«Dedico questa vittoria a mio padre»

«Dedico questa vittoria a mio padre» «Dedico questa vittoria a mio padre» Un'altra famiglia alla ribalta come i Damilano: Federico Roman ha gareggiato con il fratello Mauro ed è stato allenato dal proprio genitore - La Sciocchetti è la sua fidanzata - Ottima la prova del cavallo Rossiman DAL NOSTRO INVIATO MOSCA — L'oro è arrivato quando Federico Roman, in sella a Rossiman, ha concluso il percorso con un solo errore, commesso sull'arco di uscita della doppia gabbia. Il sovietico Aleksandr Blinov, secondo in classifica, non aveva più possibilità di battere l'azzurro, in vantaggio di 18 punti prima della prova conclusiva. In tribuna ci sono state, come sempre, ansia e tensione. Non sono mancati gli incitamenti, gli scongiuri, le lacrime. Erano presenti i genitori ed il fratellino di Marina Sciocchetti, la fidanzata di Federico, e tre amici del circolo Le Querce di Casorate, dove si allenano Marina ed Anna Casagrande, dove hanno cominciato Federico e Mauro, dove tutto è nato. Il padre dei Roman, Antonio, è stato istruttore a Casorate, è stato lui ad iniziare i quattro al completo: «Dedico la mia vittoria a papà che mi ha messo in sella», ha detto Federico dopo la vittoria. E papà Antonio, chiamato al telefono, non ha fatto altro che singhiozzare, incapace di pronunciare una sola parola. L'argento, invece, è venuto dieci minuti dopo, quando Marina Sciocclietti, ventiseienne studentessa di Somma Lombardo in sella a Rohan de Lechereo, baio italiano di dieci anni, ha superato l'ultimo dei dodici ostacoli commettendo due errori, un dritto e un largo, portando aritmeticamente la squadra al secondo posto davanti al Messico e dietro l'Unione Sovietica. Anna Casagrande, su Daleye, baio irlandese di dieci anni, ha sbagliato soltanto su un muro, mentre Mauro Roman, in sella a Dourakine IV, ha concluso alla grande con un percorso netto. Federico Roman, che vive a Roma e si allena al centro federale di Pratoni del Vivaro, era già praticamente medaglia d'oro quando è sceso in campo, elegantissimo in giacca rossa, per la prova conclusiva degli ostacoli. Aveva tre errori di margine, ne ha commesso uno, mai la ■ sua vittoria astata in pericolo. Rossiman, un grigio irlandese di otto anni, è stato sempre potente e sicuro, agile sulle barriere. Ha sfiorato leggermente un dritto, ha abbattuto il terzo elemento della doppia gabbia, al decimo ostacolo, e ha chiuso tra gli applausi complimentato come il cavaliere, accarezza¬ to come un eroe. Mezza medaglia è anche sua. Settimi dopo il dressage di giovedì e venerdì, Federico Roman e Rossiman hanno vinto l'oro olimpico sabato nella prova di fondo, Piove¬ va, il terreno era pesante, faticoso, eppure i due, cavaliere e cavallo, hanno superato gli undici ostacoli dello «steeple» (4 chilometri da percorrere a 690 metri il minuto) senza commettere er- rari, poi hanno fatto il netto anche nel cross, una volata di 8 chilometri nel bosco con 33 ostacoli, una volata magnifica e vincente. Ha detto Federico Roman dopo il successo: «Il cavallo è stato all'altezza. E' giovane, ma ha risposto da campione, anche nel dressage che non gradisce troppo. E pensare che gli organizzatori hanno fatto di tutto per renderci la vita dura. Per regolamento, il percorso del cross deve essere pronto un giorno prima dell'inizio delle gare, vale a dire mercoledì. Invece abbiamo potuto ispezionare il luogo di gare soltanto sabato, e anche allora, pur delineato di massima, il tracciato non era ben definito nei dettagli. A volte, per un particolare, una bandiera spostata, una curva leggermente tagliata, si rischia di commettere errori decisivi». Federico Roman (alle Olimpiadi di Montreal si qualificò nono nell'individuale con Shamrock) è studente fuori corso di scienze politiche ma per il momento non pensa alla laurea. Si allena quotidianamente al centro federale ed ha lasciato Trieste, dove è nato il 29 luglio 1952, per seguire a Casorate il padre Antonio, istruttore particolarmente sensibile all'iniziazione dei giovani. E' stato tre volte campione italiano, spera che queste medaglie possano cambiare l'equitazione, ridarle slancio, indirizzarla verso concezioni più popolari e dunque più vere. «Non ho mai avuto problemi. Soltanto nel cross, con il terreno scivoloso, ho avuto un po' di paura. Attento alle girate, mi sono detto, se sbagli qui è tutto finito. Ma Rossiman, il grigio, il mio piccolo compagno, non mi ha tradito». Erano tutti felici, piangenti, poco disposti alla polemica. Hanno rifiutato le pressioni, sempre più forti, hanno resistito, hanno vinto. Eppure nel momento del trionfo non parlano di vendette. E' curioso, ma due medaglie d'oro azzurre (Damilano e Roman) vengono da atleti che stanno qui a Mosca insieme ai fratelli: «Forse è perché siamo più tranquilli, possiamo parlare e capirci», dice Federico, e Mauro piange e ride, ride e piange. Anna Casagrande e Marina Sciocchetti sono cosi felici che sembrano regine. eco. Mosca. Federico Enzo Roman alla premiazione (Telefoto)

Luoghi citati: Messico, Montreal, Mosca, Roma, Somma Lombardo, Trieste, Unione Sovietica, Vivaro