Merckx: «E' forte, gli manca qualcosa» di Gian Paolo Ormezzano

Merckx: «E' forte, gli manca qualcosa» Parla l'ultimo che ha vinto nello stesso anno le due grandi corse a tappe Merckx: «E' forte, gli manca qualcosa» Dice il belga: «Se quella di Hinault è tendinite vera, non doveva neppure osare quel che ha osato. Comunque ha vita ancora facile: avversari deboli e, in particolare, italiani paurosi. Adesso Saronni è il favorito per l'iride» Correre il Giro e il Tour nello stesso anno è bestemmia atletica? Pensare di vincere entrambe le prove è bestemmia anche tecnica? Ne parliamo con Eddy Merckx. Il belga, che ha ora trentacinque anni e fa l'industriale della bicicletta, è stato l'ultimo a «farcela», anno 1974. C'era già riuscito nel 1970 e nel 1972. Ha superato Coppi, due vittorie, anni 1949 e 1952, e Anquetil, una vittoria, anno 1964. Personalmente, abbiamo su Hinault una idea: lui è il più forte, lui è davvero stato fermato da una tendinite e basta, da un curioso accidente. Offriamo l'idea a Merckx, ci sta. «Hinault è senz'altro il migliore e poteva fermarlo soltanto un fatto traumatico, come è anche una tendinite, specie per un ciclista, che di solito ha movimenti rotondi della gamba. Però faccio due considerazioni speciali: lui è il migliore in un ciclismo molto basso di valori, almeno per le corse a tappe, se si pensa che il migliore al Tour è adesso l'olandese Zoetemelk, cinque volte secondo, dietro di me al Tour già nel 1970 e 1971; la tendinite è un'aggravante, non un'attenuante, come i crampi da stanchezza, come l'ubriachezza di chi guida. La tendinite nasce da un movimento falso, almeno in noi ciclisti, e quando arriva deve essere subito capita e curata. Nel 1968, ultima tappa del Giro di Sardegna, caddi sulla pista di Cagliari, avevo il tendi¬ ne logoro, cedette, dovetti abbandonare durante la Parigi-Nizza, riposai, rifiutai le punture, specie quelle al cortisone che ti tolgono provvisoriamente il male senza toglierne la causa. Dunque dico che alla definizione completa di Hinault come campione assoluto mancano certi avversari e ci sono di troppo certe sue leggerezze». L'idea è anche quella di un Hinault terrorizzato, adesso, da un malanno fisico abbastanza banale, che sembra mettere sabbia nel suo ingranaggio tecnico. Il francese è ora più umano, anche se (e perché) più vulnerabile. Eravamo convinti che avrebbe ire' ogni caso vinto il Tour. Il guaio (per lui) è che ne era convìnto anche lui. «Ha riposato bene fra le due corse — dice Merckx —, facendo soltanto il Giro dell'Aude e il campionato di Francia. Lo ha fermato quello che io reputo un incidente al quale lui non ha fatto forse caso: però l'occasione perduta è enorme, Hinault sinora aveva anche avuto fortuna. Un Giro molle, da controllare facilmente, un Tour senza italiani. Non sto dentro al suo ginocchio, non conosco bene 11 suo male, ma certo che lui è a un bivio: se è tendinite vera, la pagherà a lungo, e doveva ritirarsi prima. Se non lo è, questo vuol dire che Hinault è da dimensionare, o che i grossi rapporti lo hanno stroncato. Soltanto lui conosce la verità». Merckx alla voce — francese e italiano, indifferentemente, perfetto in entrambe le lingue — non sembra contento del fatto che lui rimane l'ultimo capace del doppio exploit. C'è persino il sospetto che questo miliardario della bicicletta ami davvero il ciclismo, e lo voglia vedere sempre più esaltato. E che si preoccupi per Hinault: «Io nel 1975 dovevo fermarmi in tempo, durante il Tour. Avevo la doppia frattura della mascella, e per di più un tifoso francese mi aveva affondato il pugno nello stomaco, sul Puy de Dòme (a proposito, ho vinto la causa, due franchi simbolici). Sono andato avanti, ha vinto Thevenet, il record dell'ora è stato niente, come impegno e debito fisico, rispetto a quel Tour che mi è costato due anni di vita ciclistica. Ma lasciare )a corsa, quella corsa, specie se si ha la maglia gialla, è difficile: il Tour ti sbronza e tu giochi a fare l'eroe». Si sta bene con Merckx, quanto a ragionamenti. Hinault è grande, non è enorme. Il Tour, un Tour dopo il Giro, è per ora più grande di lui, lui con la tendinite. Non cambia niente di cosa detto di bello su Hinault durante il Giro, si spera che non cambi niente di Hinault, dopo la guarigione, si conta che cambi qualcosa nel resto del ciclismo. «Moser non doveva fare il Tour, e questo a prescindere dal suo eventuale malanno — dice Merckx — perché Moser non è da corse a tappe. Ma altri dovevano fare il Tour. Bisogna stare dietro al primo teorico, per sperare di essere secondi ». Noi pensiamo a Gimondi, cento volte secondo dietro a Merckx, però nel 1973 campione del mondo. Chissà dove è nata la tendinite di Hinault, se è tendinite e non usura da rapportoni. Magari adesso i Visentini, i Saronni, i Panizza, che hanno perso il Giro, avvertono di avergli fatto perdere il Tour: è rivincita di tipo onanistico, ma serve per tirare avanti. Hinault forse è stato fermato dal caso, forse ha osato troppo. Lo sapremo fra un anno, fra due se nel 1981, come pare, concorrenziati anche da un «giro del Mondo» e da ttanto ciclismo europeo spostato negli Stati Uniti, Giro e Tour si staccheranno di nuovo, completamente. Per noi Hinault vale le due corse in anno: d'accordo con Merckx, le vale nel ciclismo attuale. E cioè Hinault non vale Merckx. «Ma il ciclismo attuale sarebbe alto se gli italiani deci dessero di correre bene, come possono fare. Perché Beccia non è al Tour? Cosa fanno adesso Baronchelli e Battaglia? E Saronni? Già, Saronni: se con Moser malaticcio e Hinault dolorante lui quest'anno non vince il Mondiale, ha perso un'occasione enorme». Il Mondiale si corre il 31 a Sallanches, dove Merckx nel 1964 cominciò a esistere, vincendo il titolo iridato dei dilettanti. Sallanches è ai piedi del Monte Bianco, il duro circuito dì quest'anno è stato scelto da Hinault, molto prima della tendinite. Gian Paolo Ormezzano LA STAMPA Direttore responsi Di la Eddy Merckx

Luoghi citati: Cagliari, Francia, Giro, Nizza, Parigi, Sardegna, Stati Uniti, Tour