Polonia, ancora settemila minatori in sciopero Duro monito delle Forze armate ai lavoratori
Polonia, ancora settemila minatori in sciopero Duro monito delle Forze armate ai lavoratori Nonostante l'annuncio ufficiale che le agitazioni si erano concluse Polonia, ancora settemila minatori in sciopero Duro monito delle Forze armate ai lavoratori Gli operai delle tre miniere avanzano rivendicazioni più specifiche di quelle soddisfatte sul Baltico - Lo scorso anno erano morti sul lavoro 96 loro compagni - Fermate anche in alcune fabbriche della capitale - La rivista dell'Esercito minaccia una «reazione adeguata contro azioni che minacciano la nazione» VARSAVIA —In tre miniere di carbone dell'Alta Slesia — quelle di Szombierki, Bobrek e Dimitrov — nella regione di Bytom, 7000 lavoratori continuano lo sciopero nonostante il lavoro sia ripreso nelle altre miniere e l'agenzia ufficiale polacca avesse comunicato che tutte le agitazioni si erano concluse. Secondo una fonte attendibile, negoziati sarebbero in corso tra i rappresentanti dei lavoratori di queste tre miniere e una commissione ministeriale. I minatori avanzano rivendicazioni più particolareggiate di quelle che figuravano nella lista del Comitato di Jastrzebie, tra cui l'allontanamento dei direttori delle miniere. Nella Dimitrov più di 30 persone sono morte in una sciagura avvenuta nell'ottobre dello scorso anno. Nello stesso mese altri 66 minatori erano morti in altre miniere. Nuovi scioperi sono segnalati in altre località del Paese, in particolare a Bialystok (185 chilometri a Nord-Est di Varsavia), e Abusko Zdroj, nella Polonia sud-occidentale. Fonti dissidenti hanno dichiarato che se le agitazioni riguardano anche alcune questioni locali, in generale gli scioperaniti chiedono l'assicurazione di ottenere quanto concesso agli operai di Danzica. Sempre da fonti dissidenti si è appreso che Jacek Kuron, principale animatore del Comitato di autodifesa sociale (Kor) è stato chiamato a far parte del gruppo di esperti che svolge opera di consulenza per il sindacato libero di Danzica. Anche in alcune fabbriche di Varsavia si sono registrate ieri brevi interruzioni di lavoro. Gli operai si sono fermati per discutere sui sindacati liberi e su quelli ufficiali. L'opinione più diffusa nella capitale è che si dovrà ricorrere a un referendum, in modo che ognuno scelga a quale organismo aderire. II desiderio di dar vita a sindacati indipendenti e autogestiti si sta estendendo intanto dalle fabbriche agli altri ambienti di lavoro. A Varsavia, per esempio, si sono iniziate le riunioni per dar vita a un sindacato indipendente degli attori e dei lavoratori del •Pan» (Accademia polacca delle scienze). Ieri il giornale del ministero della Difesa polacco ha avvertito implicitamente che le forze armate potrebbero essere chiamate a effettuare un'azione di polizia se i conflitti sociali dovessero aggravarsi. Il Zolnierz Wolnosci (Soldato della libertà) scrive che «i sol-, 'dati non possono restare indifferenti al fatto che il morale e l'unità politica della nazione costituiscono una delle fonti fondamentali del vigore delle nostre forze armate, e csrrrasascddlc che debolezze che si manifestassero in questa unità sarebbero dirette contro la sicurezza nazionale». Rivolgendosi alla stessa direzione del partito, il giornale afferma che ai compiti che le si impongono oggi si può adempiere solo .in un'atmosfera di ragionevolezza e di calma e nella comprensione delle condizioni nelle quali un miglioramento può essere ottenuto. Qualsiasi altra azione che minacciasse le basi della nostra esistenza nazionale urterebbe contro una reazione adeguata». Il giornale del ministero della Difesa scrive ancora: «Se in una parte della Polonia la situazione sembra inquietante, è perché è possibile che a un certo momento la sua evoluzione sembri vantaggiosa per tutti gli ambienti politici mondiali che, a più riprese, hanno assunto un atteggiamento ostile nei confronti di questo Paese». Il consiglio centrale dei sindacati ha lanciato un appello a tutti i lavoratori annunciando che sta elaborando un nuovo programma di azione e sottolineando la necessità di mantenere l'unità e la solidarietà della classe operaia, unica garanzia del rispetto dei diritti dei lavoratori.
Persone citate: Dimitrov, Jacek Kuron
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