L'Iran deciderà tra pochi la sorte degli ostaggi americani?

L'Iran deciderà tra pochi la sorte degli ostaggi americani? Messaggio a Teheran di 187 parlamentari americani L'Iran deciderà tra pochi la sorte degli ostaggi americani? TEHERAN —Una commissione parlamentare iraniana inizierà la prossima settimana a discutere il problema degli ostaggi americani. La notizia, diramata dall'agenzia sovietica Tass, non ha trovato né conferme né smentite a Teheran. Benché il destino degli ostaggi americani debba essere deciso dal Parlamento, non si conosce ancora la data in cui il problema sarà affrontato. Secondo gli osservatori, nonostante le smentite dei dirigenti iraniani, la morte dello Scià avrà ripercussioni sul problema. Intanto 187 membri del Congresso statunitense hanno inviato al presidente del Parlamento iraniano.: Rafsangiani, una lettera in, cui chiedono che l'assemblea dia «la priorità assoluta» al problema degli ostaggi. La lettera, consegnata dall'incaricato d'affari svizzero a Teheran, esprime la preoccupazione dei membri del Congresso sui problemi interni iraniani e sulle discordie nate in seno al Parlamento. Dopo la lettura del messaggio in Parlamento, l'ayatollah Khalkhali ha detto però che «la lettera non deve obbligarci a cambiare i nostri punti di visto». Anche l'ayatollah Rafsangiani ha dichiarato che «un accordo non potrà essere trovato finché gli Stati Uniti non confesseranno gli errori compiuti in Iran». Secondo l'ideologo del partito della repubblica islamica, Hassan Ayat, «gli ostaggi potranno essere liberati solo se gli Stati Uniti restituiranno i beni dello Scià e se prometteranno di tenersi al di fuori delle questioni interne iraniane. Non vogliamo giudicare gli ostaggi — ha aggiunto — ma piuttosto l'America per i crimini che Ita commesso itegli ultimi 35 anni». Quanto alla controversa nomina del nuovo primo ministro iraniano, nelle ultime ore si è profilata la candidatura dell'ayatollah Khalkhali, npto soprattutto per aver mandato a morte molte decine di persone sotto le più diverse accuse. A questo proposito l'ayatollah Beheshti ha affermato in una conferenza stampa che -una soluzione costituzionale speciale» potrebbe consentire di risolvere l'attuale crisi tra il presidente iraniano Bani Sadr e il Parlamento riguardo alla nomina del primo ministro. Beheshti si è rifiutato di precisare se la «soluzione speciale» comporti la destituzione di Bani Sadr e l'elezione di un nuovo presidente, ipotesi avanzata da un altro ideologo del partito della Repubblica islamica. «Tutto è possibile», ha concluso Beheshti riferendosi alla candidatura di Khalkhali. Nel Paese il clima rimane teso. Ieri una bomba è scoppiata in una via di Teheran, ferendo un passante. Ad Ahwaz, una delle principali città del Khuzestan, sei persone sarebbero morte e undici sarebbero rimaste ferite in seguito a un attentato. Un'altra bomba è esplosa nella città curda di Ilam. «Guardie della rivoluzione,, pattugliano le principali strade della capi tale. Numerose bombe sono state scoperte e disinnescate. Anche ieri sono avvenuti scontri al confine con l'Iraq L'agenzia Iraniana Pars precisa che le forze di Teheran hanno spinto gli attacchi iracheni. Quattro lavoratori iraniani, infine, sono stati giustiziati porche giudicati responsabili di traffico di stupefacenti.

Persone citate: Bani Sadr, Hassan Ayat, Pars