Kania: dai campi al vortice polacco carriora nel segno della fermezza di Manuel Lucbert

Kania: dai campi al vortice polacco carriora nel segno della fermezza Kania: dai campi al vortice polacco carriora nel segno della fermezza Il nuovo primo segretario del poup controllava polizia ed esercito - Una inarrestabile ascesa nei quadri del partito - Durante gli scioperi fu però contro la repressione La discrezione di cui Stanisìaw Kania ha amato circondarsi, fino ai recenti avvenimenti che hanno scosso la Polonia, era di buon auspicio, considerando la sua posizione nella segreteria e nell'ufficio politico del partito: era lui, di fatto, ad avere il controllo sulla polizia, sull'esercito e anche — curiosamente, ma questa carica ha la sua importanza in un Paese come la Polonia —sulla Chiesa. E' in rapporto alle sue competenze negli affari religiosi, e più particolarmente nella delicata questione dei rapporti fra Chiesa e Stato, che quest'uomo tarchiato e dal volto impassibile si è fatto conoscere un po' più dal grande pubblico negli ultimi anni. Lo si è potuto constatare durante la recente visita in Polonia di Papa Giovanni Paolo II. Si sapeva che Kania aveva cercato di adottare una linea moderata nei rapporti con gli ambienti religiosi: si trattava senza dubbio di un accordo con Gierek, favorevole a una normalizzazione con la Chiesa, o perlomeno a una collaborazione in certi campi, per il bene della Polonia. Questa cautela, che non nasconde tuttavia una certa fermezza quando le circostanze lo richiedano, ha caratterizzato l'azione di questo figlio di contadini — è nato l'è marzo 1927 a Wrocanka, presso Rzeszow, nel Sud-Est del Paese — nel campo dell'ordine pubblico. Sotto la direzione sua e del ministro dell'Interno in carica, il generale Kowalczyk, la repressione poliziesca ha perso i suoi tratti più arbitrari senza perdere tuttavia, in talune circostanze, la sua brutalità, come dimostra la repressione della rivolta di Radom nel 1976. La nomina di Kania a capo dei settori del segretariato responsabili della polizia e dell'esercito ha comunque avuto un ruolo importante nella sua carriera. Quando l'incarico gli fu affidato, da Gierek, nell'aprile 1971, il suo compito era difficile. Succedeva infatti al generale Moczar, ex capo del gruppo cosiddetto dei «partigiani* che aveva appoggiato Gierek per allontanare Gomulka: dovette fare piazza pulita ed eliminare gli amici più fedeli del suo predecessore, diventato rivale del primo segretario. Condusse a fondo la sua missione: due mesi dopo il suo ingresso nel segretariato il viceministro dell'Interno generale Matejewski, fedele a Moczar, fu costretto a dimettersi; lo stesso generale Moczar dovette scomparire. Kania, tuttavia, ha altre frecce al suo arco. D'origine contadina, come numerosi colleghi alla direzione del par- tito operaio unificato, ha avviato la sua carriera politica nel settore agricolo, dopo aver militato nell'organizzazione della gioventù comunista. Apprendista fabbro, poi operaio, seguì fino al '52 i corsi della scuola di partito, al quale si era iscritto nel 1945, occupandosi nella sua regione natale di questioni agricole. Quando «sali» a Varsavia nel 1958. lo fece come esperto agricolo. Fu dapprima capo di questo dipartimento nell'organizzazione di partito della capitale, poi segretario, incarico che occupò fino al 1968. A quell'epoca si registrò la prima svolta: divenne membro a pieno diritto del Comitato centrale, di cui era stato upplente dal 1964. E, soprattutto, assunse la guida del settore amministrativo del Comitato centrale (cioè erano affidati a lui i quadri dell'apparato): la via principale, in un Paese comunista, per accedere ai più alti incarichi. Il partito ritenne allora che fosse necessario perfezionare le conoscenze di questo funzionario modesto ed efficace: Kania intraprese corsi d'economia alla Scuola Superiore di Scienze Sociali del Comitato centrale. Nel dicembre 1975, già da quattro anni membro del segretariato, concluse la sua ascesa con l'ingresso nell'ufficio politico. Nel corso dei più recenti avvenimenti, apparentemente conscio della gravità della crisi sociale ed economica, Kania è parso affiancare i partigiani delle riforme e in ogni caso non voler spingere la repressione di polizia. Durante una riunione a Danzica durante gli scioperi di agosto —era già stato una prima volta nella città all'inizio di luglio — aveva cercato, anzi, di calmare gli spiriti dei membri più «caldi» della struttura di partito contrari agli «elementi antisocialisti... Queste indicazioni non sono comunque sufficienti a determinare quale sarà domani l'atteggiamento di quest'uomo, senza dubbio molto ligio all'ordine per via dei suoi precedenti incarichi, e al quale è affidato l'ingrato compito di riprendere le redini del Paese in una situazione che è, perlomeno, agitata. Manuel Lucbert Copyright «Le Monde» e per l'Italia «La Stampai) Stani slaw Kania

Persone citate: Gierek, Giovanni Paolo Ii, Gomulka, Kowalczyk, Moczar

Luoghi citati: Danzica, Italia, Polonia, Varsavia