La Mira Lanza (Bonomi) non abbandonerà Genova

La Mira Lanza (Bonomi) non abbandonerà Genova Accordo tra azienda, Comune e sindacati La Mira Lanza (Bonomi) non abbandonerà Genova DAL NOSTRO CORRISPONDENTE GENOVA — L'accordo — raggiunto con qualche fatica — tra amministrazione comunale, sindacati e rappresentanti della società, per mantenere a Genova la sede commerciale e la direzione, nonché uno stabilimento della «Mira Lanza», è un altro elemento positivo per l'economia genovese. La «Mira Lanza» trasferirà, con una permuta di terreni (il sistema, iniziato l'anno scorso dalla «Bocciardo», è ormai diventato un elemento fisso di operazioni del genere) con il Comune, tutte le sue attività sulle rive del torrente Polcevera, in località Teglia, tra Riva rolo e Bolzaneto: vi trasferirà tutti e seicento i suoi attuali dipendenti che lavorano a Genova. L'operazione che ha consentito di far restare la «Mira Lanza» a Genova è mólto importante e delicata e va al di là dell'attuale dimensione dell'azienda e del numero dei posti di lavoro. La «Mira Lanza» già fiore all'occhiello del gruppo Piaggio, è stata ceduta alcuni anni fa al gruppo finanziario che fa capo ad Anna Bonomi Boichini, ed è una delle più floride aziende italiane con altissimi margini di utile. Tanto è .vero che a Genova, scherzosamente sin negli Anni Sessanta, quando esplose il «boom» dei detersivi, veniva definita la «vera finanziaria dei Piaggio». Il «giro» di valuta diretto e indotto provocato dalla «Mira Lanza» è una realtà non trascurabile e crea richezza per la città. In Val Polcevera in attesa che «scatti» tecnicamente il piano regolatore generale del Comune (già approvato dalla Regione) la situazione economica e lavorativa è profondamente mutata nel giro di pochi anni. La zona, una delle poche pianeggianti della città, era stata la culla naturale dell'industria genovese dall'inizio del secolo sino al termine della seconda guerra mondiale. In pratica era una val- lata segnata da capannoni e ciminiere. Nel giro di pochi anni chiusero le Ferriere Bruzzo, il saponificio «Asborno», il saponificio «Lo Faro», si ridimensionarono la «Gasimi» (oli) e lentamente sparirono una quindicina di stabilimenti minori. All'Inizio degli Anni Settanta la Val Polcevera era definita una sorta di «cimitero». C'era rimasta soltanto la raffineria «Garrone» che però estendeva 1 suoi impianti solo per lo stoccaggio, m Da qualche anno c'è stata l'inversione di tendenza. Dalla raffineria «Garrone» è scattato un piano di rilancio che riporterà l'industria metalmeccanica tramite la «Verrina». Poi c'è stata la decisione di installare a Serra Ricco, nella parte alta della valle, degli impianti della «Dtifour», la maggior azienda dolciaria genovese (che ha assorbito an che la Elah), ora è la volta della «Mira Lanza». Per la fine degli Anni Ottanta, quando anche il Comune avrà costruito, all'uscita dell'autostrada a Bolzaneto, il grande complesso emporio e vi avrà collocato i mercati alimentari secondo le indicazioni del piano generale, si avranno non meno di due-' tremila posti di lavoro in più, ma soprattutto una presenza industriale non «monolitica» com'è stato osservato, ma saranno rappresentati i diversi generi economici, dall'industria chimica, a quella metalmeccanica sino ai centri commerciali, p.i.

Persone citate: Anna Bonomi, Bonomi, Bruzzo, Garrone, Lo Faro, Serra Ricco, Teglia

Luoghi citati: Genova