Carta verde: l'Italia respinge le accuse Cee di Ezio Minetto

Carta verde: l'Italia respinge le accuse Cee La bimba morta per la sindrome di Lyell È come una tragica ustione il morbo della pelle cotta Una necrosi tossica fa cadere parti di cute A leggere sul giornale che si può morire, a 12 anni, di una strana malattia — detta «sindrome di Lyell» — che fa «perdere la cute» e provoca il «distacco spontaneo di alcune parti del corpo», si prova infinita pena per quella povera bimba: e subito dopo, dentro di noi un attimo di egoistico sgomento. Come può capitare, e a chi? E' davvero possibile una malattia persin più devastante e mutilante della lebbra e per di più, acuta e fulminea come neppur la lebbra sa essere? Quando, per giudicare, sia pur da lontano, si abbiano sufficienti indizi (e non solo dei «si dice») le cose, quasi sempre, finiscono per trovare il giusto nome e la plausibile (e quindi relativamente più accettabile spiegazione. La malattia che Alan Lyell ha descritto nel 1956 fa parte di un gruppo di «piodermiti acute bollose generalizzate» che possono davvero arrivare a provocare, in modo acuto e irruente, il distacco e la caduta di larghe aree di epidermide con aspetto «scottato» o «sbollentlto». Origine allergica (con brutale risposta immunitaria)? Infezione precedente? L'invasore — poiché è chiaro che si tratta di grave infezione visto che la malattia è altamente febbrile e tossica —ha la triste firma dello «stafilococco aureo» (generalmente il tipo 71): e l'arma dell'attacco batterico sta proprio nella produzione di «esotossine esfoliative» capaci di scollare l'epidermide dai suoi strati profondi."-. &l i E' chiaro che —anche senza scomodare l'asserito «distacco di parti del corpo» — tutto questo è largamente sufficiente a far correre acutissimo risctno~vitate (per l'insulto tossico ai reni al cuore, al cervello che deriva dalla larghissima superficie d'impianto dell'infezione). Detta anche «malattia della pelle cotta», la «sindrome di Lyell» (rara) è quindi una necrosi tossica stafilococcica generalizzata dell'epidermide che attraverso unaprimafase «dichiarata» di localizzazione a larghe bolle cutanee può arrivare a denudare — come la peggiore delle estese ustioni infette — le più ampie superfici cutanee. E allora, tocca a chi tocca, anche se raro; questo rischio: oppure, all'inizio, c'è modo di stare più attenti? Per fortuna, prima di farsi esplosive e generalizzate, le malattie hanno quasi sempre un segno o un avviso. In questo caso è a partire da una localizzata «piodermite» — trascurata infezione cutanea —che può scattare (facilitata da fattori costituzionali immunoallergici?) l'eccezionale e «imprevedibile» dilagare dei sintomi. Ezio Minetto

Persone citate: Alan Lyell