Aumentano benzina e forse imposte per evitare che la lira sia svalutata di Emilio Pucci

Aumentano benzina e forse imposte per evitare che la lira sia svalutata Aumentano benzina e forse imposte per evitare che la lira sia svalutata La «super» salirà ad 40-41 mila miliardi - almeno 700 lire il litro - Invalicabile per il deficit pubblico la soglia dei Il problema più difficile da risolvere resta quello della scala mobile ROMA —.Ancora 48 ore di febbre elettorale, poi governo e forze politiche dovranno volgere nuovamente lo sguardo verso i gravi problemi economici del momento. La lira è al limite della resistenza, l'attività produttiva incomincia a dare segni di cedimento e l'inflazione continua a crescere in misura allarmante. Senza tempestivi interventi, prima cioè delle vacanze estive, si rischia a settembre una crisi di enormi proporzioni, come ha ammonito di recente il governatore della Banca d'Italia, Ciampi. Da Palazzo Chigi si assicura die il voto dell'8-9 giugno non Ita distratto da questi pericoli e che entro la fine del mese saranno gettate le basi per una politica economica capace realmente di incidere sui nodi strutturali del siste7na. Sempre entro giugno dovrebbero essere decisi i primi interventi, alcuni dei quali certamente impopolari, come il nuovo rincaro della benzina (la «super» salirà ad almeno 700 lire il litro) e di altri prodotti petroliferi. Fulcro di tutta la manovra sarà comunque il nuovo programma di sviluppo, . edizione aggiornata del famoso (ma rimasto sempre nel cassetto) «Piano Pandolfi», che dovrà fornire le direttive di fondo per l'azione di «rientro dall'inflazione». Questi, in dettaglio, gli impegni più urgenti che il governo si prepara ad affrontare. Piano economico. Con il documento si vuole, in pratica, riprendere in mano il quadro economico generale, indicando gli obiettivi che avranno carattere di vincolo per tutti. Si guarderà, in particolare, alla bilancia dei pagamenti, al costo del lavoro, agli interventi in settori chiave, come l'energia, l'edilizia e l'agricoltura. Il tutto nell'ottica di mantenere quest'anno il deficit pubblico entro il limite «invalicabile» dei 40-41 mila miliardi di lire. «Se passiamo questo tetto — avverte il ministro del Bilancio La Malfa — dovremo tagliare le spese o accrescere il prelievo fiscale». Inoltre, dovrà essere indicato il modo come combattere l'inflazione, senea compromettere lo sviluppo e l'occupazione. Resta da vedere se questo piano potrà davvero divenire operativo oppure rimarrà, come i precedenti! un lodevole libro dei sogni. Benzina. La scottante questione del rincaro è stata fatta slittare al dopo elezioni, ma ora non è ulteriormente rinviabile, anche per non provocare il consueto carosello di voci, smentite e controsmentite, che, alla fi- ne, provoca imboscamenti e cacce affannose alle pompe. Il Cip (Comitato interministeriale prezzi) già questa settimana potrebbe ritoccare, sulla base del nuovo metodo, la «super» di una ventina di lire il litro. Analoga sorte tocdterebbe anche agli altri prodotti petroliferi. Questi aumenti troverebbero giustificazione nei cresciuti costi sostenuti dalle compagnie per produrre benzina, gasolio e oli combustibili. Nel giro di qualche mese, però, la «stangata» petrolifera potrebbe assumere dimensioni vistose qualora la conferenza dell'Opec (Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio) in corso ad Algeri, dovesse alzare ulteriormente i listini del greggio. E in questa eventualità, come prima misura, il prezzo della benzina potrebbe subire un ritocco non più di 20 ma di 30 lire il litro. Scala mobile- e fiscalizzazione. Per debellare il male inflazione, gli economisti più autorevoli predicano da anni un raffreddamento degli scatti di contingenza, attraverso una revisione dei meccanismi della scala mobile. Ma questo, per il sindacato, è un argomento-tabù, e allora si dovrà ripiegare su altre misure, come quella di procedere ad una graduale fiscalizzazione (a carico cioè dello Stato) degli oneri impropri (malattia, fondo disoccupazione eccetera) die gravano attualmente sulle imprese, per un totale di 7000 miliardi. Lo Stato, però, dovrà far rientrare questa cifra da qualche altra parte. Di qui il pericolo die, senza drastici tagli agli sprechi (impresa finora rivelatasi ardua), si finisca con l'inasprire le imposte, nonostante le assicurazioni di senso contrario. Emilio Pucci

Persone citate: Ciampi, La Malfa, Pandolfi

Luoghi citati: Roma