Magistrati: sciopero 2 giorni ma si tratta con il governo di Giuseppe Zaccaria

Magistrati: sciopero 2 giorni ma si tratta con il governo La protesta contro la mancanza di adeguate protezioni Magistrati: sciopero 2 giorni ma si tratta con il governo I giudici hanno deciso di astenersi dal lavoro il 14 e 15 luglio - L'agitazione sarà però revocata se verranno accolte richieste normative e economiche Domani si svolgerà un incontro con il ministro di Grazia e Giustizia Morlino ROMA — Sciopero nazionale di due giorni, da attuare probabilmente il 14 e 15 luglio prossimi, ma con possibilità di revoca immediata se il gover- ' no accoglierà alcune richieste normative ed economiche. Un incontro si svolgerà domani con il ministro della Giustizia, Morlino. La risposta dei giudici alle assicurazioni ricevute negli ultimi giorni è già definita, anche se la riunione' che avrebbe dovuto sancirla ufficialmente (quella del Co-' mitato direttivo dell'associazione nazionale magistrati) si è protratta ieri per quasi tutta la notte, senza che ne fossero rese note le conclusioni. Sull'opportunità dello sciopero, come pure su alcune delle condizioni da porre, la, convergenza era però molto ampia fin dalla tarda serata. Da mettere a punto restava piuttosto l'interpretazione da dare a questa nuova mossa: se considerare cioè lo sciopero come un ennesimo braccio di ferro fra giudici e potere politico, o piuttosto come il segno di un'apertura che entro pochi giorni dovrebbe condurre a una schiarita. L'impressione esatta sembra quest'ultima: la proclamazione di uno «sciopero differito» serve anche a dare tempo al governo per l'attuazione di alcune misure urgenti. A indicare quali, concorre soprattutto la piattaforma presentata ieri da «Unità per la costituzione», la corrente di centro-sinistra dei giudici che, proprio per la sua composizione, appare oggi la più adatta a mediare. L'Associazione magistrati (la cui giunta da oggi sarà riunita in permanenza) sospenderà l'agitazione a queste condizioni: OA1 più presto (molti propongono entro domani) il governo dovrà informare i giudici sullo stato di attuazione delle misure di sicurezza che li riguardano. ©Nell'arco di pochi giorni (probabilmente dieci) do• vrà essere avviata la trasformazione in legge del progetto sulla modifica delle compe- tenze di pretori e giudici conciliatori. ©Subito dopo, il governo dovrà fare sue con una proposta di legge le richieste di aumenti retributivi. La soluzione più probabile sarà quella del riconoscimento di un'«indennità. di funzione», che farà lievitare gli stipendi di circa 200 mila lire. Da una parte, ci sarà dunque il riconoscimento della specificità del lavoro dei giudici; dall'altra, si eviterà il rischio che l'aumento venga esteso anche ad altre categorie .del pubblico impiego. OInfine, il governo dovrà presentare entro termini ragionevoli un piano di utilizzazione dei 150 miliardi stanziati per la giustizia con la legge dello scorso aprile. La piattaforma è, chiaramente, il frutto degli incontri che negli ultimi giorni la giunta dell'Anni ha avuto ripetutamente con il presidente del Consiglio, i ministri di Grazia e Giustizia e dell'Interno. L'ultima di queste riunioni, ieri mattina, si era infatti conclusa con una dichiarazione di «piena disponj.bilìtà» da parte del governo. Il documento conclusivo della riunione di questa notte si ritiene che contenga anche un richiamo all'attuazione delle misure di sicurezza in tutti i tribunali italiani. Se a Roma, infatti, sono arrivate le prime auto blindate e i primi rinforzi ai nuclei di polizia giudiziaria, in altre città la situazione rimane sconfortante. Ieri un giudice di Milano ha ricordato che nel suo tri bunale sono giunte nelle ulti' me settimane due auto, ma senza targa né autisti. Quella dei giudici romani è stata la protesta-pilota: i magistrati del resto d'Italia chiedono però pari protezione. Sul piano delle misure di sicurezza, il documento dell'Anni dovrebbe essere forzatamente generico. Qualcosa di più specifico è però emerso, nel frattempo, dalle trattative che i sostituti della Procura di Roma (promotori della protesta e tuttora schierati su una linea autonoma rispetto all'Associazione) hanno condotto in questi giorni. Il governo ha assicurato che al più presto, all'ultimo piano del Palazzo di Giustizia di piazzale Clodio (e poi negli altri tribunali) sarà installata una centrale radio che coordini i servizi di sicurezza. I ma-, gistrati (non solo quelli impegnati in indagini sul terrorismo) saranno protetti da auto blindate, scorte e con perlustrazioni improvvise di «volanti» della polizìa. La gestione di questa «centrale della sicurezza» sarà affidata direttamente a un giudice della Procura o dell'ufficio istruzione. Il Palazzo dì Giustizia di piazzale Clodio sarà infine oggetto di un esperimento che punta a migliorarne la sicurezza interna. Oggi i controlli vengono compiuti soprattutto all'ingresso: fra breve, l'accesso del pubblico agli uffici sarà regolato per ciascun piano, un po' sull'e sempio di quanto si è fatto nei ministeri. Sulla base di queste assicurazioni, e naturalmente delle decisioni adottate dall'Anni, i sostituti di Roma si riuniranno nuovamente domani per decidere sé interrompere o no il loro sciopero. Giuseppe Zaccaria

Persone citate: Magistrati, Morlino

Luoghi citati: Italia, Milano, Roma