Negato per ora il figlio alla ragazza di Genova

Negato per ora il figlio alla ragazza di Genova Il tribunale ha respinto il ricòrso Negato per ora il figlio alla ragazza di Genova Il bambino, tre anni, è in «pre-adozione» in una famiglia - Presentato appello GENOVA — Il tribunale dei minorenni di Genova, dopo breve riunione in camera di consiglio, ha deciso ieri mattina di respingere il ricorso presentato da Diana Biancucci, sedicenne, col quale la ragazza chiedeva di poter ottenere il riconoscimento del proprio figlio, Mirko di 3 anni. L'accoglimento dell'istanza avrebbe dovuto costituire il primo passo nell'«iter» burocratico necessario per vedere riconosciuto il diritto ad avere con' sé il bimbo, che per ora è affidato a una famiglia in «pre-adozione». Si è conclusa cosi, in modo sfavorevole a Diana Biancucci, questa prima parte di una triste vicenda iniziata alcuni anni fa. La giovane, poco più che tredicenne, si era innamorata di un compagno di scuola e dalla loro relazione era nato Mirko. A causa dell'età Diana non aveva potuto riconoscere il piccolo e per diversi motivi era «saltato» anche il matrimonio che avrebbe messo a posto ogni cosa. Il bambino, dopo aver vissuto per qualche tempo con la mamma in casa dei nonni, era stato affidato dal tribunale a una famiglia in «pre-adozione». Nell'udienza di ieri la giovane —assistita dall'avvocato Luigi Carbonaro — era convinta di riuscire a spuntarla tanto più che lo stesso pubblico ministero si era espresso per raccoglimento del ricorso. Inoltre Diana Biancucci ha un lavoro (parrucchiera in un negozio del centro di Genova) e questo era un argomento ritenuto decisivo per una soluzione a lei favorevole «Sono serena» aveva detto ieri mattina prima di entrare nell'aula del tribunale dove è stata sentita dai giudici, assieme al padre del bimbo e ad alcuni parenti. L'avvocato Carbonaro ha preannunciato che presenterà appello. A Diana sono giunti moltissimi telegrammi di solidarietà e un giovane sta facendo da alcuni giorni lo sciopero della fame nel pomeriggio di ieri alla stazione Centrale di Milano il presunto terrorista di Prima linea Felice Pietroguido di 29 anni nativo di Celenza sul Trigno, in provincia di Chieti, colpito da ordine di cattura della procura della Repubblica di Crema in quanto responsabile di concorso in duplice tentato omicidio nei confronti di un brigadiere e di un carabiniere. L'episodio risale al 1° febbraio del 1979 allorché il Pietroguido, insieme ad altri due terroristi, Antonio Marocco e Daniele Bonato, recentemente evasi dal carcere di San Vittore ma subito dopo ricatturati, apri il fuoco contro una pattuglia di carabinieri che aveva fermato il terzetto ad un posto di blocco. In quella circostanza il Bonato e il Marocco furono catturati poco dopo, mentre il Pietroguido riuscì a far perdere le proprie tracce.

Persone citate: Antonio Marocco, Bonato, Carbonaro, Daniele Bonato, Diana Biancucci, Luigi Carbonaro

Luoghi citati: Celenza Sul Trigno, Chieti, Crema, Genova, Marocco, Milano