Decreti economici in alto mare Finora approvati solo 2 articoli di Eugenio Palmieri
Decreti economici in alto mare Finora approvati solo 2 articoli Frenetiche consultazioni per evitare che decadano Decreti economici in alto mare Finora approvati solo 2 articoli ROMA — Consultazioni frenetiche tra i ministeri interessati e i gruppi parlamentari della maggioranza, riunioni di esperti, telefonate tra Palazzo Chigi e il Senato, tutto per cercare di superare una situazione che appare sempre ingarbugliata. Ancora ieri sera, la sorte dei due decreti all'esame del Senato, la cui conversione in legge dovrebbe realizzarsi per i primi di settembre, sembrava estremamente incerta. Un vero pasticcio, inoltre, si sta rivelando la soluzione da dare al problema delle trattenute i n ba se al famoso Pondo di solidarietà. Nelle prossime ore i tre ministri economici, La Malfa, Reviglio e Pandolfi dovrebbero avere uno scambio di vedute con i capigruppo dei partiti della maggioranza per fare il punto, tenendo conto delle indicazioni emerse nelle prime battute, della discussione, alla Commissione Bilancio... Un tour de force, a questo punto, per evitare il ricorso estremo alla richiesta della fiducia da parte del governo. Si sa che il governo 0 disponibile ad accogliere alcune richieste come quella partita dai comunisti, da alcuni democristiani e da altri gruppi, di un raddoppio dell'imposta sugli alcolici (il governo ha proposto un aiunento di 5 voile). Il ministro delle Finanze Reviglio è intenzionato però a chiedere che vengano nel contempo indicate misure per far fronte al minor introito fiscale. Fatto sta che fino al tardo pomeriggio di ieri soltanto due articoli del decreto fiscale erano stati approvati dopo che buona parte della mattinata era andata spesa per l'esame di ben 110 emendamenti. I missini hanno rinunciato, almeno per il momento ad un ostruzionismo durissimo, ritirando una fetta degli oltre 150 emendamenti presentati, ma si sono riservati di riproporli in aula. Secondo gli ottimisti, una serie di consultazioni tra i vari gruppi politici, soprattutto su alcune parti del secondo decreto (dedicato ai provvedimenti di spesa), potrebbe accelerare i tempi e far si che i decreti possano essere approvati dal Senato prima di Ferragosto. Per i pessimisti, il rischio di una decadenza 6 tut- torà intatto. Molto dipenderà dai contatti ufficiali e ufficiosi delle prossime ore e dall'atteggiamento che assumeranno i comunisti, in quésto momento i più attenti all'esame di ogni articolo. Il primo articolo approvato prevede tra l'altro, l'accorpamento delle aliquote Iva dell'I, del 3 e del 6 in quella del 2. A quanto ha spiegato un senatore democristiano, la riduzione al 2 per cento delle aliquote del 3 e del 6 precedentemente in vigore per l'edilizia è stata circoscritta alla sola edilizia popolare. Quanto al decreto sullo 0,5, sebbene il governo abbia deciso di presentare un disegno di legge sostitutivo, è ancora all'ordine del giorno delle due commissioni. La questione sta diventando un vero e proprio rompicapo : si tratta di evitare inutili e costose complicazioni come quelle derivanti dalla restituzione ai lavoratori dipendenti dei soldi trattenuti sulle retribuzioni 'di luglio e di agosto. Attraverso quale via restituirli? In via diretta, riaccreditando le somme trattenute con gli stipendi di settembre o in via indiretta, considerando il prelievo di luglio e agosto come anticipo di quelli che dovrebbero essere effettuati una volta varata la legge? Altro problema sarebbe' quello degli interessi: se infatti si procedesse alle ritenute se ne renderebbe obbligatoria la corresponsione. Eugenio Palmieri
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