Sanremo in balia dei «maghi» di Luciano Curino

Sanremo in balia dei «maghi» A convegno per due giorni nella «città dei fiori» no n !■•>•.. (kkmiì ■ liiifì—r t,, j > .—: .i.. .. .,< i Sanremo in balia dei «maghi» Sono illusionisti e prestigiatori italiani e stranieri capaci di sbalordire con i loro trucchi e la loro destrezza - Fra gli intervenuti il torinese Alexander, che rimette in moto a distanza gli orologi rotti, e il veronese Valenten, che trafìgge con spade la propria partner DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE SANREMO - Per due giorni famosi maghi italiani e stranieri tengono convegno e danno spettacolo a Sanremo.. Mago è parola impressionante. Domando al prof. Alberto Sitta, presidente del club magico italiano, che cosa c'è scritto nel loro passaporto o nella carta d'identità alla voce «professione»: mago, illusionista, prestigiatore? Risponde che prestigiatore è 11 termine più esatto, comunque nel passaporto o cose del genere c'è scritto artista. Esperto, se vogliamo, nell'arte di ingannare onestamente, bonariamente, divertendo. In un mondo di sofisticazioni e con troppi che cercano di imbrogliarti subdolamente, questi maghi almeno ti avvertono; attento che ti inganno, che ti sbalordisco con un trucco, che ti faccio credere quello che non è. Ma sovente non c'è trucco, c'è una stupefacente destrezza, o perfino qualcosa di davvero inspiegabile. E' inspiegabile, per esem¬ pio, come giovedì scorso, stando a Roma e attraverso la radio, Alexander abbia rimesso in movimento orologi rotti in molte case d'Italia. Durante la trasmissione «Radio anch'io» Alexander ha detto ai radioascoltatori che avevano orologi che non funzionavano di andarli a prendere, poi ascoltare le sue parole e ripeterle, che gli orologi avrebbero ripreso a funzionare. E poco dopo, da ogni parte, sono arrivate decine di telefonate; gli orologi rotti marciavano davvero. Vai a spiegare questo fenomeno. Quanti sono i maghi in Italia, professor Sitta? Un migliaio, ma molti sono dilettanti che-lo fanno per hobby e altri sono semiprofessionisti; impiegati di banca, per esempio, che sono anche prestigiatori e danno spettacolo. I professionisti più noti sono pagati due, tre milioni per serata. Altri meno famosi hanno cachet che vanno da 300 a 700 mila lire. Molti hanno nome d'arte. Sllvan si chiama cosi perché una ventina di anni fa è stato presentato in uno spettacolo televisivo da Silvana Pampanini. Era sconosciuto, ha avuto immediato successo e, per riconoscenza o per scaramanzia, ha pensato di prendersi un po' del nome della presentatrice. Come si diventa mago? Risponde Sitta che ci vuole predisposizione, lavorare molto, sapere anche parlare e muoversi. «Deve esercitarsi davanti allo specchio. Lo specchio è il miglior giudice, soprattutto per chi fa manipolasione», aggiunge il semiprofessionista Mario Albelli. E qui bisogna dire che diverse sono le specializzazioni in questo campo; manipolazione, magia generale, magia comica, cartomanzia, micromagia, le grandi illusioni, mentallsmo, l'escapologia che è la capacità di liberarsi ed evadere, e In questa specializzazione Houdlni resta insuperato. C'è concorrenza tra i maghi, rivalità, gelosie? C'è emulazione e rispetto. Un mago capisce subito il trucco di un altro mago, ma per correttezza non ripete l'esercizio del collega. Anzi, tengono tra di loro seminari di aggiornamento e vi dibattono esperienze e tematiche. E rivelano nuovi trucchi che per l'impiego di tecniche moderne, come le microonde alla luce nera, diventano sempre più sofisticati. Sicché, paradossalmente, la magia cresce cop lo svilupparsi delle tecnologie. Nessuna rivalità, dunque, ma piuttosto collaborazione, e gli anziani insegnano al giovani. Il grande Bustelli, lasciato il palcoscenico, apri a Firenze la «casa magica» per apprendi sti maghi. Fra i molti maghi venuti a Sanremo sono Alexander, Chun Chi-fu, Jo Patrik, Hugo Le Clochard, Milton, Jean Garange, Valenten e Alice. Specialista nelle grandi illusioni (quattro anni fa ha vinto a Vienna il premio mondiale) Valenten è un veronese di una cinquantina d'anni che ha cominciato a fare il mago a 13 anni «a livello parrocchiale». Alice è la sua partner (lei'j si definisce cavia) e Valenten la incatena, la taglia la brucia, la trafigge con un gran numero di spade, e questo da parecchi anni, davanti a migliaia di testimoni. Conosce qualcosa come tremila «giochi», la sua creazio¬ nrrsesglsgCbstrin ne che più lo inorgoglise è fare levitare Alice su un tamburo ruotante. Gli si domanda se va sul palcoscenico in frac, e risponde che il frac lo indossa il manipolatore, per le grandi illusioni è più corretto lo smoking. Alexander, 29 anni, torinese, risiede a Roma, uno dei grossi nomi internazionali. Com'è diventato mago? Bimbo, faceva già giochetti di destrezza. A dieci anni un gesuita dell'Istituto Sociale di Torino, che adesso è missionario nel Madagascar, gli ha insegnato i principali trucchi del mestiere. Finito il liceo è andato un anno ad imparare dai maghi parigini. E'professionista da nove anni. Vanta con giusto orgoglio di essere stato il primo, nell'ottobre '76, a piegare una chiave a distanza. E giorni fa c'è stata quella storia degli orologi rotti che hanno ripreso a marciare. Dice: «E' sempre più difficile trovare cose nuove, belle ed efficaci». Una delle sue cose recenti, che definisce «molto bella», è la sparizione dell'oca. Un'oca di sei chili è li sui palcoscenico un po' goffa davanti a tutti, e da un momento all'altro scompare. Naturalmente non c'è niente di miracolistico, un trucco c'è. Quale, il mago non lo rivela. Al massimo 11 mago svela la regola aurea della sua arte: «Fare quello die non dici - dire quello che non fai - non fare quello che dici - non dire quello die fai». , Luciano Curino

Persone citate: Alberto Sitta, Chun Chi-fu, Hugo Le Clochard, Jean Garange, Jo Patrik, Mario Albelli, Silvana Pampanini, Sitta