I Nar: la prossima volta non sbaglieremo persona di Ruggero Conteduca

I Nar: la prossima volta non sbaglieremo persona Nuove minacce al giornalista Concina I Nar: la prossima volta non sbaglieremo persona Un volantino rivendica l'assassinio di Di Leo: «Un errore tattico» - Attentato a una libreria «firmato» con una sigla di sinistra (ma sarebbe solamente una copertura) ROMA—Ancora minacce e altri attentati da parte dei Nar ad «amici» e «nemici». Un'ora dopo la diffusione del volantino con il quale si assumeva la paternità dell'assassinio del giovane tipografo del Messaggero, Maurizio Di Leo, scambiato per il cronista Michele Concina, la stessa organizzazione nazi-fascista ha firmato altri due attentati: una bomba che ha semidistrutto una libreria legata ad ambienti di destra e una bottiglia incendiaria scagliata contro la sede di una sezione de a Ostia. Anche se il primo dei due episodi è stato rivendicato con una telefonata da un gruppo che si è definito .Compagni organizzati in volante rossa*, gli inquirenti non hanno dubbi che i veri autori siano in effetti degli estremisti di destra. Una faida interna? E' probabile, né sarebbe la prima volta. Polizia e carabinieri ne sembrano convinti. Di quella stessa libreria (all'angolo fra via Pistrucci e via Cavallini, vicino a piazza Cavour), sede anche della Editrice Europa del missino Pino Rauti, si parla infatti nel volantino che i Nar hanno fatto trovare in una cabina telefonica di corso Rinascimento a due redattori di Paese Sera per «spiegare» l'assassinio di Di Leo. Nel volantino, oltre alla conferma dell'errore di persona — che definiscono "errore tattico" —, i terroristi neri ribadiscono le minacce nei confronti di Concina con la promessa per la prossima volta di «non sbagliare: Dicono anche di essere estranei, come organizzazione, ai fatti di Bologna e scrivono che Concina avrebbe contribuito «alla campagna denigratoria di chi continua ad accusarci di una assurda strage di potere». Affermano che il cronista del Messaggero «ha attinto notieie proprio nel "commissariato" di Edizioni Europa, casa editrice del delatore Rauti, o addirittura nelle federazioni del mai, dove ormai era di casa, di quel rasi che oggi è più che mai potere, stato e polizia». Dopo minacciosi accenni al giudice Persico (che conduce le indagini sulla strage di Bologna) e Calogero (il magistrato che ordinò gli arresti del 7 aprile per Toni Negri e i vertici di Autonomia organizzata), i Nar concludono, con spietato cinismo, scrivendo: «La giustizia borghese si ferma all'ergastolo, quella rivoluzionaria va oltre e lo abbiamo già spiegato ad Amato» (il magistrato che indagava sui gruppi eversivi di destra, as- sassinato dai Nar il 23 giugno scorso a Roma). E' trascorsa, dunque, poco più di un'ora fra il ritrovamento del documento e l'attentato alla sede dell'Editrice Europa, avvenuto alle 23,10 di mercoledì. L'esplosione, per fortuna, in considerazione anche del'ora tarda non ha fatto vittime ma ha procurato ingenti danni alla libreria e ad alcune auto parcheggiate nel pressi. Il particolare della sigla di copertura con la quale è stato rivendicato l'attentato ha insospettito gli inquirenti. Non è escluso che anche in passato i Nar abbiano agito lasciando credere che a compiere omicidi e attentati fossero organizzazioni di sinistra. SI stanno riconsiderando con nuova attenzione episodi del passato. Come, per esempio, l'uccisione del missino Angelo Mancia, avvenuta nel marzo del '79 e rivendicata dagli stessi -Compagni organizsati in volante rossa» o quella del cuoco Luigi Allegretti (12 marzo '80) scambiato per Franco Rosei, noto esponente di destra (un altro errore di persona!) o quella, infine, di Stefano Cecchetti, ucciso nel gennaio del '79 dinanzi a un bar frequentato da giovani di destra da due killer a bordo di una vespetta bianca. Questi due ultimi agguati furono rivendicati da uiVorganizzazio- ne denominata per 'Compagni il comuni- organizsati smo». Ieri mattina il prof. Ronchetti ha fornito agli inquirenti i risultati dell'autopsia effettuata sul cadavere del tipografo assassinato per sbaglio. Maurizio Di Leo è stato colpito da sette proiettili, tre dei quali mortali: uno, entrato nel diaframma, ha leso il fegato e un rene; un altro ha reciso l'arteria .iugulare; il terzo, probabilmente il colpo di grazia, è entrato sotto l'occhio destro ed è fuoriuscito dalla regione occipitale. Oli altri quattro hanno colpito il giovane all'ascella destra, al collo, al femore e all'inguine. All'autopsia ha presenziato il dott. Di Nardo, il magistrato al quale sono affidate le indagini, che ha consegnato due dei proiettili estratti dal cadavere al perito balistico col. D'Arienzo, per compararli con gli otto bossoli calibro 7,65 trovati sul luogo dell'agguato. Ciò servirà a stabilire, tra l'altro, se del commando facessero parte altre persone, oltre ai due giovani killer visti fuggire a bordo di una Vespa 50: sembra accertato che a sparare furono perlomeno in due. Il magistrato ha concesso il nulla-osta per i funerali che si svolgeranno questa mattina alle 11 partendo dalla Basilica di San Lorenzo Ruggero Conteduca

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