Per i magistrati dì Bologna la strage non In eseguita da una sola persona

Per i magistrati dì Bologna la strage non In eseguita da una sola persona Nuove comunicazioni giudiziarie agli ideologi dell'attentato Per i magistrati dì Bologna la strage non In eseguita da una sola persona «Anche loro lavorano in équipe», ha detto un sostituto procuratore - Irritazione per le fughe di notizie - «C'è il sospetto che qualcuno voglia strumentalizzare i giornali» DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE BOLOGNA — Come una macchia d'olio le indagini per individuare i responsabili diretti della strage di Bologna si allargano, si fruga fra gli alibi e le dichiarazioni degli arrestati. Oltre agli ordini di cattura nei confronti di Dario Pedrettl, Sergio Calore e Francesco Furlotti sono state emesse dalla Procura bolognese «alcune comunicazioni giudiziarie». Quante? Non è stato detto ma sembra «almeno tre». Taciuti ovviamente i nomi dei destinatari anche se si azzarda che potrebbero riguardare i presunti ideologi del gruppo che i giudici ora chiamano «la banda armata». Come per le accuse formali anche le comunicazioni riguardano «l'organizzazione esecutiva della strage». I magistrati insomma tentano di dare un contorno meno sfumato al gruppo finito nella rete. Commentava ieri mattina il sostituto procuratore Claudio Nunziata: «Non c'è solo un esecutore, anche loro lavorano in équipe». E aggiungeva: «E' comunque già importante per noi aver trovato degli agganci». Inutile negarlo: le smagliature avvenute nella cortina del silenzio, i ragionevoli dubbi che non possono che accompagnare il lavoro d'indagine, sembrano aver raffreddato l'ottimismo, anche se nessuno ha pensato di abbandonare la pista individuata che al contrario, è stato confermato, sarà battuta fino in fondo. Come in una riflessione il dottor Nunziata ha detto: «Occorre molto lavoro ancora». Quindi ha proseguito: «Quella che conoscete non è l'unica pista sulla quale ci muoviamo». Come dire che i racconti dal carcere non sono la sola carta in mano agli inquirenti. Si sussurra di riscontri obiettivi, di intercettazioni telefoniche, forse di altre dichiarazioni giurate. Ha avvertito tuttavia il sostituto procuratore: «Sembra che si sia già arrivati a risultati, ma non è cosi Occorre che ci lascino lavorare in pace, altrimenti si rischia di non arrivare». Si cercano riscontri, dunque, collegamenti, soprat¬ tutto si tenta di dare nome ai complici per il momento rimasti fuori dall'inchiesta. Si invoca ancora 11 segreto, consapevoli che una notizia intempestiva può bruciare un lavoro di settimane. Alla procura hanno anche redatto un comunicato ufficiale per lamentare la fuga delle notizie. Nel documento si nota una vena polemica: «Tale divulgazione — che fa pensare a una sorprendente strumentalizzazione di organi di stampa — è avvenuta prima dell'interrogatorio degli arrestati e concretizza una grave e illecita manovra in violazione del principio generale del segreto istruttorio». Il primo confronto fra accusa e difesa, iniziato con gli interrogatori del giovane Luca De Orazi, non è andato avanti, il piano di lavoro preparato denp«ssstrgml'mdrsdvpcccrn precise alla formalizzazione e i giudici intendono spenderle fino all'ultimo giorno. Stamane, sempre polemicamente, il dottor Rossi ha detto: «Non abbiamo intenzione di formalizzare prima del 23, nonostante inviti più o meno pressanti da parte di magistrati che sono forse più provinciali di noi». Insomma è il momento dell'attesa, ma anche il momento delle polemiche con il rischio che l'inchiesta subisca rallentamenti. Luigi Persico, sostituto procuratore anziano, è sempre apparso ottimista. Ieri mattina il suo collega, Nunziata, ha detto: «Ognuno ha le sue valutazioni: Oggi Bologna ricorda in modo solenne il suo giorno più brutto, quel 2 agosto che, è scritto su alcuni muri, «non verrà mai dimenticato». Vincenzo Tessandori dai giudici bolognesi sembra essere saltato anche se essi lo negano. Ha detto il sostituto procuratore Riccardo Rossi: «Non abbiamo ancora deciso se interrogare prima gli accusati per l'organizzazione della strage oppure gli altri». Gli interrogatori dovrebbero iniziare domani. Ma il tempo stringe, la tempestività è fondamentale per la riuscita dell'inchiesta: i giudici contano molto sull'isolamento in cui dovrebbero trovarsi in carcere gli arrestati. Ma non esistono garanzie all'interno delle prigioni perché non avvenga l'inquinamento delle prove, cioè non si può esser sicuri che fra gli imputati non ci siano scambi di messaggi che consentano loro di preparare linee difensive omogenee. Mancano tre settimane

Persone citate: Claudio Nunziata, Francesco Furlotti, Luca De Orazi, Luigi Persico, Riccardo Rossi, Sergio Calore, Vincenzo Tessandori

Luoghi citati: Bologna