Il raduno degli acciugai nella loro valle d'origine

Il raduno degli acciugai nella loro valle d'origine Dalla Val Maira sciamano per l'Italia Il raduno degli acciugai nella loro valle d'origine Sono montanari e da circa duecento anni si dedicano alla vendita del pesce salato - Sono ambulanti e frequentano i vari mercati DAL NOSTRO INVIATO DRONERO — Le acciughe migliori? Quelle pescate nel Goito di Biscaglia. Il periodo più propizio per la conservazione? L'inizio di primavera, mettendole sotto sale possibilmente prima delle sei del mattino. Ieri a Dronero. capoluogo delle 1 orfane elettorali di Giovanni Giolitti, in un ambiente completamente diverso da quello dove vivono le acciughe si sono esaltati i pregi di questo umile pesce azzurro il cui uso è da sempre presente nella gastronomia titolata come sulle mense popolari. Perchè? L'occasione per parlare con simpatia delle acciughe è venuta dal raduno nazionale degli acciugai che essendo tutti, o quasi, originari della valle Maira — qualcuno proviene licrò dalle borgate della vicina Castelmagno — hanno scelto questa cittadina come un ritorno alle radici della grande famiglia di ambulanti cui si sentono legati per tradizione, commercio e vincolo affettivo. Fondata due anni fa l'Avalma (Associazione venditori acciughe valle Maira) riunisce dovunque si trovino i discendenti di coloro che all'inizio dell'800 scesero fino al Mare Ligure scambiando formaggi e tela tessuta dalle donne nelle lunghe veglie invernali con barilotti di pesciolini salati che poi vendevano lungo la strada del ritorno. E poiché il commercio delle acciughe rendeva bene divenne l'attività principale di interi paesi montani. Gli acciugai delle valli Maira e Grana, prima col carretto tirato a mano poi con i banchi, lissi degli ambulanti, in circa duecento anni sono sciamati in Piemonte, Lombardia. Veneto e Emilia. I discendendi di quei pionieri sono ora già arrivati in Toscana e si spingono sempre più a Sud. Alla festa di ieri sono arrivati in oltre 200. tutti con i cognomi tipici di queste zone: Salomone. Rovera. Bianco. Olivero. Isaia, Inaudi. Demaria, Fresia. C'era anche un gruppetto di acciugai venuti da Marsiglia, i Rovera originari di Margherita di Dronero. La banda musicale di Castelletto Busca ha accompagnato il corteo, preceduto dal labaro dell'associazione, per le strade della città sino al «villino., dove erano in attesa il sindaco di Cuneo. Guido Bonino (ha confessato suscitando ovazioni che in campagna elettorale si nutre per lo più con panini a base di acciughe), il presidente dell'Unione commercianti. Giovanni Delfino, l'assessore al Commercio. Giraudo. Tra le molte adesioni segnalate dal segretarie uei sodalizio Giuseppe Beltramo, di Cuneo, anche quella del ministro dell'Industria. Bisaglia. «Il nostro obiettivo — ha spiegato il presidente nazionale Mario Delpui, di Asti — è di arrivare ad un gruppo nazionale di acquisto delle acciughe per favorire la categoria;. Giovanni Delfino ha annunciato che i com¬ mercianti del Cuneese saranno onorati di avere un rappresentante degli acciugai nel direttivo provinciale. «E dire — confida con orgoglio Giuseppe Beltramo — clic fino a pochi anni fa, forse perché ambulanti che trattano una merce povera, non ci cousideravatio nemmeno». Giovanni Olivero, un montanaro trapiantato a Casale, dove ha un banco al mercato coperto di via Piccarolo, riassume cosi l'epopea degli acciugai della valle Maira: -Prima della guerra mio padre campava tirando il carretto su e giù per le colline del Monferrato. Io ho seguito la sua strada fermandomi però in città. Mio figlio Massimo studia ragioneria, forse con lui la tradizione si interrompe ma temo che se vorrà mangiare più che il diploma gli serviranno le acciughe». Gianni De Matteis