Piemonte e Rhòne-Alpes regioni gemelle e ora unite

Piemonte e Rhòne-Alpes regioni gemelle e ora unite Piemonte e Rhòne-Alpes regioni gemelle e ora unite Una fratellanza iniziata col tunnel ferroviario, definita oggi Volete sapere come si viaggiava fra Torino e Parigi negli Anni 50 del secolo scorso? Ce lo dice Camillo Cavour in un articolo che egli, ministro delle Finanze, scrisse sulla «Gazzetta Piemontese» del 24 giugno 1857. Val la pena di leggerlo integralmente. «La Compagnia della strada ferrata Vittorio Emanuele, il cui servigio durante gli scorsi mesi non si estese oltre la Savoia, giovandosi ora dell'apertura testé seguita del tronco di ferrovia da Seyssel a Lione e a Macon, ha, coll'assenso del governo, organisaato un servizio internazionale stabilendo battelli a vapore che da St-Innocent presso Aix trasportano in un'ora e mezzo, pel lago di Bourget e il canale di Savières, a Culoz sul Rodano dove mette capo la ferrovia conducente per Lione a Parigi e più direttamente per Bourg e Macon. Per supplire poi al lamentato difetto di mezzi di trasporto fra S. Giovanni di Moriana e Susa, la Compagnia suddetta ha pure provveduto mediante un accordo coi mastri di posta acciò tali mezzi non vengano mai a mancare qualunque sia il numero dei viaggiatori che da Torino giungano a Susa diretti verso la Savoia e la Francia. «Il tronco da San Giovanni; di Moriana a St-Innocent presso Aix si percorre sulla ferrovia Vittorio Emanuele in ore 2 e 50 minuti. Si trovano poi ad ogni corsa battelli a va-, pare che, come sopra si è detto, trasportano in un'ora e mezzo a Culoz. Da Culoz partono i convogli che conducono a Lione in 2 ore e minuti 27 e a Macon per Bourg in 2 ore, minuti 57. Sinché il ponte sulla Saóne a Macon non sia terminato, si stabili un servizio provvisorio per traversare la città e condurre i viaggiatori alla stazione dove s'incontrano i convogli che da Lione procedono per Parigi. Tale tragitto si compie in 45 minuti. Coi mezzi sovra indicati il viaggio da Torino a Parigi per Bourg e Macon, partendo per la ferrovia di Susa si compie in 35 ore: da Torino a Lione in ore 23. Così, partendo da Torino coll'ultimo convoglio di Susa alle 6,55. sì giunge il posdomani a Parigi col treno diretto di Lione alle 6 del mattino». Vent'anni dopo, col traforo ferroviario, le cose cambiarono. E oggi, con quello autostradale, cambiano ancora: gli scambi MediterraneoNord Europa diventano più facili: ferrovia da una parte e grossi convogli su gomma (quando le strade saranno pienamente accessibili) dall'altra, creeranno una nuova rete che inserirà il Piemonte nel centro del sistema. Un parallelo storico-politico-economico tra i due trafori è molto complesso, ma può essere indicato in grandi linee. L'interesse per il Cenisio (come è ancora chiamato il traforo ferroviario) si manifestò impellente soprattutto dopo il trattato commerciale del 1863 (anch'esso merito di Cavour) con la Francia che già si era unita nel '60 con l'Inghilterra. Per cui, come scrisse Antonio Scialoja, economista e uomo politico, «chi tratta con la Francia non può far a meno di trattare con chi, a sua volta, le si colleghi mediante vincoli commerciali: gli interessi economici infatti ormai sopraffanno fatalmente i puntigli dinastici e le ombrosità orgogliose di schiatte e di preminenze ». E poi c'era un'altra questione: il taglio dell'istmo di Suez. Valerio Castronovo in «Il Piemonte» (pag. 71) analizza così questa situazione: «La politico liberista puntava all'incremento degli scambi con la Francia mentre la definitiva realizzazione della linea del Fréjus, che ne rappresentava il naturale complemento, coincideva con i progetti in corso, in vista del taglio del canale di Suez, di sviluppo dei servizi commerciali e di nuove convenzioni marittime. Lungo gli itinerari che conducevano al Mediterraneo e alle Indie orientali, il progresso delle comunicazioni fra Est e Ovest avrebbe consentito al Piemonte, dislocato in una cerniera essenziale di raccordo, di svolgere funzioni preminenti di intermediazione nei traffici con l'Europa occidentale». Spostiamo di cent'anni il discorso ed abbiamo la situazione attuale, la situazione del Piemonte inserito in un'Europa comunitaria. Piemonte e Rhòne-Alpes: due regioni gemelle che hanno più o meno la stessa popolazione (4.542.000 abitanti la prima, 4 milioni e 855 mila la seconda); che hanno ciascuna una superficie pari all'8 per cento della loro nazione; che rappresentano due punte trainanti. Il Piemonte tutti lo conosciamo e conosciamo i suoi alti e bassi; Rhòne-Alpes, dice ancora Castronovo, «è un polo tale che attenua la tradizionale preminenza di Parigi e dell'area della Senna. Lione con la chimica, la metalmeccanica e l'industria tessile; St-Etienne con le fonderie; l'Alta Savoia con impianti elettromeccanici; Grenoble con i motori e i bacini d'energia elettrica costituiscono infatti altrettanti capisaldi di un distretto industriale esteso negli ultimi tempi anche verso settori di punta quali la chimica fine, l'ottica e l'energia nucleare». Ma il traforo non va guardato con l'ottica miope di una comunicazione più facile tra le due regioni, perché in questo caso il Piemonte rischierebbe di essere assorbito dall'Europa e di diventare, come dice il prof. Franco Revelli, vice presidente della Sitaf, «il primo degli ultimi». Va invece visto come lo strumento attraverso il quale Piemonte, Lombardia, Liguria. RhònesAlpes formino insieme una grande area alternativa e concorrenziale con le aree forti d'Europa, in funzione del Mediterraneo. ' Ecco che questo mare torna a risvegliarsi e il sistema portuale che si sta costituendo da Barcellona a Fos-Marsiglia alla Liguria fino alla Spezia assume nuovo potere nei confronti del sistema del Nord. d.garb.y

Persone citate: Antonio Scialoja, Camillo Cavour, Castronovo, Cavour, Cenisio, Franco Revelli, Savoia, Valerio Castronovo