Forse causata dalle spiagge sporche la strana epidemia in Costa Azzurra
Forse causata dalle spiagge sporche la strana epidemia in Costa Azzurra Trenta bimbi erano stati ricoverati con sintomi di meningite Forse causata dalle spiagge sporche la strana epidemia in Costa Azzurra Ora l'allarme è cessato; soltanto due piccoli pazienti sono ancora ricoverati per una forma virale - Qualcuno invece dice: «È colpa del mare inquinato» DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE NIZZA — Spiagge affollate, bambini clie giocano nell'acqua, una magnifica giornata di sole. Vacanze di nuovo tranquille per le migliaia di turisti affluiti sulla Costa Azzurra, la grande paura dell'epidemia è passata, i giornali non ne parlano più. soltanto due bambini (degli oltre trenta ricoverati nei giorni scorsi) sono ancora trattenuti in osservazione all'ospedale pediatrico Lenval. L'incubo era incominciato quattro giorni fa, quando uno dopo l'altro decine di bambini, molti in tenera età, avevano accusato strani malesseri: lebbre, cefalea, nausea, un dolore intenso e diffuso fra il collo e la nuca. I medici consultati dai parenti avevano consigliato il ricovero in ospedale, ai primi accertamenti i sanitari avevano temuto di trovarsi di fronte ad una epidemia di meningite. La paura era aumentata col passare dei giorni anche se l'evoluzione della malattia nei primi pazienti ricoverati faceva ritenere errata la diagnosi più terribile. La tranquillità è tornata, finalmente, ieri quando nel laboratorio Pasteur di Parigi sono stati comunicati i risultati degli esami sui campioni di siero che erano stati spediti nei giorni scorsi. «Nessuna paura — spiega il dott. Mothon, direttore dell'ufficio di igiene — si tratta di una forma di meningite; virale che non ha nulla a che. vedere con quella prodotta dal meningococco, molto girare e pericolosa. Questa, invece, si cura con qualche aspirina e un po'di riposo a letto». Perché si è diffusa cosi rapidamente e in cosi v alto numero? Il medico si stringe nelle spalle: «£' un po' come il raffreddore: viene passalo dall'uno all'altro, specialmente per via orale. Colpisce i bambini perché gli adulti sono, come dire, vaccinali dalla loro stessa età». Da dove proviene il virus? Il dott. Mothon allarga le braccia: <■/virus sono dappertutto, nessuno può preluderli, nessuno è in grado di stabilire in quali condizioni si sviluppano più agevolmente che in altre». Nei giorni scorsi era divampata una polemica a proposito dell'igiene delle spiagge e dell'inquinamento del mare. In Francia le spiagge sono libere, non date in concessione come in Italia, e alcune sarebbero in stato di abbandono, infestate da rifiuti di ogni genere. L'opinione pubblica aveva fatto risalire l'origine dell'epidemia a questo disordine, la resj)onsabile del Dipartimento sanitario delle Alpi Marittime, signora Motte, aveva denunciato le pessime condizioni igieniche degli arenili subito dopo l'esplosione dei primi casi del male. Il direttore dell'ufficio d'igiene smentisce categoricamente che l'epidemia abbia potuto avere origine e si sia diffusa per questi motivi. «So-, no sciocchezze. Le spiagge, il mare inquinato non c'entrano». A sostegno di questa tesi aggiunge: «Il primo caso di meningite è stato registrato a Nizza nel novembre dell'anno scorso. Altri casi, molto limitati, sono stati scoperti a gennaio e febbraio. Tutti mesi in cui la gente non va al mare, sulla spiaggia, non fa i bagni». Un attimo di pausa, poi il dott. Mothon aggiunge: «Certo, più pulizia sulle spiagge non sarebbe male. Per motivi igienici, naturalmente: niente a che fare con questa forma di meningite». Una malattia benigna, «banale» come assicura il dott. Mothon, per la quale i sanitari non hanno neppure l'obbligo di fare denuncia. «Mentre invece devono segnalare i casi di influenza», precisa il direttore dell'ufficio d'igiene, quasi per sottolineare la banalità di questo male che ha creato viva inquietudine tra i bagnanti della Costa Azzurra. All'ospedale Lenval, dove sono ancora ricoverati due piccoli ammalati, c'è un'atmosfera tranquilla. «Veramente qui non c'è mai stala tensione», dice il dott. Alain Nebout. «Fin dai primi giorni ci eravamo resi conto che si trattava di un'affezione virale, assai meno grave di quella batterica». Pino a domenica (ieri non è più stato ricoverato nessuno), ì bambini colpiti dal virus erano più di trenta. «Qualche altro è stato ricoverato nell'o- s]>edalc jmdiatrico Cimice — dice il dott. Nebout — ma sono già tornati tutti a cosa». Al direttore dell'ufficio d'igiene ho chiesto ancora se sono stati presi provvedimenti per evitare in futuro il diffondersi del contagio. «C'è poco da fare — ha risposto —, non ci sono né cure né medicine per evitarlo. Così come non esiste un l'ero e proprio trattamento del male. Il virus arriva e si sviluppa non si sa come. I primi casi, come ho già detto, risalgono all'inverno scorso, ma si è trattalo di qualche fatto sporadico. Prima d'ora il male non si era mai manifestato in maniera cosi massiccia. Ma non c'è da preoccuparsi, si può continuare a prendere la tintarella e fare il bagno senza paura. Francesco Pomari
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