Detroit autocritica di Ennio Caretto

Detroit autocritica Detroit autocritica (Segue dalla 1 ' pagina) stante le difficoltà il sindaco non è pessimista: crede nella ripresa, sia pure rilardata. Questa fiducia, die contrasta in maniera stridente con certe manifestazioni della crisi, come la chiusura estiva di tutte le fabbridie Ford meno una, è condivisa dagli altri leaders di Detroit. In un anno, lindustria americana dell'auto Ita compiuto una trasformazione enorme che prelude al lancio delle esportazioni: per il 65 per cento, produce oggi piccole e medie cilindrate, contro il 25 per cento del '77-78. Alla General Motors, il colosso die prepara la controffensiva «che metterà l'Europa e il Giappone in ginocchio», hanno sottolineato die gli Usa «posseggono capacità strutturali senza pari». La General Motors si sente favorita anclie dal fatto che altrove la crisi — in Italia, Germania, Inghilterra specialmente — sta incominciando adesso. Così radicata è la speranza die il candidato repubblicano alla Casa Bianca, Reagan, ha presentato un suo piano per l'auto che va al di là degli Anni Ottanta. E' l'aspetto più sorprendente della torrida estate di Detroit. Dal pericolo, i suoi leaders hanno tratto la certezza di poter vincere la doppia sfida, del Giappone e del rinnovamento dell'industria. La tragedia cittadina li ha uniti, non divisi: l'atmosfera d'emergenza ne ha accentuato l'impegno, anzidié seminare il panico. Me lo lia confermato un alto funzionario sindacale, Karl Mantyla: «Nei nostri uffici, nel consigli d'amministrazione, a Washington c'è senso di solidarietà prima inesistente. Detroit ci ha costretto, ci costringe tuttora tutti all'autocritica». Mantyla ita prospettato con cautela «la fine degli anni del confronto e l'inizio di quelli della collaborazione» tra governo, imprese e sindacati. Ne ha attribuito il merito «alla presa di coscienza dei propri errori da parte di ciascuno». Riassunta in breve, l'opinione dei leaders sindacali è questa. La crisi è stata provocata da un'anomala concomitanza del rincaro del petrolio con la congiuntura economica e l'aumento dei costi di produzione dell'auto. Il governo ha mancato nell'amministrazione, le imprese non hanno saputo anticipare gli eventi, e i sindacati non hanno badato a sufficienza all'assenteismo e alla produttività. Messe di fronte ai fatti, le parti sociali stanno però correndo ai ripari. «Purtroppo abbiamo dovuto pagare gli sbagli a caro prezzo» ha dichiarato Mantyla. «Con maggiore reciproca comprensione si sarebbero potute evi tare molte sofferenze umane». Come Colei nari Young, Mantyla ha indicato in settembre-ottobre il probabile periodo della svolta, sempre che Detroit riesca a superare le prossime dure settimane. Dall'81 in poi, l'industria automobilistica americana si presenterebbe al mondo rinnovata: in che modo e con quali mezzi me lo hanno chiarito nei particolari le grandi Case. Ennio Caretto

Persone citate: Karl Mantyla, Reagan

Luoghi citati: Detroit, Europa, Germania, Giappone, Inghilterra, Italia, Usa, Washington