John Savage poliziotto di Los Angeles distrutto da un complesso di colpa

John Savage poliziotto di Los Angeles distrutto da un complesso di colpa LE PRIME VISIONI SUGLI SCHERMI CINEMATOGRAFICI John Savage poliziotto di Los Angeles distrutto da un complesso di colpa Il campo di cipolle di Ha- rold Becker, con John Savage, James Woods, Franklyn Seales, Ronny Cox. Stati Uniti, colorì. Genere: poliziesco, giudiziario, drammatico. Cinema Olimpia. Cinque colpi di pistola sparati su di un poliziotto in un campo di cipolle vicino a Hollyvoood. Fatto vero di cronaca che provocò un grosso caso giudiziario e un profondo, devastante complesso di colpa. I due rapinatori assassini riuscirono attraverso un'abile orchestrazione del processo, a far mutare la loro condanna a morte in una pena detentiva di pochi anni, mentre il collega del poliziotto ucciso rimase sconvolto dal rimorso di aver consegnato la propria arma ai delinquenti che lo minacciavano e di non aver saputo difendere l'amico. Joseph Wambaugh autore del libro (edito in Italia da Rizzoli) da cui è tratto il film e della sceneggiatura, è uno scrittore quarantenne che fu per dieci anni sergente della polizia di Los Angeles. Questa esperienza gli ha fornito un ricco serbatóio di personaggi, ambienti e storie da trasferire sulle pagine di fortunati best-sellers come «I nuovi centurioni», «I ragazzi del coro» e il recente «Campo di cipolle». Per evitare le manomissioni toccate agli altri suoi soggetti già arrivati al cinema, Wambaugh ha fondato una casa di produzione, la Blak Marble, ha scrìtto lo scenario ed ha seguito giorno per giorno il lavoro del regista Harold Becker. L'occhio incombente dell'autore ha forse conservato intatta l'anima del racconto, ma ha frenato, in alcuni punti troppo didascalici e il- lustrativi, la tensione del film. Lo spettatore ha varie bucce da togliere prima di arrivare al frutto: la storia di un fattaccio di cronaca nera, la vita e la psicologia del poliziotto, la vita e la psicologia del rapinatore, la denuncia di un sistema giudiziario che consente di essere furbescamente aggirato, ed infine, nucleo centrale, l'analisi di un complesso di colpa che corrode un uomo fino al cortocircuito della ra-. gione e alla totale distruzione. Si parte con la descrizione dei personaggi, poliziotti e delinquenti, troppo dettagliata, troppo lenta e grave di annotazioni letterarie. La parte centrale, omicidio e prime fasi del processo, è adeguatamente asciutta, cronistica, ben co¬ struita, un montaggio secco, l'obiettivo preciso e documentario come quello di un videotape. Il finale è affrettato, didascalico, moralistico. Rompe l'efficacia precedente della narrazione. Difetto che nasce probabilmente dall'incapacità di far intersecare nei punti giusti i diversi piani di lettura della storia. Il regista Becker se la cava con funzionalità espressiva maggiore sul versante sociologico che su quello psicologico; molto buona la prova degli attori sensibili e ben guidati. Accanto a John Savage (H&ir, Il cacciatore^, credibilmente bruciato dalla colpa, un eccezionale James Woods nella parte dell'assassino Greg Powell. r. s. Chi vive in quella casa? di Pete> Walker, con Jack Jones, Pamela Stephenson, David Doyle. Horror a colori, Gran Bretagna 1977. Cinema Cristallo. Specialista dei/liorror, Peto Walker conferma la propria inclinazione verso il macabro con la vicenda di questo film dove un cantante pop in crisi per esaurimento nervoso finisce in una villa naturalmente misteriosa. Qui egli dovrebbe ritrovare l'ispirazione, a un cantautore indispensabile, e al tempo stesso dimenticare l'ex moglie rifugiandosi nelle braccia accoglienti d'una ragazza. Ma al poveraccio le cose non vanno per il giusto verso: la villa si direbbe stregata, apparizioni lugubri e inquietanti ossessionano il malcapitato cantautore rendendolo preda d'un terrore non sempre tale, peraltro, da riuscire a -passare- lo schermo onde arrivare atta platea e farla rabbrividire a dovere. Per non danneggiare quel poco di tensione che viene a formarsi in prossimità dell'epilogo, non diciamo altro su di una story collegata a una folle vendetta. Gli interpreti hanno scarsa personalità e una dose di talento piuttosto modesta. a. v. John Savage in una scena del film «11 campo di cipolle»

Luoghi citati: Gran Bretagna, Italia, Los Angeles, Stati Uniti