Viaggio nelle capitali dell'industria tessile e dell'abbigliamento
Viaggio nelle capitali dell'industria tessile e dell'abbigliamento Viaggio nelle capitali dell'industria tessile e dell'abbigliamento Biella: «La crisi covava da un anno» All'origine vi sarebbero i vincoli imposti dallo Sme, l'inflazione, Palio costo del lavoro - Un'indagine fra gli imprenditori fa prevedere una caduta «secca ma breve» della produzione - «Occorre aumentare la produttività» DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE BIELLA — «Abbiamo incominciato a diventare meno competitivi con le aziende estere lo scorso anno nel mese di agosto: colpa dei vincoli imposti dallo Sme alla nostra lira, colpa del tasso d'inflazione galoppante, colpa dell'elevato costo del lavoro e del denaro», rivela con amarezza il dottor Sandrl, direttore dell'Unione industriali di Biella. E prosegue: «Prima la recessione ha avuto un andamento, diciamo così, planato. Le esportazioni calavano, è vero, però la domanda interna rimaneva vivace, sostenuta. Dal mese scorso c'è stata una discesa generale non più a passi felpati, il che, nonostante tutto, poteva concedere ancora un po' di respiro, ma a candela». L'analisi di Sandri, piena d'ombre e d'inquietudini riguarda l'intera attività industriale biellese, ma le note particolarmente dolenti giungono soprattutto e ancora una volta dal ramo tessile, il più importante dell'economia della zona. E' un settore formatosi nel corso di un processo secolare, attraverso un'ac-, cumulazione lenta e paziente, e che ora comprende 1504 aziende con 32.736 dipendenti: grandi complessi e imprese minori con le quali si attua una sorta di decentramento produttivo. «E adesso — dice Sandri — sii questo panorama un tempo rassicurante si addensano nubi e, quel che è peggio, le nubi si stanno scaricando». Non sono immagini retoriche. Secondo l'Unione indu¬ striali esse fotografano la situazione, il che è testimoniato dalle previsioni fatte dalle imprese associate per il terzo trimestre di quest'anno, da luglio a ottobre. I numerosi' diagrammi che ci mostra il dottor Sandri presentano con costante monotonia curve con andamento discendente per la produzione, per gli ordini (soprattutto per quanto concerne l'export) e per l'occupazione. Sono diagrammi ricavati da un'indagine che l'Unione ha svolto tra i vari aderenti. Nell'ambito della produzione globale (in cui quella tessile ha un'importanza fondamentale) il 44,2 per cento delle imprese interpellate prevede una diminuzione, l'8,7 per cento un aumento, il saldo « pessimisti-ottimisti » risulta pertanto negativo (—35,5 per cento). Per quanto riguarda gli ordini, il 59 per cento delle aziende prevede un calo e soltanto il 6 per cento un aumento. 11 12,5 per cento delle imprese è preoccupato per una possibile diminuzione dell'occupazione e soltanto il 2,9 per cento prevede una crescita. Sale invece il numero, delle aziende che teme di dover far ricorso alla cassa integrazione: erano il 4,8 per cento il trimestre scorso, sono ora Il 23.1 percento. L'unica nota non completamente negativa giunge da uno studio della Snia. Esaminando la curva della produzione e quella della provvista di merci, curve che hanno un andamento inverso, gli esperti rilevano che non esistono «ampi spazi di divaricazione tra luna e l'altra», sicché «la caduta dovrebbe risultare secca, ma breve». «E' anche possibile che sia così — affermano all'Unione industriali — ma è chiaro che i tempi della crisi saranno brevi soltanto se ci sarà un adeguato intervento governativo». Ed esso, sostengono gl'interessati. 6 tanto più necessario, quanto più forte si fa sentire la concorrenza estera. Gli industriali di Biella guardano con preoccupazione non tanto ai Paesi del Terzo Mondo, quanto alle industrie tedesche, la cui presenza si fa sentire in modo molto notevole su tutti i mercati. Anche a Biella come a Busto si chiede dunque che il governo assuma i provvedimenti opportuni. Ma quali? All'Unione industriali giudicano «pazzia» l'idea ventilata altrove dall'introduzione (o meglio della reintroduzione) della tassa sul filati, dalla quale deriverebbero in ultima istanza soltanto «effetti perversi», «guai superiori agli ipotetici benefici». La strada, insistono invece, passa inevitabilmente attraverso il «riaggiustamento» della scala mobile. In caso contrario si arriverà alla svalutazione, «disastro per l'Italia, ma disastro inevitabile se non si agisce in altre direzioni». Un'altra via, dicono ancora gl'imprenditori di Biella, potrebbe essere rappresentata dall'aumento della produttività. «Il sindacato — sostengono — si dichiara disponibile, però quando giunge il momento di esaminare la situazione concretamente, si chiu¬ de a riccio e non se ne fa nulla». >n fatto è—ribattono alla Camera del lavoro — che parliamo due linguaggi diversi. Per aumento della produttività gl'imprenditori intendono il ricorso schmggio allo straordinario e il ricorso altrettanto selvaggio ai premi di produzione. Non c'è aleuti accenno invece alla modifica dell'organizzazione del lavoro. Gli industriali vogliono infatti un'attività sempre più parcellizzata. La nostra posizione è opposta: noi puntiamo a una ricomposizione delle mansioni, alla conseguente maggior soddisfaziotie sul lavoro, da cui può derivare un aumento della produttività». «Riconosciamo però — ammettono che il nostro è un discorso difficile: la stessa classe operaia non sempre dimostra al riguardo la necessaria sensibilità». Clemente Granata 11 capitale Sir sarà aumentato MILANO — L'assemblea degli azionisti della «Sir finanziaria» si è svolta ieri a Milano. E' stato approvato il bilancio — si è appreso da un portavecc della società — che ha registrato perdite tali da provocare una svalutazione di capitale da 536 a poco più di 40 miliardi di lire. L'assemblea ha quindi deliberato un aumento del capitale sociale che risalirà a 100 miliardi di lire. Ciò, in ossequio a quanto previsto dal decreto legge del 9 luglio scorso, avverrà mediante il comitato bancario Sir (Cbs). Da quanto si e appreso, il consiglio di amministrazione non ha fatto registrare alcuna variazione. La Rol raddoppia il suo capitale MILANO — La Rol (società del gruppo Montedison specializzata nel settore della lubrificazione e degli ausiliari chimici) ha avviato in qucsli giorni le operazioni per il raddoppio del capitale, deliberato dall'assemblea straordinaria dell'aprile scorso al fine di finanziare lo sviluppo dell'azienda In continuo aumento negli ultimi anni. Nel triennio 1976-79, il fatturato della Rol — che e controllata dalla Gemina, consociata finanziaria della Montedison — è infatti passato da 28,9 miliardi di lire a 53,5 miliardi, con un incremento dell'85%, mentre i primi sei mesi del 1980 hanno fatto registrare un ulteriore incremento di circa il 50 per cento rispetto al corrispondente periodo dell'anno precedente.
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