Dura, bella e difficile la vita degli allievi a Livorno

Dura, bella e difficile la vita degli allievi a Livorno Dura, bella e difficile la vita degli allievi a Livorno Studiare da ammiraglio Per chi entra all'accademia la selezione è molto rigorosa - L'esame di idoneità fisica e il concorso bloccano otto candidati su dieci - La giornata si divide in lezioni, studio e sport-Unico neo: la paga modesta che persuade molti neo-ufficiali, divenuti specialisti di altissimo livello, a passare all'industria ; DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE " LIVORNO — «JVo, non c'è alcuna preclusione per entrare nell'Accademia di Livorno %- mi assicurano, concordi, i due giovani capitani di corVetta, membri del corpo insegnante, che stanno ad ascoltare pazientemente le mie domande — ma una volta non era così. Prima della guerra erano preferiti, in pratica, i nobili o in genere i rugassi dell'alta borghesia. Oggi non piii. 1 nostri allievi provengono da qualsiasi ceto. Ma la selesione è molto rigorosa». Mi trovo nel «salone degli ospiti» dell'ottocentesco palazzo centrale dell'Accademia, fra i viali e i prati ben pettinati dove si posano gli elicotteri. L'occasione è la partenza per la crociera d'istruzione estiva dei 130 allievi del secondo corso, a bordo dell'incrociatore Duilio ancorato nella rada. Un evento che si ripete ogni anno (gli allievi del primo corso imbarcano sul «Vespucci», il velieroscuola più bello del mondo) e che manda in giro per tutti i mari questi ragazzi destinati a diventare ufficiali della nostra marina, e chissà, ammiragli. ■ E' stato cosi in passato e sarà cosi ancora in futuro. Gli ufficiali di marina, con le loro divise bianche e i grossi galloni sulla manica e lo spadino dell'uniforme di parata sono ancora oggi, per tante ragioni, come il distintivo all'occhiello di un paese, una classe scelta che se non rappresenta più la nazione all'e-stero, come poteva accadere in altri tempi, all'epoca delle cannoniere, è pur sempre osservata da tutti con attenzione e interesse. E' un fatto che sin da quando la nostra Accademia navale è stata fondata nel 1881, quasi cent'anni fa. allorché vennero trasformate e unificate per iniziativa di Benedetto Brin le scuole navali sardo-piemontese di Genova e borbonica di Napoli, dai giorni della propulsione a vela o a ruote alle turbine e ai diesel e forse domani ai motori nucleari, fin da allora. l'Ac^ cademia navale di Livorno-è stato l'istituto - militare; pui prestigioso del nòstro Paese ed ha sempre goduto di altissima stima, soprattutto all'estero, anche come scuola di livello universitario e centro di studi matematici. E non è un caso che l'Accademia sia frequentata anche da stranieri. Ma è una scuola che prima ancora di formare dei tecnici, dei professori, forma degli uomini. ; Sveglia alle 6,25 precise, guattro ore di lezioni al giorno, tre ore (almeno) di studio, due ore di sport obbligatorio, à livello agonistico. E cosi per nove mesi consecutivi, poi la crociera estiva e di nuovo lo studio. «E' massacrante, ma fa bene» precisa il capitano di Corvetta. ■ Malgrado i tempi difficili e la caduta di molti ideali, il fascino della vita del marinaio nin giro per il mondo», il prestigio della divisa e il senso del servire la patria sono ancora grandi. Basta ad indicarlo il fatto che ogni anno vengono ammessi mediamente 170 cadetti (la nostra flotta, integrata nella Nato, è relativamente esigua come consistenza) ma le domande sono in media da otto a dieci volte i posti disponibili. La selezione, si è detto, è durissima. Almeno il venti per cento di coloro che hanno presentato domanda (solitamente tutti dichiarati validi dal medico privato che li ha, visitati prima della presentazione) è scartato per ragioni fìsiche. Basta un difetto della vista che passa inosservato, una lieve balbuzie, una malattia pregressa che abbia lasciato appena una traccia, per troncare sul nascere molti sogni. Poi per il candidato c'è un altro scoglio assai duro, un «periodo di preparazione» della durata di 35 giorni, nei quali gli aspiranti si fanno un'idea concreta della vita che li aspetta e nello stesso tempo gli ufficiali valutano le qualità attitudinali e di carattere dei giovani: una metà in genere rinuncia ad accedere Droga: tre "no" di medici cattolici : a liberalizzazione ROMA — I medici cattolici associati all'Anici hanno opposto tre secchi «no» ai progetti del ministro della Sanità. Aldo Anìasi, sulle droghe leggere e pesanti: 1) no alla liberalizzazione delle droghe minori; 2) no alla prescrivibllità dell'eroina; 3) no alla libera prescrivibilità della morfina. - A conclusione di un documento, l'Amci «propone una correzione della legge 685 al fine di realissare e incrementare i provvedimenti di preVensione e riabilitasione ». ai corsi al termine di questo periodo. Ed ora viene il più difficile, l'esame scritto ed orale di concorso. La maggioranza dei candidati ha in tasca il diploma del liceo scientifico (il 60 per cento), un 20 per cento il diploma di un istituto tecnico, il 10 per cento la maturità classica. Eppure soltanto un terzo di coloro che si presentano all'esame supera tutte le prove. Nei primi due anni tutti gli allievi (i corsi durano quattro anni e sono divisi in tre sezioni, per ufficiali di stato maggiore, per il Genio navale e le Armi navali) seguono un piano di studi corrispondente al biennio iniziale della facoltà di ingegneria. Poi le materie divergono, per gli ufficiali di S. M. (destinati cioè al comando di navi o di enti a terra), come per gli ufficiali dei corpi tecnici (direttori di macchina o delle centrali di tiro, ecc.) subentrano le materie più propriamente professionali: navigazione, astronomia, armi subacquee, artiglieria, missilistica, radar, computer. telecomunicazioni. I corsi sono equiparati (in taluni casi può esser necessario un esame integrativo) all'insegnamento universitario. Quel che conta è che i giovani che terminano i corsi (in genere un terzo di quanti li hanno iniziati) escono dall'ac- Si dimette per protesta commissario interno esami TRENTO — Il membro interno della commissione d'esame all'istituto magistrale Cesare Battisti di Rovereto, prof. Maria Chiesa, si è di-i messo inviando un telegramma al provveditore agli Studi di Trento motivando la decisione con lo «strapotere della commissione che non le consentiva né dì dire, né di agire in alcuna maniera». L'insegnante ha detto che la decisione è maturata «per il metodo con il quale si procedeva in sede di esame». cademia con il carattere temprato e con una capacità professionale altissima. E va aggiunto che gli ufficiali dei corpi tecnici sono tenuti a proseguire gli studi per altri due anni ancora presso le università statali e conseguiranno la laurea in Ingegneria elettronica, elettrotecnica, meccanica, aeronautica e chimica, secondo i casi, e a spese della Marina. Un aspetto negativo nel quadro: gli stipendi degli ufficiali di marina sono quelli che sono, cioè bassi, certo non corrispondenti all'impegno profuso e alle capacità acquisite. Finché l'ufficiale è ancora giovane, da sposare, non si sogna nemmeno di dare le dimissioni e abbandonare la carriera intrapresa. Ma quando è un po' più anziano, con moglie e magari figli che vanno a scuola, e lui è spesso trasferito da La Spezia a Taranto o alla Maddalena o a Napoli o Messina, allora gli inviti suadenti e ben compensati dell'industria privata si fanno più facilmente sentire. Umberto Oddone

Persone citate: Aldo Anìasi, Benedetto Brin, Maria Chiesa, Umberto Oddone, Vespucci