Chiesto il processo per 52 degli accusati nel caso «Italcasse»

Chiesto il processo per 52 degli accusati nel caso «Italcasse» Chiesto il processo per 52 degli accusati nel caso «Italcasse» ROMA — Edoardo Calieri di Sala, Tommaso Addario, Marcello Dionisi, Nino Rovelli, Raffaele Ursini, i frateli Gaetano, Francesco e Camillo Caltagirone. Nell'elenco degli imputati per lo scandalo dei «fondi bianchì» Italcasse sono questi i personaggi più rappresentativi fra quelli che, secondo il pubblico ministero, devono essere rinviati a giudi- zio per peculato e falso in bilancio. La requisitoria è stata depositata in questi giorni: secondo il pm dei 79 imputati ben 52 dovranno essere rimessi al giudizio di un tribunale. Molti altri (quattordici, fra cui il direttore generale dell'Italcasse Giuseppe Arcaini) sono morti nel corso dell'istruttoria. Pochissime le richieste di proscioglimento («Per non aver commesso il fatto») riguardanti persone che avevano deliberato finanziamenti poi risultati regolari, o avevano chiaramente manifestato il loro dissenso su operazioni «sospette». E' il caso di Tommaso Pesce, componente della giunta del Consiglio d'amministrazione, che manifestò a verbale la propria opposizione, o di industriali come Salvatore Ligresti, Mario Croff, Fausto Delle Monache, che avevano presentato documentazioni ineccepibili nella richiesta di finanziamento. Identica richiesta è stata avanzata dal pubblico ministero per i componenti del Consiglio d'amministrazione, coinvolti solo per aver approvato i bilanci dell'istituto. Nella requisitoria, il pm è del parere che manchi «la prova die essi fossero consapevoli delle falsificazioni predisposte da Arcaini». Diversa è la posizione dei sindaci: per loro, la richiesta è di rinvio a giudizio. Pur avendo compiuto una serie di controlli sui deliberati del Consiglio d'amministrazione, si sarebbero limitati a muovere rilievi di carattere marginale.

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