Liedholm chiede rinforzi dopo l'esperienza Usa di Mario Bianchini

Liedholm chiede rinforzi dopo l'esperienza Usa Liedholm chiede rinforzi dopo l'esperienza Usa ROMA — La Roma tira le somme della burrascosa trasferta in Canada e negli Stati Uniti, dove ha partecipato senza fortuna alla «Transatlantic Challenger Cup». La formazione di Liedholm, dopo aver iniziato il torneo con un meritato pareggio a Vancouver per 1-1, in seguito è stata battuta dai Cosmos di Chinaglia (3-5) e dal Manchester (2-3). Infine, nell'ultima partita amichevole disputata a Toronto contro i «Blizzard», in cui gioca l'ex juventino Francesco Morini, oltre la sconfitta per 1-2, c'è scappata una violenta zuffa che tra l'altro è costata l'espulsione a Bruno Conti e a Giovannelli. Nonostante gli insuccessi, sembra tuttavia che la Roma sia riuscita, sui difficili campi in tartan, a sviluppare un gioco piacevole, apprezzato dalla critica locale. 'Però non mancano le polemiche: rimane il grosso neo della perforabilità della difesa e del fragile sistema nervoso (messo in mostra in tutti gli incontri), pericoloso tallone d'Achille per una squadra che dovrà disputare la Coppa delle Coppe. Al rientro in Italia, da Toronto, i glallorossi erano attesi dal presidente Viola il quale, pur esprimendo nella premessa parole di giustificazione, ha fatto balenare punizioni che non dovrebbero tardare a scattare, secondo le nuove regole disciplinari instaurate dallo stesso presidente fin dalla scorsa stagione. «Non credo che si possano trarre conclusioni esageratamente negative — ha dichiarato Viola — per i prossimi impegni internazionali della Roma. La squadra è partita subito dopo la conquista della Coppa Italia portandosi dietro lo stress e la fatica della tiraUssIma partita disputata contro il Torino. Non era stato ancora smaltito il viaggio, durato 18 ore, quando i giocatori hanno dovuto affrontare il Vancouver. I campi in plastica, la diversità dei fusi orari e di clima, hanno fatto il resto. Nello stesso tempo, però, se dal rapporto degli accompagnatori emergeranno disubbidienze al codice concordato all'inizio del campionato, i colpevoli non potranno evitare le sanzioni. Qualunque sia la causa, non ammetto che i giocatori della Roma cedano all'ira quando sono in campo». — Sul piano tecnico cosa ha significato questa trasferta? «Innanzitutto è stata positiva per mettere a contatto gli atleti con il clima internazionale . che dovremo affrontare con il torneo di Coppa». — SI dovrà pensare anche al rafforzamento dela squadra. «Certo, inizieremo fin da domani insieme con Liedholm. Come ho già accennato nei giorni scorsi, il nostro orientamento è quello di gettare le basi per una forte formazione tutta italiana. Lo straniero potrebbe essere la ciliegina su una torta nostrana». — Sembra di capire che la Roma potrebbe anche non acquistare lo straniero. «Non è da escludere questa soluzione — ha replicato Il presidente destando un certo stupore —, nessuno ce lo Impone. In una squadra, i giocatori stranieri possono avere un peso notevole. Uno solo, specialmente con i prezzi che corrono, costituisce un lusso in più». Liedholm, sul tema della campagna acquisti, ha «fat¬ to catenaccio» pur concordando con Viola su una Roma rafforzata innanzitutto con giocatori italiani. Però vuole anche lo straniero. Lo chiederà al presidente. L'allenatore ha preferito parlare più diffusamente della trasferta americana, facendo capire implicitamente che era rimasto soddisfatto del terzino Romano, concesso in prestito dall'Avellino, e che quasi certamente potrebbe essere il primo acquisto della società giallorossa. «Abbiamo disputato il torneo in funzione della Coppa delle Coppe — ha dichiarato il tecnico svedese —. Giocando sempre in casa a volte non emergono certi problemi che vanno affrontati seriamente per rientrare con dignità in campo Internazionale». — Non siete riusciti a conquistare una vittoria, cosa è accaduto? Liedholm ha risposto all'imbarazzante domanda chiamando in causa anche lui i campi costruiti con materiale sintetico: «Occorrerebbero due mesi di addestramento. I miei giocatori sembravano pesci fuor d'acqua». Non le è sembrato che la Roma attuale si sia dimostrata troppo debole sul piano psicologico per affrontare incontri internazionali? «I nostri avversari, fra i quali giocavano scozzesi e inglesi, hanno cominciato a caricare duramente il nostro portiere Tancredi. Da li sono nati gli incidenti. Ci hanno teso la trappola della provocazione puntando sul nervosismo che si andava, diffondendo fra i romanisti. Però devo anche muovere un appunto ai miei atleti. Nel ciima Internazionale bisogna abituarsi a certe situazioni, altrimenti non si fanno grandi passi avanti. In Coppa delle Coppe dovremo stare attenti. Spero che I giocatori abbiamo imparato la lezione. Ma se vogliamo fare un salto di qualità, dovremo trovare anche un assetto tecnico più valido». Liedholm è convinto che si può mettere su una bella squadra «indigena», ma conta molto su quella «ciliegina» straniera cui ha accennato il presidente. Lo svedese non trascura alcun dettaglio: desidera a tutti i costi far bella figura in Coppa. Mario Bianchini

Luoghi citati: Canada, Italia, Roma, Stati Uniti, Usa, Vancouver