Semivuoti i campeggi dalla Puglia al Lazio

Semivuoti i campeggi dalla Puglia al Lazio Con l'unica eccezione della Sardegna Semivuoti i campeggi dalla Puglia al Lazio Le diminuzioni dei iuristi, rispetto al 1979, toccano il 50 per cento in Sicilia - Netta flessione anche fra gli stranieri ROMA — Diminuiscono i campeggiatori italiani e stranieri. Secondo dati forniti dalla Federazione delle associazioni italiane dei complessi turistico ricettivi dell'area aperta (Faita), la flessione delle presenze italiane nella prima decade di luglio, rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, va da un massimo del 50% (in Sicilia)a un minimo dell'8% (nel Lazio). Punte intermedie per le Marche (15%), la Liguria e la Puglia (20%) e per il Piemonte, l'Abruzzo e la Calabria (30%). Il turismo italiano è rimasto invece stabile in Veneto, Friuli, Trentino, Toscana e Sardegna. Flessione del 50% anche nelle presenze straniere in Sicilia, seguite dal Piemonte con 40%, Emilia-Romagna, Calabria e Puglia (30%), Liguria (20%), Friuli e Marche (15%) e Lazio (12%). In questo periodo l'unico aumento di turisti stranieri si è registrato in Sardegna (25%). Elezioni amministrative, blocco degli scrutini, avverse condizioni meteorologiche, lievitazione del costò della vita, dei prezzi della; benzina e del ticket delle autostrade, sono i motivi dello scarso numero di campeggiatori (secondo la Faita), oltre all'abolizione dei buoni benzina per gli stranieri e all'ultima svalutazione del dinaro. Questi dati si inseriscono nel quadro più vasto di una .generale diminuzione degli ospiti estivi in tutta Italia. La flessione sulla Riviera adriatica, quest'anno, è del 30%. Tradotta in cifre significa circa 34 mila arrivi in meno (contro i 111.575 del giugno '79) con circa 700 mila presenze (contro le 971.423 dichiarate dello stesso periodo dello scorso anno). Al complessivo calo degli arrivi, di per sé sensibile, è da aggiungere la diminuzione dei periodi medi di permanenza che, a detta degli operatori, scendono mediamente da 15 a 10 giorni. Le presenze di turisti hanno subito una flessione anche nei lidi ferraresi. Si è registrato un calo dal 30 al 35 per cento; sarebbero, cioè, venute circa 30 mila persone in .meno rispetto al giugno-luglio dello scorso anno. r Oltre a questi dati — poco, confortanti per una zona come quella del basso Ferrarese che basa quasi unicamente il suo reddito sulle industrie del turismo e della pesca — c'è da dire che gli ospiti presenti spendono poco. Scelta d'altronde ovvia se si pensa che un affitto per un appartamento a quattro posti-letto in alta stagione costa 700 mila lire, che un pranzo in un ristorante medio è sulle 15 mila.

Persone citate: Faita