Nel processo Malizia Andreotti smentisce vertice su Giannettini

Nel processo Malizia Andreotti smentisce vertice su Giannettini Ma il giornalista Caprara conferma Nel processo Malizia Andreotti smentisce vertice su Giannettini «Non ci furono riunioni per decidere di nascondere ai giudici che era un agente del Sid» POTENZA — «Che io sappia, a Palazzo Chigi, non si è mai parlato della questione riguardante Guido Giannettini». Con questa dichiarazione l'ex presidente del Consiglio Giulio Andreotti ha smentito ieri a Potenza, nel corso del processo per falsa testimonianza contro il gen. Saverio Malizia, d'aver detto al giornalista Massimo Caprara che sull'argomento lo intevistò l'8 giugno del '74, che a Palazzo Chigi ci fu una riunione, tra la fine del giugno '73 e l'inizio del luglio successivo per discutere della decisione di non rivelare al giudice istruttore di Milano che Giannettini era un agente del Sid. Subito si è parlato dell'intervista che Andreotti fece l'8 giugno del '74 con Massimo Caprara. «Ebbi con il giornalista una lunga conversazione l'S giugno del '74 e parlando del procedimento a Milano per la strage di piazza Fontana dissi che era stato un grande errore opporre il segreto al giudice istruttore D'Ambrosio per quanto riguardava Giannettini. Non parlai però di una riunione a Palazzo Chigi perché non sapevo se ci fosse stata». Andreotti ha detto che durante l'intervista si parlò dell'inchiesta sul Sitar e della commissione Alessi. «Io feci presenta a Caprara che allora l'opposizione del segreto spettava al presidente del Consiglio. Di conseguenza ritengo che si sìa ingenerata nel giornalista una certa confusione e che abbia pensato che ci fosse stata una riunione anche per il caso Giannettini. Ripeto co-, munque, per la verità, che io di riunioni non ne parlai. Non ricordo se fui io o fu Caprara ad introdurre il discorso sulla commissione Alessi. L'oggetto della discussione riguardò la mancata esecuzione di quanto tale commissione aveva deciso e cioè: riorganizzazione dei servizi segreti, distruzione dei fascicoli abusivi, nuova normativa del segreto politico militare». Quando l'intervista apparve Andreotti ha detto d'aver notato parecchie imprecisioni e perciò mandò una lettera a Caprara. Pubblico ministero: quando fu intervistato da Caprara lei aveva già deciso di rivelare la questione Giannettini. Perché non ne parlò con Miceli? Andreotti: «Ritenni che non fosse necessario; inoltre non ero sicuro che ne avrei parlato con Caprara. Ritener vo comunque che bisognasse troncare gli indugi e dichiarare pubblicamente che cosa era stato Giannettini in'seno al Sid. Quando ho parlato di grave errore a proposito della copertura datagli mi riferivo alla decisione e non a chi l'avevapresa». Diametralmente opposta rispetto a quella di Andreotti la deposizione di Caprara, che ha confermato l'intera intervista e tutto ciò che Andreotti aveva smentito. « Tutto quello che ho detto nell 'articolo—ha detto — corrisponde a quanto dichiaratomi, senza aggiunte, senza omissioni, senza interpretazioni».

Luoghi citati: Milano, Potenza