Dove l'amore aiuta a guarire

Dove l'amore aiuta a guarire Visita al Centro per handicappati costruito da a Specchio dei tempi» Dove l'amore aiuta a guarire Lusinghiero bilancio dei primi sei mesi di attività nella linda palazzina di via Tollegho - Settantacinque famiglie hanno affidato i loro bambini alle fisioterapiste - Materassi, dondoli, spalliere, panchine e giochi sonori per le cure Ha cominciato a pulsare sei mesi fa il Centro sociale diventato ormai il cuore del quartiere Barriera Milano. La linda palazzina di via Leoncavallo angolo via Tollegno ha appena sei mesi di vita, ma è già un punto di riferimento d'obbligo per la popolazione di questa e delle altre zone limitrofe. Un gioiello offerto da «Specchio' dei tempi» al Comune, alla città, costato 461 milioni frutto della solidarietà di migliaia di cittadini. Qui sorge uno dei più moderni ambulatori per gli handicappati, qui sono ospitati ì servizi socio-sanitari del quartiere, qui si viene per curarsi, discutere, stare insieme. Qui si viene anche per alimentare una speranza, quella di veder recuperati e migliorati bambini e ragazzi nati con handicap fisici o psichici più o meno gravi. Settantacinque coppie di genitori si sono rivolte in questi sei mesi al Centro. 1 loro figli, da zero a 14 anni, hanno difficoltà di ambulazione, di linguaggio, di articolazione, di udito. Oltre che da Barriera di Milano sono venuti da altri S quartieri cittadini per ahmentare la speranza di veder recuperati gli handicap originari I risultati sono evidenti. Spiega una fisioterapista: «I bambini handicappati devono essere curali il più precocemente possibile. Più si aspetta a portarli in centri come questi e più diffìcile diventa il loro recupero» beco Angela, 3 anni, bisognosa di rieducazione motoria. L'attendono in uno speciale box due fisioterapiste. Ridono, scherzano tutte e tre. La rieducazione è più che altro un gioco Angela, scalza, su un materassmo, deve raggiungere un gioco posto a qualche metro da lei Deve muoversi a «quattro zampe» alternando braccia e là nbe secondo le indicazioni asili fisioterapista. Ma la bambina icnde a spostarsi a balzi, come un grillo, le viene naturale E sa anche che quando fa il movimento sbagliato, viene scherzosamente rimbrottata dall'insegnante. Ma lei, si diverte ai rabbuffi "bonari, quasi ci prende gusto, esplode in risatine con l'urlo. Quando riesce a muoversi con la cadenza regolare, guarda premurosa la fisoterapista perché si aspetta immediate coccole come premio. Si fa coccolare con gusto, poi torna a sbagliare. Negli intervalli eccola alle prese con una grossa palla colorata, salta sopra, si lascia dondolare. E' la volta dei birilli da afferrare, da lanciare, prima uno giallo, poi un altro rosso. Eccola sulle ginocchia della fisioterapista a sentire una canzoncina per distrarla quando Angela chiede «Papà dov'è?». Si va avanti cosi per un'ora, il tempo medio per ogni lezione. «I locali sono spaziosi — s—mpcp spiegano le due fisioterapiste — e con l'arrivo la scorsa settimana del materiale richiesto, possiamo dire di essere a posto». Sono arrivati, offerti da «Specchio dei tempi», palloni, cunei, materassi, dondoli, spalliere, panchine, giochi sonori. tpnsp Il Centro riesce ad esaudire tutte le domande? «Facciamo il possibile in rapporto al personale». Nel Centro operano due fisioterapiste, un'assistente, due psicomotriciste, una fisiatra, una logopedista. Sta entrando in funzione proprio in questi giorni anche il centro audiolesi. Ma la palazzina, progettata nei primi Anni Settanta e ultimata alla fine dello scorso anno grazie ad una rete di solidarietà di progettisti e operatori economici in collaborazione col Comune che ha messo a disposizione l'area, ospita tutta una serie di servizi: neuropsichiatria infantile, consultori pediatrico e familiare, unità di base, infermeria, sala incontro per anziani. L'handicappato non si sente estraneo alla comunità, le iniziative si integrano. E' il concetto base della struttura. Diceva il sindaco Novelli, alla vigilia di Natale dello scorso anno, in occasione dell'inaugurazione: «Finalmente una cosa buona, una notizia positiva: questo Centro nato per curare e prevenire il male, per inserire nella società chi soffre, è il più bel regalo di Natale che la città poteva ricevere dal suo giornale». A distanza di sei mesi le parole del sindaco confermano la validità dell'iniziativa. La pianticella posata grazie alla generosità dei lettori de «La' Stampa» sta crescendo rigogliosa. E' la pianticella della speranza, il monumento della solidarietà. Con affetto e pazienza le fisioterapiste aintan<r nella riabilitazione i piccoli ospiti del Centro costruito dai nostri lettori

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