«Lo sciopero rinvia i processi di mesi»

«Lo sciopero rinvia i processi di mesi» «Lo sciopero rinvia i processi di mesi» Cusumano, che ha condannato Alunni, contrario all'iniziativa - «Ma bisogna fare qualcosa» MILANO — Dice il dottor Antonino Cusumano, presidente della seconda sezione penale, che ha appena concluso il processo Alunni: ••Poiché non avevo in programma udiense né ieri né oggi, sono riuscito a scansare i problemi dì coscìema che si sarebbero posti, molto pesanti, relativi allo sciopero. Oberati come siamo di lavoro, annullare un'udienza significa non un ritardo di una settimana o di quindici giorni, bensì un rinvìo di mesi. Equivale ad aggiungere un altro, lungo, perìodo di carcerazione preventiva a gente che, magari, ha già trascorso anni in attesa di giudizio. Non lo so. Non credo avrei aderito*. Conclude: «No. Sul piano umano e morale quella conseguenza è inaccettabile*. C'è la fondina di una rivoltella posata a un lato del tavolo, sopra un fascicolo; sul divano di fronte, un carabiniere di scorta. Erano in tre; precise disposizioni del ministero degli Interni hanno fissato alla mezzanotte del 26 giugno (un'ora dopo la sentenza) la fine di ogni misura di prote¬ zlone per tutti i giudici del processo Alunni. Cusumano è riuscito a tenere la macchina blindata e un carabiniere. I motivi per cui la magistratura penale milanese ha deciso due giorni di sciopero sono eguali a quelli che hanno causato la protesta romana: rivendicano «condizioni minime di tutela dell'incolumità personale dei magistrati più. esposti alla minaccia dei terroristi e non ancora e non più protetti*. Partita dall'ufficio istruzione, dalla procura della Repubblica e dalla pretura penale, l'iniziativa ha già ricevuto l'adesione del tribunale penale e della pretura civile del lavoro. Per domani è fissata un'assemblea generale nella quale i magistrati milanesi si riuniranno con i colleghi di dieci tribunali del circondario. Saranno definite altre forme di protesta. Su 130 giudici (escludendo pretura e appello) che si occupano di penale, la scorta è concessa a non più di una decina. «Per la prima volta scioperiamo per una ragione specifica, molto precisa, e che non riguarda il trattamento economico*, spiega la dottoressa Elena Paciotti, dell'ufficio istruzione. «La vicenda Amati*, prosegue, «è emblematica dell'incuria e incapacità dì provvedere ad esigenze minime. La protezione ai magistrati è assolutamente insufficiente e gravemente discriminatoria, nel senso che ad eguale rischio non corrisponde eguale tutela*. Qualcuno, in proposito, ricorda: »A VitaIone, negli anni in cui faceva il magistrato, la scorta la diedero subito. Ad Amati mai, nonostante le ripetute richieste, e il reale pericolo*. «Quando il ministero manda la macchina blindata*, interviene un altro magistrato che non desidera essere nominato, «generalmente è senza bollo e senz'autista, e passano almeno dieci giorni prima dell'arrivo del conducente. A questo punto mancano i soldi per la benzina: che viene, fornita a credito da un benzinaio, finché quello perde la pazienza e minaccia di non darne più». «Non succederà niente, ma per ógni evenienza io ho scritto delle cose, e le metterò in un cassetto», dice Antonino Cu sumano. «Delle due, l'una: o non credono all'esistenza del pericolo e allora perché conceaere una scorta, sia pure saltuaria? O ci credono, e allora perché non fornire protezione adeguata? Uno sciopero di magistrati è una protesta scomposta e scombinata: ma è l'unico modo per riuscire a farci prestare attenzione*. Ornella Rota

Persone citate: Alunni, Antonino Cu, Antonino Cusumano, Cusumano, Elena Paciotti, Ornella Rota

Luoghi citati: Milano