La Stampa - Consultazione Archivio

Alassio-Jazz nel nome di Davis Festival stasera e domani allo Stadio Alassio-Jazz nel nome di Davis ALASSIO —Un festival ce- ' lebrativo (nel nome di Miles Davis) chiude la lunga stagione del jazz che anche quest'anno ha gratificato ampiamente le attese e i gusti degli appassionati. L'omaggio di Alassio a Davis (quel personaggio ormai emblematico nell'identificazione del jazz moderno) si focalizza nell'intervento alla rassegna (stasera e domani, nello stadio comunale, ingresso gratuito) di alcuni solisti che debbono fama e formazione culturale al maestro. Tony Williams, l'indiscusso asso dei tamburi da oltre quindici anni, esordi appena sedicenne (1964) in uno dei più fortunati quintetti di Davis (quello che comprendeva anche George Coleman — poi sostituito da Wayne Shorter — al tenore, Herbie Hancock al piano, Ron Carter al basso), un gruppo che impose uno stile ancora oggi attuale, quindi imitato dai jazzmen di tutto il mondo. Anche Airto Moreira è un mago delle per- cussioni. Brasiliano che volò da Rio a New York sul vento del «bossa nova». Airto prestò il suo ritmo lieve come una brezza, fitto come una foresta ai complessi di Davis. In seguito divenne una star, ora — dopo una parentesi succosa nel gruppo di Chick Corea — alterna la ricerca musicale al consolidamento di una posizione nelle «hitparades». Una lieve parentela congiunge a Davis anche Barney Wllen, sassofonista che visse durante gli Anni Cinquanta la grande stagione del Bebop nei club della Rive Gauche. Americano a Parigi, Barney partecipò accanto a Davis alla realizzazione di un'indimenticabile colonna sonora, quella che accompagna .Ascensore per il patibolo». Completa il cartellone un gruppo di giovani musicisti torinesi («Venegoni & C») assertori di un jazz che fonde (secondo una ricetta davisiana) 11 jazz alla musica pop. f.tnond.