La breve notte delle vergini

La breve notte delle vergini COME SI CELEBRA IN SVEZIA L'ANTICA FESTA DEL «MIDSOMMAR» La breve notte delle vergini STOCCOLMA — Le statistiche informano che il 91 per cento delle svedesi ira i 15 e i 17 anni perdono la verginità nella notte di San Giovanni. Ma in effetti non deve essere del tutto esatto perché le solite ragioni economiche e la necessità di tenere alta la produsione hanno imposto lo spostamento della festa scandinava più importante dell 'anno al sabato e domenica più vicini. Il che significa, ad esempio, che in questo giugno San Giovanni è domani martedì ma le svedesi che andranno a far parte della statistica 1980 hanno fornito il loro «contributo» già sabato sera. La festa è quella del «Midsommar„ e corrisponde più o meno al Ferragosto italiano: le città si spopolano, i negasi sono tutti chiusi, si mangia e si beve di più. La notte, inoltre, che è la più corta dell'anno (in quasi tutto il Paese non fa nemmeno buio, al Nord brilla addirittura il sole, sempre che non piova o sia nuvolo) è rallegrata da falò enormi accesi dappertutto, si balla, si canta e si fanno giochi in compagnia in un crescendo di buon umore del tutto inusuale per i freddissimi nordici. Quest'urina c'è però una complicasene in quanto l'ora legale adottata per la prima volta ha fatto slittare all'una il sole di mezzanotte, il che ha creato grossi problemi alle agenzie di viaggio ma sembra che siano solo i turisti ad accorgersene; gli svedesi si comportano esattamente come hanno fatto sempre. Gli storici hanno voluto andare a fondo nella tradizione dei fuochi che risale ai tempi dei vichinghi. Pare che già allora si volesse «slimolare» il sole a rimanere alto nel cielo: le fiamme dovevano sostenerlo allo Zenit impedendogli di cominciare il suo nuovo corso con albe sempre più in ritardo e tramonti sempre più in anticipo. Pare che nel 1300 l'allessa e la direzione delle fiamme venissero «interpretale» dai preti con un misto di superstisione e credense religiose: ma a seconda delle circostanse si potevano allora fare previsioni sul raccolto e sulla crudessa dell'inverno futuro. Le ceneri dei fuo- chi venivano impiegate poi come ima specie di concime per la coltivasione del lino e spesso la gente ne conservava anche un pugno in casa chiuso in un'urna: serviva a tenere lontani gli spiriti maligni. Alla fine del 1400 cominciò poi la tradizione dell'albero innalzata nelle aie e nelle piasse e attorno al quale la gente ballava tutta la notte, anche i bambini, almeno fina a quando ce la facevano a stare in piedi. Quest'albero, che i poeti scandinavi hanno esaltato in tutti i tempi e che ancora oggi è l'espressione più genuina del «Midsommar», è in effetti un palo altissimo coperto di fiori sistemati in specie di corone che debbono rispondere a determinali requisiti. Gli stessi fiori, rigorosamente di sette tipi diversi, se li infilano tra i capelli le ragasse che desiderano far vedere di voler perdere la verginità, ma ci sono anche naturalmente le eccesioni in tulli i sensi, e attorno all'albero della tradizione si vedono ballare anche anziane signore con in testa la corona di sette fiori nonostante che la «loro notte» sia passata da tempo. Queste danze si trasformano sovente in vere e proprie orgette e già nel 1724 un certo vescovo Svedberg mandò una nota ai preti della sua circoscrizione incitandoli a convincere i fedeli a lasciar perdere il «Midsommar», una fonte di peccati di ogni genere. Naturalmente non se ne fece niente perché se ne riparla inutilmente negli atti della Chiesa svedese del 1744 e dell 759 con lamentele e scongiuri. E la tradizione è ancora oggi più viva che mai. Tra i fautori delle danze del «Midsommar» c'è anche stato un medico che si chiamava Svcnsson e che nel 1751 asseriva che «ballare ailorno all'albero aiuta a digerire il cibo sempre copioso della festa e facendolo passare assai più rapidamente del solito dallo stomaco all'intestino conserva la salute e la giovinezza». Visto che noli si riusciva a impedire il «Midsommar» e i suoi peccati, se ne cercò più lardi un'altra spiegazione: nel 1818 in una cronaca della festa tenutasi a Stoccolma nella piazza del mercato, è scritto che la tradizione, veniva ricordata in città ma che nelle campagne i contadini accèndevano i fuochi per salvare i raccolti insidiati dalle notti fredde e spesso con un ritorno del gelo, nemici della stagione. Il che ha un fondo di verità perché, nonostante si sia alla fine di giugno, può benissimo esserci una gelala die rovina il raccolto, specialmente quello della frutta. Si sa poi che, sempre nel 1800, la cenere dei fuochi veniva impiegata per curare le piaghe e non solo degli animali ma anche degli uomini: in un libro stampato nel 1848 si parladi bagni e di bevande curativi con acqua mescolata a queste ceneri tanto famose. E sempre nello stesso libro è scritto: «Chi si rotola nudo nelle ceneri dei fuochi del "Midsommar" rimarrà in buona salute per tutto l'anno. Gli uomini acquisteranno forza e le donne bellezza. Mescolare le ceneri nel lievito per il pane porterà sempre molta fortuna». Forse la faccenda del rotolarsi nudi è stata in effetti l'inizio delle ben note consuetudini svedesi: oggi «Midsommar» significa spesso tra l'altro anche la liberazione da ogni impedimento di vestiario, il ritorno alla natura con una mescolanza di fuoco, aria, fiori, erbe, corpi e atti d'amore. Ma liberarsi dei vestiti deve essere stato in passato una cosa piuttosto da donne, perché la tradizione dice che «l'uomo che è veramente uomo alla fine della giornata del "Midsommar" deve avere la zona delle ginocchia dei pantaloni piena di macchie verdastre di diverse tonalità». Oggi anche se il «Midsommar» è rimasta la festa più importante in questi Paesi del Nord e le statisticlie ne confermano la validità, la faccenda dei pantaloni ha perso in ogni caso parecchio significato perché gli uomini non li portano più bianchi come facevano in passato nelle notti di San Giovanni e inoltre fare l'amore sull'erba è diventata una cosa piuttosto scomoda specie quando quasi tutti i giovani dispongono della camera in proprio e in ogni caso negli alberghi nessuno chiede più i documenti. Walter Rosboch Per la vigilia (li San Giovanni c'è anche la lesta dell'altiero con danzo

Persone citate: Svedberg, Walter Rosboch

Luoghi citati: Stoccolma, Svezia