Questa volta non le oche ma un cane ha salvato il tesoro del Campidoglio

Questa volta non le oche ma un cane ha salvato il tesoro del Campidoglio Questa volta non le oche ma un cane ha salvato il tesoro del Campidoglio ROMA — Secondo i carabinieri, sarebbe stato il «colpo dell'anno» quello sventato in seguito alla fortuita scoperta di un cunicolo scavato sotto il Campidoglio e che avrebbe consentito ad una banda di scassinatori di giungere al «caveau» della Tesoreria comunale dove, fra qualche giorno, sarebbero stati depositati gli stipendi di alcune migliaia di impiegati, per l'importo di qualche miliardo di lire in contanti. Il fiuto di un cane, appartenente alle unità cinofile dei carabinieri, ha messo in allarme una delle speciali pattuglie del reparto operativo incaricate del controllo degli anfratti boscosi del Campidoglio, nei quali frequentemente si nascondono spacciatori di droga e tossicomani : cosi si è giunti alla scoperta di una botola che immetteva in un cunicolo scavato in direzione della parete di protezione della Tesoreria comunale. Quando il cane si è bloccato, ringhiando insistentemente, davanti ad un tombino seminascosto da un cespuglio, i carabinieri hanno disposto una ispezioni, dopo aver chiuso tutte le vie d'accesso al colle Aperta la botola, i militari si sono trovati davanti ad un cunicolo di alcuni metri, scavato orizzontalmente, che andava a raccordarsi ad un passaggio preesìstente nella ragnatela di gallerie che attraversano, dall'antichità, il Campidoglio per la serie di costruzioni sovrapposte. La parte più importante dello scavo, quindi, era stata già compiuta dalla banda. In questa prima fase dell'impresa gli scassinatori si erano certamente serviti di esperti del mestiere, in grado di «armare» lo stretto passaggio per evitare crolli e per raccordarlo ai passaggi sotterranei che dovevano portare gli specialisti della «lancia termica») a contatto con le casseforti comunali. I carabinieri che ne hanno ricostruito il percorso esplorando la rete di cunicoli, alcuni risalenti addirittura all'età imperiale, hanno constatato che sarebbe stato sufficiente scavare altri due metri nella pietra calcarea del colle capitolino per consentire alla banda di raggiungere le fon¬ damenta del Palazzo Senatorio, tra via Monte Tarpeo e via Monte di Giove dove, negli scantinati, ha sede la Tesoreria comunale. Mentre tutta la zona è stata messa sotto controllo anche con l'intervento dei tecnici del comune e con le maestranze addette alla manutenzione dei palazzi capitolini, i carabinieri, usando tecniche da ricerche speleologiche, proseguono nelle ispezioni alla ricerca di altri possibili passaggi. Fino a questo momento, a quanto pare, la gang che doveva certamente disporre di grossi mezzi e di una complessa organizzazione logistica non aveva ancora portato nei sotterranei la complessa attrezzatura a base di lance termiche e trapani speciali.