Continuano gli arresti di «Prima linea»
Continuano gli arresti di «Prima linea» Ai 21 in carcere da alcuni giorni se ne sono aggiunti altri tra sabato e ieri Continuano gli arresti di «Prima linea» Nuovi arresti nel campo di Prima linea e delle Ronde comuniste combattenti. Ai 21 arresti compiuti dai due corpi di polizia fino a sabato se ne sono aggiunti altri da parte della Digos. Il numero non è stato precisato ma è destinato ancora ad aumentare. Alcuni mandati di cattura non sono stati ancora eseguiti, altri potranno venire emessi dopo gli interrogatori dei magistrati. Anche ieri i giudici Laudi, Maddalena e Giordana, rinunciando alla giornata festiva, hanno proseguito l'inchiesta. Nomi, però, non ne sono stati fatti, così come poco è trapelato sulle responsabilità attribuite agli arrestati. Una cosa è certa: fra le persone ora in stato di detenzione non ci sono, alla luce delle attuali risultanze. indiziati di omicidi. Ad una parte di loro sono però addebitabili fatti criminosi contro persone e cose: ferimenti, attentati e danneggiamenti. Tutte azioni terroristiche compiute anni addietro che ora, con le confessioni-rivelazioni di.altri imputati disposti a collaborare, sono state riportate alla ribalta. Ieri mattina la madre di uno dei colpiti da mandato di cattura ha cercato inutilmente di parlare con il figlio. Piangendo SI è sfogata: «Possibile die si possa rovinare un giovane per delle cose capitate tanti anni fa e che oggi nemmeno lui forse ricorda?». La donna, senza rivelarci il nome, ha ammesso che il figlio possa aver aderito alla lotta-clandestina: «Aveva la testa un po' calda quando frequentava l'università, ma poi si è messo a posto. Adesso lavorava e si era anche fidanzato con una brava ragazza che voleva sposare. Finire in carcere vuol dire la fine di tutto, significa essere compromessi per sempre». Si tratta di situazioni delle quali gli stessi inquirenti mostrano di rendersi perfettamente conto se si ostinano, al di là del riserbo necessario per non compromettere l'indagine, a non fornire i nomi degli arrestati pur non smentendo che fra loro ci seno alcuni attivisti del psi e del pel, un libraio del centro, il fratello dì un sindacalista dell'Flm nazionale, un assistente universitario. La possibilità che possano emergere, durante gli interrogatori degli imputati, circostanze non rilevanti-ai fini giudiziari e che qualcuno possa essere prosciolto in istruttoria, consiglia la massima prudenza. Il quadro dovrebbe essere completo entro domani. Soltanto allora si potrà rendere pubblico l'elenco degli arrestati e delle rispettive incriminazioni. Intanto, mentre si completano le inchieste sulla passata attività delle organizzazioni terroristiche, escludendo che possano coinvolgere i più recentei fatti registrati dopo le rivelazioni di Fabrizio Peci, Sergio Zedda, Roberto Sandalo (i primi che hanno aperto brecce nelle «formazioni» clandestine delle Brigate rosse e di Prima linea) l'attività dei terroristi continua, con i soliti «rituali» dì sangue e violenza. Ieri abbiamo ricevuto l'ennesimo comunicato di rivendicazione: questa volta riguarda l'uccisione del pregiudicato torinese Ugo Benazzi nel carcere «di massima sicurezza» di Cuneo. Lo ha redatto un nuovo «comitato di lotta» che porta il nome di Giovanni Taras, il nappista torinese ventiduenne rimasto ucciso nel maggio del '75 sul tetto del manicomio giudiziario di Aversa. Lo scritto indica l'ex rapinatore come un «infiltrato» dei carabinieri che con la sua delazione «ha contribuito più volte all'arresto ed alla condanna a centinaia di anni di galera di quei proletari die nelle metropoli vivono la condizione di extralegalità». Nel volantino, questo gruppo terroristico che pare voglia accentuare l'azione nel campo carcerario riprendendo l'attività dei Nap (Nuclei armati proletari), si scaglia contro gli arrestati che hanno accettato di «collaborare» minacciando: «L'unica cella supersicura' per questa feccia è la cella frigorifera dell'obitorio». Critica, con i pentimenti, anche gli «appelli alla resa» e le «spinte al suicidio». Le quattro ore giornaliere d'aria e il colloquio mensile senza divisori, si dice, sono insufficienti a gestire la «pianificazione». Il volantino, lasciato ieri pomeriggio in una cabina telefonica di corso Duca degli Abruzzi, angolo corso Einaudi e annunciato dalla telefonata di una voce femminile, si conclude con i soliti slogans di lotta. Alessandro Rigaldo
Persone citate: Alessandro Rigaldo, Fabrizio Peci, Giordana, Giovanni Taras, Laudi, Roberto Sandalo, Sergio Zedda, Ugo Benazzi
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