Quattrocento delegati portano a Roma il dissenso della base del sindacato

Quattrocento delegati portano a Roma il dissenso della base del sindacato Per sabato hanno convocato un'assemblea nazionale straordinaria Quattrocento delegati portano a Roma il dissenso della base del sindacato Adesioni in tutte le categorie -11 documento su cui si discuterà critica la gestione dei «vertici», rivendica una «democrazia diretta», vuole distinzione di ruoli fra governo, partiti e sindacato ROMA — Non ammettono ufficialmente l'esistenza di aspri contrasterà il. vertice della, fedeiaziórié Cgil-Cisì— Uil e la base operaia, ma i quattrocento delegati di fabbrica che si sono autoconvbcati per sabato a Roma in assemblea straordinaria criticano aspramente la gestione sindacale degli ultimi anni, ne chiedono una sostanziale revisione, sollecitano l'estesa applicazione di metodi di «democrazia diretta» soprattutto all'interno del movimento. Partiti in quattrocento con questa iniziativa, si troveranno in molti di più (forse 700 o 800) nella sala del «Museo del folklore», a qualche decina di metri da Piazza Santa Maria in Trastevere, ad affrontare il problema del distacco reale fra la massa dei lavoratori e il sindacato sui grandi temi della società come sulle questioni rivendicative dei singoli settori. Vi saranno numerosi delegati di fabbrica Fiat, Montedison, Siemens, Fatme, Italsi- der, Alfasud, Alfa Romeo, Olivetti, Selehia,Iridesit. SitSicmens, Marzotto, Nuova Innocenti, ma anche esponenti di sindacati confederali nazionali, regionali e provinciali-delia scuola, dei metalmeccanici, dei ferrovieri, degli ospedalieri, dei lavoratori agricoli. Fra le molte adesioni, quelle del segretario confederale della Uil Buttinelli e del segretario generale dei metalmeccanici della stessa Uil, Mattina. Nella provincia di Roma, significativa la partecipazione dell'intero consiglio dei delegati dell'azienda agricola di Maccarese e della maggioranza dei delegati del Policlinico di Roma. «Bisogna battere—afferma un documento che sarà al centro del dibattito — Quelle tendenze die nel sindacato e in alcuni partiti vogliono trasformare la reale tendenza di democrazia diretta in un nuovo strumento di contenimento e subordinazione dei lavoratori alle scelte del padronato, dividendo tra i lavoratori più. partecipazione attiva e di massa delle assemblee dei lavoratori e riservandosi ai vertici sindacali la contrattazione con il governo. «Afa il sindacato — prosegue il documento — non ha potuto presentare concreti risultati, mentre i consigli di fabbrica hanno visto accrescersi le difficoltà di rapporto con i lavoratori. Con questa strategia, che ha avuto come costo notevoli sacrifici per i lavoratori in termini di contenimento salariale, mobilità della forza-lavoro, maggiore sfruttamento e anche licenziamenti, e non ha prodotto i risultati sperati, il movimento sindacale ha visto di conseguenza diminuire la sua forza contrattuale, mentre si è ridotta pericolosamente la quantità globale di manodopera contrattata a livello nazionale, anche perché restano ancora fuori dalla tutela sindacale milioni di lavoratori delle piccole aziende, il lavoro nero, precario e a domicilio». Gian Carlo Fossi le perdite egli affanni che effettive possibilità di governo. Bisogna battere i tentativi di usare strumentalmente questa tendenza per illudere i lavoratori che un nuovo pansindacalismo possa sostituire quello risultato sconfitto negli ultimi anni». Ed ecco le critiche alla ge stione passata, che troveran no nuovi incentivi nel dissen so manifestatosi tra i lavoratori sulle recenti misure eco-] nomiche del governo, in particolare sul fondo di solidarietà da istituirsi con il prelievo; dello 0,5% sul monte salari, il, documento rileva che l'impostazione di politica sindacale della federazione unitaria! Cgil-Cisl-Uil seguita finora) ha cercato di presentare ilj sindacato di fronte al governo, oltre che di fronte agli imprenditori, come una entità] che potesse determinare le] scelte fondamentali in parallelo con i partiti e il Parlamenta lasciando che sui luoghi di lavoro il sistema di delega sostituisse una più estesa

Persone citate: Gian Carlo Fossi, Marzotto, Olivetti

Luoghi citati: Roma