Un blitz antimafia a Milano: 23 arrestati per una ventina di sequestri in Lombardia di Marzio Fabbri
Un blitz antimafia a Milano: 23 arrestati per una ventina di sequestri in Lombardia I carabinieri dicono: «È la più grossa operazione del dopoguerra» Un blitz antimafia a Milano: 23 arrestati per una ventina di sequestri in Lombardia MTLANO —Una organizzazione criminale (secondo i carabinieri diretta emanazione della mafia calabrese) è stata sgominata nel Nord Italia con una serie di operazioni co-, minciate da un paio di mesi a questa parte. Sono finite in carcere 23 persone che sarebbero, a titolo diverso, responsabili di 21 sequestri di persona compiuti in Lombardia dal 1974 a oggi. Dei rapimenti che la «gang» ha compiuto almeno due si sono conclusi con la morte dell'ostaggio. TI primo è quello di Augusto Rancllio, 26 anni, figlio di un impresario edile, sequestrato il 2 ottobre 1978 da sei uomini armati che, per catturarlo, spararono e ferirono la vittima cosi gravemente che il giovane mori pochi giorni dopo. L'altra vittima mai tornata a casa (malgrado i parenti abbiano pagato un riscatto di 700 milioni) è Giovanni Stucchi, trentenne, aggredito il 15 ottobre 1974 nei pressi della sua fabbrica nel Comasco. A mettere le mani su questa nuova Anonima sequestri (che pare una delle pili grosse che mai abbiano operato e che, secondo gli investigatori, sarebbe una delle organizza¬ zioni criminali più efficienti del dopoguerra) si è giunti dopo la liberazione, avvenuta ai primi di agosto da parte dei carabinieri, di Rosanna Restani Morlacchi, 42 anni, figlia del «re del saie». Pedinamenti e intercettazioni telefoniche hanno portato gli inquirenti a una cascina del Novarese dove era custodita la donna e all'arresto di 13 persone, in gran parte calabresi. T capi dell'organizzazione erano già caduti nella rete in questa prima fase. Si tratterebbe di Giuseppe Muià, 36 anni, e di Saverio Mammoliti, 21 anni, entrambi calabresi residenti a Milano. Sono loro a tenere le fila delle diverse bande che di volta In volta venivano fatte lavorare per prelevare, trasportare e custodire i diversi ostaggi, alcuni dei quali sono stati prigionieri nello stesso periodo mentre altri hanno vissuto nelle identiche celle che, prima di loro, avevano ospitato persone in eguale situazione. Predecessore dei due e iniziatore della pratica del sequestro di persona al Nord è stato — secondo i carabinieri — Antonio Scopelliti, morto per infarto in carcere nel '78 a 34 anni. Perso il capo il gruppo ha continuato a funzionare. Secondo le notizie dei carabinieri ci sono elementi certi per attribuire alle varie bande 21 sequestri ma al momento si può parlare soltanto di alcuni: Vittorio Colombo, 49 anni, rapito nel Legnanese nel '76 e liberato tre mesi dopo dai carabinieri a Reggio Calabria; Tosemi Parodi, tenuta prigioniera nel '79 per tre mesi e rilasciata dopo il pagamento di 350 milioni; Luigi Balzarotti, liberato dopo quattro mesi nel '79; Pasquale Ventura, liberato dopo pochi giorni nello stesso anno; Dino Armani, petroliere, rimasto per un mese nelle mani dei banditi un anno fa; Emilia Mosca, farmacista, rilasciata dopo quattro mesi. Ti denaro ricavato era investito dalla «gang» in immobili sulla costa ionica, a Milano, in attività commerciali negli Stati Uniti e nelle banche svizzere. La banda era anche spietata. Almeno due accoliti, colpevoli di «sgarro*, sono stati uccisi dalla primavera di quest'anno. Per altre due persone la «.'ndrangheta» calabrese aveva già emesso sentenza di morte e l'arresto è stato provvidenziale. Ecco i nomi degli ultimi die¬ ci arrestati dopo i tredici già bloccati ai primi di agosto: Franco Antonio Polistena, calabrese, 59 anni, operaio nel Milanese; Carla Pozzi, 55 anni, infermiera nel Varesotto; Franco Cenarli, imbianchino di 36 anni, Milano; Pier Giorgio Rosa, 36 anni, di Omegna, e la moglie Enzia Simonotti, 31 anni, entrambi abitanti a Castelletto Ticino dove lui fabbrica modelli di automobili; Antonio Brendolin, 39 anni, infermiere vicentino trasferitosi in Calabria, a Tropea, dove ha sposato Romana Orfano, 35 anni, anch'ella arrestata; Michele De Benedetto, 33 anni, di Tropea; Angelo Ricco, 47 anni, imprenditore edile nato a Palermo ma attivo nei dintorni di Milano e suo figlio Rosalino di 26 anni. T carabinieri hanno trovato dodici celle ricavate in appartamenti e cascine e hanno posto sotto sequestro una mole, imponente di materiale; oltre agli immobili, armi, soldi provenienti da riscatti, nonché molti documenti, anche di natura bancaria, che potrebbero aiutare a mettere le mani sui riciclatori e sui canali da questi adoperati. Marzio Fabbri
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