Un uomo ombra

Un uomo ombra Un uomo ombra DAL MOSTRO INVIATO SPECIALE VARSAVIA — Kania? Stanislaw Kania? Il nome del nuovo segretario generale del partito, ripetuto con insistenza dalla radio, era noto, se non proprio familiare, a molti polacchi in ascolto nella notte tra venerdì e sabato. Ma pochi, sul momento, riuscivano a staccare con la memoria il volto corrispondente a quel nome dalle fotografie di gruppo dell'Ufficio Politico. Il Comitato centrale si era appena concluso nell'edificio bianco sporco, stile democrazia popolare Anni 50, e il neo eletto veniva citato dagli annunciatori senza solennità, con burocratico distacco. Erano quasi le 2 del mattino. All'ora di cena i polacchi avevano saputo dei «seri disturbi cardiaci» di Gierek e del suo urgente ricovero in ospedale. La notizia era significativa. Dieci anni prima, dopo gli scioperi sul Baltico, allora repressi nel sangue, la sceneggiatura era stata più o meno la stessa. Wladislaw Gomulka era stato portato via da un'ambulanza e al suo posto era poi stato messo Edward Gierek, l'uomo nuovo, conosciuto ma non popolare (se non nell'Alta Slesia). Una faccia tra le facce dell'Ufficio Politico. Il Paese aspettava, nella notte tra venerdì e sabato, la nomina del neo segretario. Ma pochi si erano spinti davanti all'edificio del Comitato centrale per attendere l'even to. Pochi? Meglio, nessuno. Le sole eccezioni: qualche giornalista straniero, i cronisti della televisione polacca, gli autisti dei dirigenti del partito, con le loro automobili blu e grigie. Nella notte, la sede illuminata del Comitato centrale nel cuore di Varsavia rifletteva tutto l'isolamento del regime. Soltanto l'indomani mattina i polacchi con la memoria incerta hanno riconosciuto Stanislaw Kania sulla prima pagina di Trybuna Ludu, il quotidiano del partito, che, accanto alla fotografia dell'uomo del giorno, annunciava laconicamente la fine dell'era Gierek «per motivi di salute» (il certificato medico è stato sottoscritto da cinque dottori, per dissipare eventuali sospetti) e la decisione del Comitato centrale di cominciarne un'altra, quella di Kania. La faccia del nuovo segretario — una faccia contadina, chiusa, severa, ben squadrata sul collo taurino e sul corpo corto, un po' tozzo — era apparsa per quasi un decennio accanto a quella di Gierek. Ma mai in primo piano. Adesso, davanti alla foto, la gente la ricordava. Ah, Kania! Eppure Stanislaw Kania, 53 anni, figlio di contadini proprietari, partigiano nelle brigate contadine durante la guerra, iscritto al partito nel '45, diplomato in economia in una scuola del partito e via via funzionario in rapida ascesa nella gerarchia del partito-patria-famiglia, era da tempo un uomo potente: più potente di qualsiasi altro apparatchik del partito operaio unificato polacco, con l'eccezione di Gierek che, fino alla tragica delusione, era considerato anche un capo carismatico, amico di Breznev, di Giscard e Schmidt, e veduto con -simpatia a Washington, dove non mancano i polacchi, dal consigliere del presidente Brzezlnski al segretario di Stato Muskie. Kania aveva il controllo della polizia e dell'esercito, ed era incaricato di mantenere i contatti con la Chiesa. Nella Polonia cattolica e comunista, egli teneva le redini dell'apparato del partito, della •organizzazione-, e al tempo stesso regolava i rapporti con il «contropotere», con la gerarchia ecclesiastica. La scelta di Kania come successore di Gierek è stata travagliata, ha provocato scontri al vertice, è stata probabilmente preceduta da consultazioni non solo all'interno del partito polacco. Ma una volta avvenuta è apparsa «naturale». Uomo di Gierek, perché cresciuto nella sua ombra. Kania non hdeQstPGdreocntorinsglersPapcTlegdtsGi ha perduto la testa nel pieno degli scioperi sul Baltico. Quando la protesta operaia si stava estendendo a tutto il Paese, il segretario generale, Gierek, sembrava stroncato dalla delusione per l'indifferenza con cui i cantieri navali occupati di Danzica e Stettino avevano accolto il suo invito a ritornare al lavoro. Il carisma non aveva funzionato neppure con i minatori deiBernardo Valli (Continua a pagina 4 In prima colonna)

Luoghi citati: Alta Slesia, Danzica, Polonia, Stettino, Varsavia, Washington