Ferme in rada a Venezia 32 petroliere Porto Marghera rischia il blocco totale

Ferme in rada a Venezia 32 petroliere Porto Marghera rischia il blocco totale Lo sciopero degli addetti ai rimorchiatori è entrato nella fase più dura Ferme in rada a Venezia 32 petroliere Porto Marghera rischia il blocco totale VENEZIA — Gli addetti ai rimorchiatori di Venezia minacciano, col loro sciopero, di paralizzare tutta l'attività portuale: le trattative tra il sindacato autonomo e i rappresentanti della società Panfido, cominciate con la mediazione della prefettura, sono state infatti interrotte ieri dopo oltre 12 ore di discussione. Le navi ancorate nella rada sono 32, in prevalenza petroliere con carichi destinati alle industrie di Porto Marghera: 13 navi a basso tonnellaggio sono state fatte entrare nello scalo della Capitaneria di porto mentre una ventina di mercantili sono stati «dirottati» verso altri scali. Natanti della Capitaneria hanno rifornito di acqua potabile per tutta la giornata le navi ferme in rada. Preoccupante rimane, a causa dello sciopero, la situazione delle aziende del pool industriale veneziano e di numerosi stabilimenti del Nord Italia. Nonostante quattro navi siano entrate nei giorni scorsi in porto «Irom», «Enel», «Esso», «Montedison» e «Montefibre» hanno già quasi esaurite le scorte e ridotto consistentemente la produzione. Se dovesse perdurare 10 sciopero martedì prossimo 11 «Petrolchimico» sarà costretto a fermare alcuni im¬ pianti tra cui il «Cracking». Le ripercussioni dell'agitazione degli equipaggi dei rimorchiatori si fanno sentire anche negli stabilimenti «Montedison» di Ferrara, Castellarla (Milano) e Villadossola (Novara) che, sempre a partire dalla prossima settimana, potrebbero essere costretti ad arrestare alcuni impianti per i mancati rifornimenti. Eventuali provvedimenti di chiusura temporanea d'impianti — secondo quanto si è appreso — potrebbero causare anche la diminuzione della 1111111 > 111111 • 111111111111111111111111111111111 111' produzione e successivamente la fermata di reparti negli stabilimenti di Mantova, Pallanza e Brindisi, sempre della Montedison e, di conseguenza, la sospensione dal lavoro di centinaia di dipendenti. Anche lo stabilimento «Anic» di Ravenna che viene rifornito dalla «Montedison» ha dovuto ridurre in questi giorni la produzione. Quale il danno economico globale arrecato dall'astensione dal lavoro dei rimorchiatori? «E' ancora presto per fare delle cifre — ha spiegato il direttore dell'ente della zona industriale dottor Giorgio Ciriotto —. / danni sono di tre ordini: i costi delle stallie, e non si sa ancora se dovranno essere sopportati dall'industria o dagli armatori, il danno diretto provocato dalla riduzione o dalla sospensione della produzione e il sicuro aumento delle tariffe di rimorchio che la "Panfido" richiederà atta Capitaneria a conclusione della vertenza». A tutto questo si deve poi aggiungere il danno indiretto che stanno subendo tutte le attività collaterali legate in qualche maniera alla produzione industriale di Porto Marghera. Un telegramma, firmato congiuntamente dalla presidenza dell'ente della zona industriale e dall'associazione industriali, è stato inviato al ministro dell'Industria e a, quello delle Partecipazioni statali per fare presente la gravità della situazione e chiedere un intervento. Lo stesso ha fatto il presidente del Provveditorato al porto, Stacchetti, il quale ha interessato il ministro della Marina Mercantile, Signorello, affinché convochi con urgenza i, rappresentanti sindacali dei rimorchiatori. g. b.

Persone citate: Anic, Cracking, Giorgio Ciriotto, Panfido, Signorello, Stacchetti