La «leonessa» Dorio, una prova esaltante

La «leonessa» Dorio, una prova esaltante La «leonessa» Dorio, una prova esaltante Fausta Quintavalla nella finale del giavellòtto come ultima - Facili negli 800 Ovett e Coe, Grippo in semifinale DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE MOSCA — Un bel po' di quell'atletica azzurra che non è Mennea. non è Damilano e non è ancora Simeoni si è presentata ieri mattina allo Stadio Lenin, davanti a sessantamila spettatori convenuti per una seduta di elioterapia e di tifo competente nella prima giornata del massimo sport dei Giochi. Si è avuta come la sensazione di una seconda Olimpiade che andava a incominciare. Quando arriva (quando irrompe, scrivono le buone penne antiche) l'atletica leggera, molte gare del resto dell'Olimpiade sembrano giochetti per maniaci che si assemblano una volta ogni quattro anni, seguiti dall'attenzione di gente amica o comunque comprensiva. La prima apparizione è stata quella delle atlete del pentathlon; cinque gare in un giorno, roba da virilizzare anche l'atletessa che, per caso, non sia ancora virile. Subito aria di record del mondo per la sovietica Tkachenko. che di nome fa Nadezha; è ucraina, ha 32 anni, era campionessa europea già nel '74, ha bissato nel/78 ma le hanno tolto il tìtolo per faccende di ormoni. Suo il record mondiale. - ' Gabriella Dorio ha vinto la prima serie degli 800, avanti le prime tre alla semifinale di oggi. E' stata l'unica a sconfiggere una sovietica. Ha corso in maniera quasi didascalica. In agguato fino ai 600 dopo aver passato i 400 in l'01"36, poi. leggera, serena diremmo, e scivolando di fianco alla Minejeva. Poco italiana per determinazione e sicurezza, la Dorio si è fatta un 2'01"4 quasi in allegria. Ha una permanentona che la fa sembrare una leonessa. Ha detto dopo la gara: -Stavo bene come a Pisa, quando ho fatto il record italiano con 1 '57"7. Ad un certo punto si andava cosi piano che dovevo rompere il passo per non cadere*. Intanto, Fausta Quintavalla lanciava il giavellotto in un angolo dell'immenso stadio. Dopo la gente sovietica fischiava Ruth Fuchs, tedesca dell'Est colpevole di fare meglio della russa Saida Guba, e soprattutto della Birylina, primatista del mondo, il cui giavellotto trovava l'unico, Gabriella Dorio vista da Bruna vento di tutta Mosca e faceva strane cosacca nell'aria. La nostra si qualificava per la finale col dodicesimo lancio, al limite dunque, con 58,76, un metro e 10 appena meno della Birylina, undicesima. Intanto gli 800 andavano avanti e le nostre Porcelli e Possamai, seconda e terza serie, perdevano male, senza mai afferrare la testa della gara, il ramo delle concorrenti buone. La russa Provdokhin faceva il tempo migliore. l'58"5, ma contano i piazzamenti e le impressioni visive, ottime per la Dorio che oggi avrà contro in semifinale (avanti le prime quattro) la stessa Provdokhln, la bulgara Chiteneva. la Minejeva e altre ancora. Nel pomeriggio subito i 10.000 — i primi quattro in finale, più il miglior tempo — Subito la batteria di Viren. ed era il grande dramma del grande caldo. L'etiope Kedir e il romeno Treaci. due dei favoriti, dopo ventiquattro minuti di pausa si liberavano del finlandese Viren che diventava di colpo, lui trentunenne, lui vincitore di quattro titoli olimpici nel '72,e nel '76. un vecchio deambulante a piccoli passi. Ma all'ultimo giro, Treaci sotto il sole, nell'aria quasi malsana, partiva a sorpresa, di colpo sbandava, correva per cinquanta metri ancora e stramazzava. Kedir vinceva, Viren si trovava quarto, qualificato per la finale senza volerlo. La tragedia di Treaci superava visiva¬ mente quella di Viren. che pure segna enormemente la storia dell'atletica. Nell'altra serie. Yfter, l'etiope dei molti misteri, a partire da quello della sua data di nascita, faceva il ritmo alternandosi con il britannico Foster e il tedesco Est. Peter. Vinceva l'etiope, brutto e nanesco da fermo, bello e grande in corsa. Un etiope pure per la terza serie. Kotu. Anche per statura, sembrano tutti figli poco sviluppati di Abebe Bikila. Negli 800. Ovett troppo facile, appena sotto gli l'50". Grippo era in batteria con Coe. vincitore in l'48''5. Grippo arrivava soltanto quarto ed era eliminato. La giornata si consumava ancora con altre gare. Ilona Slupianek. tedesca dell'Est a suo tempo colpita per doping, vinceva il peso (in 22.41) in una congrega di balenottere, la nostra Petrucci era indietro, senza il record italiano molto atteso, molto «covato». La Tkachenko rifiniva intanto il suo pentathlon: è piccolina ma sa andare forte in ogni specialità. g.p.„. Gabriella Dorio vista da Bruna

Luoghi citati: Mosca, Pisa