molto critico, su questo accordo. Abbiamo comunque accettato le risoluzioni della maggioranza: le vicende sindacali comportano anche questo. Ma noi ci batteremo ancora perché siano affrontati, riqualificando la chimica con la nuova organizzazione del lavoro, ì problemi della produttività, con una più intensa ricerca e nuove tecnologie». Nel contestare, l'esponente della Cgil mostra gravi preoccupazioni per il futuro di Marghera. «/re autunno — dice — ci sarà una caduta verticale della chimica». Diverso, su questa tribolata vertenza al Petrolchimico, l'atteggiamento di Luciano Favaretto, segretario provinciale della Uil, il quale dà sostegno all'ipotesi di accordo sottoscritta ieri pomeriggio. "Nella sostanza — dice Favaretto — per noi va bene. E diciamo questo: se all'interno del sindacato ci sono state e ci sono delle diversificazioni nel dibattito, non significa che siano elementi di divisione. Semmai, è una conferma del rapporto democratico». Sul Petrolchimico, comunque, anche se la crisi è superata, restano parecchie inquietudini. Giuliano Marchesini

Persone citate: Favaretto, Ivano Perini, Luciano Favaretto

Luoghi citati: Venezia