Sulla grande febbre dell'Arena pesa la minaccia del maltempo

Sulla grande febbre dell'Arena pesa la minaccia del maltempo Verona: alla prima della «Gioconda» gradinate semivuote Sulla grande febbre dell'Arena pesa la minaccia del maltempo Erano comunque presenti 15 mila fans, tra cui moltissimi stranieri - Le prenotazioni per la stagione hanno già superato i 2 miliardi, con prezzi che variano da 32 mila a 2800 lire Verona ha solo 4 mila posti letto; sono già cominciati i viaggi dei «pendolari della lirica» VERONA — Tanta bella gente, certamente, ma non la grande folla per il primo appuntamento con l'Arena. Colpa del maltempo più che della giornata feriale. Cosi le gradinate non si sono riempite e «soltanto» 15 mila spettatori circa hanno atteso, con le candeline accese in mano, che scendesse la notte e che l'irruento maestro siculo-americano Anton Guadagno attaccasse. Ma i protagonisti areniani. maltempo o no. sono anche quest'anno due: il pubblico internazionale, che risponde al richiamo del più grande teatro del mondo, e i grandi attori sul palcoscenico. «La Gioconda» ha proposto il più grande, la «superstar» Luciano Pavarotti. Per lui hanno fatto esultante massa i fans emiliani, romagnoli, lombardi, che hanno sfidato previsioni del tempo ed impegni di lavoro per un appuntamento al quale non potevano mancare. Si è cosi consumato il primo rito, quello dell'esaltazione del divo, come già trantatré anni fa. sempre nella «Gioconda», con l'esplosione della «bomba» della lirica Maria Callas. -Un ricordo, quello del grande soprano, celebrato ieri sera da chi ama la lirica più che dalle molte autorità turistico-artistiche presenti, a cominciare dal ministro D'Arezzo. Perché è la gente, più che la critica, che in Arena decide. Quella gente che ha già preso posizione nel punto ideale d'ascolto, appena sotto l'ala dell'anfiteatro, dove l'acustica si dice perfetta, e soprattutto quegli oltre 200 mila stranieri (metà tedeschi) che ogni anno fanno atto di fede nell'Arena e nell'arte italiana acquistando in dicembre i biglietti, prima che si conosca il calendario. Tutti o quasi, prenotati, dunque, perché ci sono serate in cui l'Arena esaurisce la sua capienza, che è di 20 mila posti per la lirica e il balletto, e sarà di quasi 30 mila spettatori per la «Messa di requiem» del 7 agosto. Questa precauzione ha tolto tensione alla vigilia. Niente code alle biglietterie. Ieri sera la gente ha cominciato ad affollarsi ai cancelli verso le 10, mentre i 2800 possessori di biglietto di platea si godevano lo spettacolo dai ristoranti della Brà. 115 mila erano ben protetti contro l'umidità, con l'impermeabile trasparente (2 mila lire al pezzo) pronto per l'uso. Niente code e nessun lavoro per i bagarini davanti al- la prospettiva di un temporale. Ma anche perché l'Ente si è cautelato, visto che la legge non impedisce questo commercio. «Abbiamo tenuto una scorta — dice il sovrintendente Cappelli — per chi viene a Verona senza biglietto, proprio per evitare il bagarinaggio e per un ringraziamento a chi si è sobbarcato ore di viaggio per essere presente. Abbiamo il tutto prenotato soltanto per cinque-sei serate; per le altre ci sono posti». Il prezzo per una serata in Arena va dalle 32 mila lire delle poltronissime, dove si mescolano i turisti giapponesi e i ricchi texani, alle 2800 lire di una serata in abbonamento in seconda gradinata. Quello che l'Arena non può invece offrire e assicurare è un posto letto, A Verona ce ne sono meno di 4 mila e sono esauriti da mesi. Anche gli appartamenti degli universitari vengono occupati; anche le case nobili sono affittate ai grandi cantanti per un milione al mese o poco meno. Altrimenti ci sono i residence, da 500 mila lire in su. Per chi non trova posto, comunque, non c'è la disperazione degli altri anni perché c'è ancora ricettività nelle vicinanze cosi come a Vicenza, Mantova, Brescia e Modena. Cosi, alla fine dello spettacolo, mentre i fortunati con camera aspettano dai tavoli sul «listòn» l'uscita dei prota.gonisti per l'applauso collettivo e per il rito del risotto, lungo le strade che partono da Verona si formano le colonne dei pendolari della lirica. Ieri c'è stato soltanto il primo «assaggio». Ma il «serpente» di vetture e di pullman si allungherà già da domani, con la prima di «Carmen» in francese, che appena l'altra sera si è riusciti a provare dopo i rinvìi dovuti all'imperversare della pioggia. Le colonne interminabili si avranno tutte le serate in cui il cartellone propone «Aida». Eppure, mai come quest'anno a Verona domina l'incertezza. Anche se le prenotazioni hanno superato i due miliardi (500 mila paganti previsti) il nemico resta il tempo. Il meteorologo ha già cominciato a fare previsioni, che fornisce di ora in ora nell'arco della serata. Gli addetti ai lavori, però, non guardano all'esperto, ma a Cappelli. Dicono che è un uomo fortunato e che soltanto lui può sconfiggere la pioggia. Riesce persino ad accordarsi con i sinda- cati Franco Ruffo Verona. La prova generale della «Gioconda», che inaugura la stagione lirica all'Arena

Persone citate: Anton Guadagno, Cappelli, D'arezzo, Franco Ruffo, Luciano Pavarotti, Maria Callas