A giudizio 5 giovani por spaccio di droga
A giudizio 5 giovani por spaccio di droga A giudizio 5 giovani por spaccio di droga Nel settembre dello scorso anno circa settanta persone finirono in carcere su altrettanti mandati di cattura per la più vasta operazione in Italia contro lo spaccio della droga pesante. Tra gli arrestati c'era di tutto, 1 «pezzi da novanta» dello smercio di eroina, quelli di medio calibro di stupefacenti: le Indagini disegnarono una mappa dettagliata del mercato dell'eroina in città; portarono alla scoperta di una decina di clan organizzati con una base operativa e una zona di competenza nei vari quartieri di Torino. L'Inchiesta fu affidata al giudice Istruttore Cuva che In questi giorni ha rinviato a giudizio un primo gruppo di cinque persone. L'accisa: spaccio di stupefacenti e associazione per delinquere. I loro nomi. Iolanda Lorenzatti, 25 anni, corso Francia 12; Giovanni Pettinadu, di 24; Alessandra Montatói, di 23, via Garibaldi 5; Giorgio Gaio. 26 anni, via San Massimo 6; Ulisse Cuoco di 21. Del gruppo sono alle Nuove soltanto Petterutdu e Cuoco, gli altri in libertà provvisoria. Prosciolte due donne, Silvana Carlassare di 26 anni e Maria Ares di 36. Un sesto giovane, Alberto Giordano, 35 anni, presunto boss, è morto la settimana scorsa in carcere, stroncato da collasso. Nella sentenza di rinvio a giudizio il dott. Cuva traccia una mappa del traffico clandestino, individua brevemente i vari clan. Personaggio-chiave del giro era Biagio Fabiano, 36 anni, messinese d'origine, «Reno» per gli amici, arrivato a Torino nel gennaio '78 dopo un apprendistato proficuo nello spaccio di droga sulla piazza milanese. In un anno a mezzo «Reno» bruciò le tapppe riuscì a creare una rete capillare di gregari che ope-. ravano nel centro storico. Presso il bar Lanterna di via Caraglio avevano impiantato la sede operativa 1 fratelli Giuseppe e Santo Mlano (quest'ultimo definito dal magistrato «noto pregiudicato nella malavita locale per imprese di sangue*). Vicino a Lucento (via Sansovino, corso Toscana) era 11 «quartler generale» di Giovanni Pancia e Cataldo Pierulli. '•Davanti a Palazzo Nuovo aveva costituito — si legge nella sentenza — un discreto punto di vendita tale lacche tta Francesco*. Alberto Giordana, capo indiscusso, si era installato nella pensione «Canaletto» di via Accademia Albertina: erano «a suo servizio» per lo spaccio alcuni tossicodipendenti come la Lorenzatti, la Carlassare, la Montatói, Maria' Ares, il Pettenadu (l'unico che non prendeva là droga) e Giorgio Gaio. Come si è detto Giordana è stato trovato morto in carcere: crisi di asti' nenzao overdosi?
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