Il columnist in classe
Il columnist in classe Il columnist in classe Colloquio con Giorgio Bocca, autore di un'antologia scolastica Giorgio Bocca: «Dalle origini all'età contemporanea. Viaggio nella storia e nella cultura», ed. Zanichelli, tre voli, di complessive pag. 1944, lire 26.800. Ma com'è che Giorgio Bocca, 'Storico e cronista*, come si definisce lui, indaffastissimo columnist e inviato speciale, tre libri pubblicati solo quest'anno, si è imbarcato nell'impresa di una grossa antologia scolastica, tre tomi, quasi duemila pagine, centinaia di autori incastrati in un pazientissimo puzzle? Non teme di passare per poligrafo, di rubare il mestiere a chi un'esperienza didattica ce l'ha davvero? Nel suo studio della vecchia Milano baguttiana, farcito di libri e sbarrato da un imponente tavolo conventuale, Bocca ha l'aria tranquilla di uno di quei rocciosi centromediani di una volta, cui bastava uno sguardo per spazzare l'area: 'Dapprincipio c'è stata una specie di sfida-scommessa con l'editore, col quale mi vedevo ogni tanto a cena. Io sostenevo che un'antologia scolastica avrei saputo farla benissimo, abbiamo cominciato a discutere, ho mandato una prima stesura generica, che è stata bocciata. L'editore diceva die ci voleva un'idea base, quasi un'etichetta, e l'idea è venuta durante il lavoro, come sempre succede: lo studio della storia resta essen¬ ziale, non si possono capire le cose di oggi senza sapere quello che è capitato ieri. C'è una connessione continua tra il presente e il passato, anche remoto, e bisognava sottolinearla». La vecchia ricetta della maestra di vita, ma senza moralismi e trionfalismi progressivi, senza esemplificazioni didascaliche: piuttosto, uno sforzo ostinato di capire, collegare i frammenti, ritrovare un filo unitario in una vicenda fluviale che rischia sempre di disperdersi in mille rìvoli. *Sono tornato a scuola, dice Bocca, come dovrebbe fare almeno ogni due anni ogni dirigente industriale, ogni professionista serio. Ne avevo bisogno personalmente, come di un aggiornamento che nel mio mestiere è indispensabile*. Bisogno di letture e di riletture: 'La cultura si muove, cambia continuamente, è una cosa viva, Shakespeare letto a dnquant'anni ha tutt'altro sapore che da giovani. Maturando si vedono le cose in modo diverso*. Si va dalle antiche cosmogonie all'attuale crisi delle ideologie, il tramonto del mito americano, le magagne dei socialismi reali, le difficoltà del Terzo Mondo. L'ultima parola l'ha Tacito (*Mi chiedo se le vicende umane si compiano per opera del destino e per immutabile legge, o per deca sorte...*). Ma in mezzo è un incrociarsi di testimonianze e di domande, dove l'appiattimento antologico è anche un modo per fare sentire la contemporaneità dell'esperienza umana, pur senza voler abolire la prospettiva storicizzante. Ma se si parla di Rivoluzione francese e di Terrore, ecco che a Saint-Just fanno da contrappunto Mahmud che stermina i giannizzeri, Stalin che decapita l'esercito sovietico, e il terrore cambogiano di ieri. E se si parla della fuga di Luigi XVI a Varennes, eccole accostata quella di Vittorio Emanuele verso Pescara, nel 1943. Un'antologia politica, per caso? Bocca nega vigorosamente: «Mi sono fatto mandare una cinquantina di opere simili, e mi sono accorto che erano divise simmetricamente in due campi: quelle per professori comunisti, e quelle per professori democristiano-conservatori. In entrambe ci sono falsificazioni culturali vergognose, i rivoluzionari sempre buoni, i capitalisti sempre malvagi. Un modo ridicolo di fare storia. Ma questo non è un libro di parte, rifiuta le etichette e gli schieramenti. Non intendo offrire viaggi consolatori verso lidi esotid o mitid, ma dare quel sentimento della misura che solo la vera cultura sa dare. Offro degli strumenti, pezzi del meccano, non delle certezze*. Ernesto Ferrerò
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