Fiat: 24 mila persone ia più discuteremo con 8 sindacati

Fiat: 24 mila persone ia più discuteremo con 8 sindacati Le prime drammatiche cifre della crisi dell'auto Fiat: 24 mila persone ia più discuteremo con 8 sindacati «In America le licenzierebbero tutte» ha detto Annibaldi - Da lunedì (incontri con la Firn) si cercheranno soluzioni alternative entro pochi giorni - «Cassa integrazione, turn-over, prepensionamenti non bastano» - La Casa torinese dovrà ridurre di 457 mila auto la sua produzione nei prossimi diciotto mesi TOBTNO — .Adottando V sistemi praticati, in queste settimane, dai nostri concorrenti, cioè dalle Case automobilistiche americane ed europee, la Fiat-Auto, per adeguare il personale alla diminuita produzione, dovrebbe licen-. niare 24 mila persone di cui poco più di 2 mila impiegati Accogliendo l'invito che il governo ci ha rivolto negli incontri di giovedì a Roma, abbiamo accettato di compiere con il sindacato un esame di strumenti alternativi che consentano di raggiungere lo stesso risultato. Gli incontri con il sindacato cominceranno lunedì a Torino, sema pregiudiziali, e dovranno concludersi in tempi brevi, possibilmente entro la prossima settimana o anche prima: Questo l'annuncio che Cesare Annibaldi, responsabile delle relazioni industriali Fiat, ha dato in una conferenza stampa nel primo pomeriggio di ieri a conclusione degli Incontri avuti con 11 governo, con i dirigenti della Firn e con gli enti locali. Per 124 mila dipendenti dell'auto dal 1° ottobre potrebbe quindi scattare la Cassa integrazione a zero ore per 18 mesi cioè almeno per tutto 11 1981. Per 1 lavoratori In Cassa integrazione la perdita salariale è modesta: 2400-2800 lire il giorno. Per l'azienda la Cassa Integrazione ordinaria comporterebbe un onere del 3 per cento che verrebbe pagato dallo Stato se venisse riconosciuta la Cassa integrazione speciale (applicata se si dichiara la «crisi di settore o la crisi di azienda»). Il ricorso alla Cassa integrazione significherebbe che 1 provvedimenti verranno po sticipati alla fine dell'81? .No. Se gli incontri con il sindacato dovessero concludersi senza un accordo ognuno si assumerà le proprie responsabilità. Non intendiamo strozzare la discussione o toglierle la necessaria serenità. Non vogliamo nemmeno impostarla in termini ricattatori Abbiamo accettato di esaminare tutte le strade alternative ai licenziamenti che sono l'ultima ratio. Però non è pensabile che il problema sia eludibile. Faremmo un cattivo servizio al futuro dell'azienda. Se le forze sociali assumessero un atteggiamento elusivo renderebbero un cattivo servizio al Paese. Questi pochi giorni saranno decisivi. L'intervento del governo è stato positivo». Che cosa vi ha promesso il governo? .Non è stata una contrattazione. Abbiamo riferito al governo i dati di produzione e di mercato, che non vengono contestati da nessuno. Il governo ci ha rivolto l'invito a non ricorrere a licenziamenti collettivi per i riflessi sociali che avrebbero. Inoltre, il governo ha parlato dei provvedimenti in corso di elaborazione, per far funzionare la mobilità interaziendale, per il piano dell'auto eccetera». Misure alternative al licen ziamenti possono essere suf fidenti? «Lo verificheremo con i sin dacatì. E' certo che i licenzia menti sono un provvedimento rapido come richiederebbe la nostra situazione. Tutte le al tre soluzioni hanno tempi me no rapidi Siamo disposti ad assumerci questa incertezza dei tempi a condizione che gli strumenti per raggiungere l'obiettivo siano validi». In luglio il sindacato parlò picsdtamnscdFagccpmnd blòcco del turnover, di prepensionamenti e di mobilita interna. Il vostro giudizio fu che si trattava di misure insufficienti. Oggi che cosa dite? «72 nostro parere è immutato: riteniamo che non bastino. vero punto della trattativa è appunto questo. Se gli strumenti indicati dal sindacato non sono sufficienti, esistono spazi per cercare con il sindacato altri strumenti? La Firn è disposta a convenire con la Fiat l'utilizzazione di questi altri strumenti? L'invito del governo, che noi abbiamo accolto, presuppone una serie di comportamenti positivi delle parti». Quali sono gli «altri strumenti» per ridurre il personale? «Lo vedremo strada facendo, con il sindacato: A questo punto qual è il calendario o la «scaletta» delle trattative? E' molto semplice. Il governo ci ha invitati a cercare soluzioni e noi lo faremo, in tempi brevissimi, con il sindacato». Il giudizio negativo che ri- badi te sugli strumenti suggeriti dal sindacato non rischia di far arenare la trattativa? .No. Cerchiamo di non chiudere la trattativa nel momento stesso in cui si inizia». ' I vostri tagli di produzione quali difficoltà stanno creando alle aziende dell'.indotto»? .Abbiamo svolto un sondaggio. Le conseguenze non sono drammatiche o disperate come alcuni profetizzavano. Non c'è dubbio che i nostri cali di ordini comportano per l'indotto tagli di produzione. Però non è detto che comportino riduzioni di organici, cioè licenziamenti. Molte delle ditte fornitrici avevano già gli organici all'osso, utilizzavano gli straordinari, si servivano di subfornitori. Nel sondaggio moltissime hanno dichiarato che, anche di fronte ad un periodo lungo di riduzione della, domanda, non avranno bisogno di tagli degli organici, ma riequilibreranno la produzione riducendo le ore lavorate. Sergio Devecchi (Continua a pagina 2 in settima colonna)

Persone citate: Annibaldi, Cesare Annibaldi, Sergio Devecchi

Luoghi citati: America, Roma, Torino