Ancora da scoprire la «stella» di Mosca di Maurizio Caravella

Ancora da scoprire la «stella» di Mosca Per gli azzurri intanto va bene Ancora da scoprire la «stella» di Mosca DAL NOSTRO INVIATO MOSCA — Ogni Olimpiade vuole il suo eroe. Per darsi un'identità, per farsi ricordare con le immagini che sono immediate (il salto d'oro di Sara Simeoni la sua esplosione di gioia in un volto rigato di lacrime), più che con i record, che sono storia in cifre legata a personaggi che cambiano e che lasciano solchi dove fatalmente altri — prima o poi — vanno a mettere il piede. A Monaco l'eroe fu Spitz, l'uomo-pesce, sette medaglie d'oro, chi mai farà di più? E pensando a Montreal vengono in mente subito Juantorena e Viren, ma anche le immagini di Nadia Comaneci una bambola che muoveva con splendidi virtuosismi i suoi trentanove chili scarsi in perfetta sintonia con la musica di Chopin. L'Olimpiade di Mosca, a metà del suo frenetico galoppo che fa accavallare fatti e immagini, cerca ancora il suo eroe, o la sua eroina. L'Italia invece la sua eroina l'ha già trovata, si chiama Sara Simeoni alla quale la politica — non lo sport, ma anche lo sport è ormai politica — ha tolto una delle gioie più grandi la bandiera e l'inno italiani Mosca cerca il suo eroe, e se proprio non dovesse essere sovietico pazienza, servirebbe lo stesso a rendere più grande un'Olimpiade partita male, con molte nazioni volutamente assenti con molte corsie importanti rimaste vuote, con quasi due miliardi di uomini senza un loro rappresentante. Specie nel nuoto, dove le prodezze dei sovietici e delle formidabili valkirie della Germania Est sono un po' offuscate dall'assenza degli americani primattori nelle piscine di tutto il mondo, ogni trionfo porta con sé interrogativi destinati a restare senza risposta e ogni medaglia, di qualunque metallo sia, è destinata a luccicare un po'di meno. I sovietici come da copione nettamente primi nel medagliere (e come potrebbe essere diversamente?) hanno scoperto un uomo-pesce fatto in casa, Vladimir Salnikov, ventenne studente di Leningrado, che si è preso il lusso di battere anche chi non c'era, visto che ha tolto a un americano (Goodell) il record mondiale dei 1500 stile libero, abbattendo il «muro» dei quindici minuti Johnny Weismiiller, il Tarzan degli schermi rimase leggendario per essere stato il primo a nuotare i cento metri in meno di un minuto. Salnikov ha fatto la stessa cosa per quindici volte di seguito, viaggiando come quindici Tarzan impegnati in staffetta. Ha battuto chi non c'era, a suon di record, anche Barbara Krause, poliziotta berlinese diventata la sirena più veloce del globo: cominciò a nuotare per curare la scoliosi ora è capace per due volte in due giorni di scendere sotto i 55" nei cento metri: anche a lei le americane non avrebbero fatto paura. Ma il «re» di Questo Olimpiade non c'e an■ cora Potrebbe diventarlo Steve Ovett, se riuscirà nei 1500 a battere ancora l'altro grande mezzofondista britannico Sebastian Coe, già superato negli ottocento. Le loro sfide nell'atletica, che sono dei derby, assomigliano alle sfide tra Coppi e Bartali nel ciclismo, e soltanto se Ovett vincerà ancora, Coppi sarà lui Ma il «re», al momento di tirare le somme, potrebbe anche essere uno scozzese, Wells: ha vinto i cento metri, se vincerà anche i duecento saranno le sue le gambe più veloci di questa Olimpiade. Ma nel complesso l'Urss domina, com'è logico. Mentre in Unione Sovietica i campioni arrivano in cima alla piramide a gruppi, quasi sospinti dalla massa che sta sotto (6 milioni praticano l'atletica leggera, 5 milioni la pallavolo, 4 il basket 3 il tiro e così via), e in gGermania Est avviene quasi la stessa cosa, in Italia la piramide è spesso messa su con mattoni bucati: eppure il fuoriclasse nasce lo stesso, magari più per doti personali che per selezione naturale. In Urss.si diventa campioni quasi per forza, in Italia a volte ci si accorge di esserlo diventati solo dopo aver vinto: non è certo il caso di Sara Simeoni forse è il caso di Gwvannetti e Damilano e anche di Roman, che ieri ha dato all'Italia la quarta medaglia d'oro. Se per i sovietici non è ancora una grande Olimpiade, per gli italiani e già un'Olimpia'de positiva A Montreal vincemmo solo due ori, con Dal Zotto e Dibiasi e fu un mezzo disastro, anche se le medaglie complessive furono tredùH (sette d'argento e quattro di bronzo). A Mosca abbiamo conquistato due ori in due giorni (la Simeoni sabato, Roman ieri), ai quali vanno cui aggiungersi oltre ai trionfi di Giovannetti nel tiro e di Damilano nella 20 km di marcia, la medaglia d'argento della squadra del completo di equitazione e il bronzo del tuffatore Cagnotto, tornato sul podio di un'Olimpiade dopo otto anni. Poteva andar meglio, ma poteva anche andare molto peggio. Ha deluso Mennea nei cento, speriamo ora nella doppia distanza Hanno deluso il basket femminile, il lottatore Caltabiano, lo sprinter Dazzan, Revelli e la Felotti nel nuoto. Ha deluso soprattutto il «Settebello» della pallanuoto, che più brutto di così non poteva essere, visto che per Ut prima volta nel dopoguerra non è riuscito neppure a qualificarsi per la finale, nonostante fosse campione del mondo in carica. E già cominciano i processi Ma la piccola pioggia di medaglie, per l'Italia, potrebbe continuare presto. Con chi? Con Gamba nel judo, con Oliva nel pugilato, con Perri nella canoa, magari già oggi con GUicomini nel ciclismo, con Mennea (se almeno sulla distanza doppia dovesse essere il vero Mennea) nei duecento. E anche il basket maschile, Urlando nel martèllo, la Dorio nei 1500, qualche tiratore con l'arco e qualche velista potrebbero portarci soddisfazioni grandi o pwcole, o magari delusioni chissà Questa è un'Olimpiade in cui a volte arriva la medaglia da chi non ti aspetti, e a volte non arriva da chi ti aspetti. E' un'Olimpiade in cui l'Italietta sportiva, seccamente sconfitta a Montreal, sta risalendo qualche posizione. E' un'Olimpiade in cui l'Urss si sforza di far dimenticare che l'ospite di maggior riguardo, molto atteso anche se non molto amato, è rimasto a casa. Maurizio Caravella Giovannetti (medaglia d'oro nel piattello), Cagnotto (bronzo nei tuffi) e Maurizio Damilano, (medaglia d'oro nella 20 km di marcia)