Il cinema, quel sovversivo di Gianni Rondolino

Il cinema, quel sovversivo La filosofia dei «figli dei fiori» Il cinema, quel sovversivo Amos Vogel: «Il cinema come arte sovversiva», ed. Studio Forma, pag. 274, ili., lire 16.000. Il cinema è un'arte sovversiva? O meglio, il cinema è ancora 'un'arte sovversiva in una società in cui la straordinaria e capillare diffusione dei mass media ha svuotato in larga misura le capacità sovvertitrici dell'immagine e il suo alto potere di demistificazione sociale? Sono domande che si pone il lettore di questo libro di Amos Vogel, Certamente, dall'immagine semovente dell'arrivo d'un treno in stazione, che sconvolse gli spettatori del primo film di Lumière nel 1895, a quella dell'occhio sezionato da una lama di rasoio, che scandalizzò nel 1929 il pubblico che assistette alla proiezione di Un chien andatoti di Buììuel e Dalì, sino alle immagini di sesso e violenza dei film contemporanei, pornografici e no, 11 cinema continua a mantenere un suo potere di scandalo e provocazione; che invano le varie censure tentano di controllare e ridurre. Ma si tratta ancora e sempre di vera sovversione dei valori costituiti? Davvero il cinema riesce a liberare l'uomo contemporaneo dai più logori legami col passato, a renderlo «adulto»? C'è di che dubitare. Non ne dubita invece Vogel che, scrivendo questo libro nel 1974 sull'onda contestatrice del '68 e accettando la filosofia marcusiana dei « figli dei fiori», fa d'ogni erba un fascio. La/sua tesi, ideologicamente e politicamente confusa, è che l'avanguardia nella sua accezione più generale e generica, da Dada e dal surrealismo sino ai neoavanguardisti degli Anni 60 e 70, senza trascurare il cinema sovietico prestaliniano, il neorealismo italiano, i comici americani o i dissenzienti dei paesi socialisti, è in ogni caso portatrice di sovversione e indirizzata verso una totale liberazione dell'uomo da quei condizionamenti ideologici e morali che ne hanno impedito per millenni la più genuina e compiuta manifestazione. In quest'opera liberatoria e sovvertitrice l'immagine cinematografica, qui documentata in oltre trecento fotografie di film di ieri e di oggi (che non sempre il lettore italiano riesce a individuare perché non se ne dà il titolo originale o quello italiano corrispondente), dovrebbe costituire il mezzo più efficace. Anzi Vogel dettagliatamente ci se- gnala, in un lungo elenco arbitrario quanto incompleto, quei film, non importa se erotici o politici, d'avanguardia o spettacolari, progressisti o reazionari, che secondo lui hanno contribuito a questa liberazione dell'uomo. Ne vien fuori un panorama naturalmente confuso e fuorviante, che tuttavia ci fa riflettere sulla «sovversione» intrinseca allo spettacolo ci-1 nematografico. Sicché questo materiale, raccolto e illustrato, potrebbe costituire la base per uno studio attento e approfondito sulla natura sovversiva dell'immagine filmica Gianni Rondolino

Persone citate: Amos Vogel, Dalì, Vogel

Luoghi citati: Dada