A Torino i fantaedifìci di Niemeyer l'architetto che «inventò» Brasilia di Angelo Dragone

A Torino i fantaedifìci di Niemeyer l'architetto che «inventò» Brasilia Il palazzo della «Fata» e la nuova grandiosa sede della «Burgo» A Torino i fantaedifìci di Niemeyer l'architetto che «inventò» Brasilia Le due opere realizzate dal celebre urbanista saranno pronte nell'autunno del 1981 zccqcatmTORINO — E' di solito in questa stagione che Oscar Niemeyer, 1'«inventore» di Brasilia, lascia il suo Paese, in cui si è aducato all'architettura con una formazione culturale europeizzante, per attraversare gli oceani, andando la dove lo chiamano le sue opere. Quest'anno, sbarcato in Europa, ha subito puntato su Torino dove è ormai presente con due realizzazioni: il palazzo per uffici direzionali della «Fata» (un'azienda che produce, tra l'altro, sistemi automatici di trasporti interni c magazzinaggio), da poco ultimato vicino a Pianezza, e, presso San Mauro, in regione Pescarilo, già tutta delineata nelle sue strutture in cemento armato, ad opera della Mondadori Engineering e dell'impresa Minotti di Milano, la nuova sede delle cartiere «Burgo» che vi si dovrebbero trasferire nell'autunno del prossimo 1981. La visita ufficiale a quest'ultimo cantiere era in programma per l'altro ieri mattina, ma appena giunto a Torino, lunedi pomeriggio, l'architetto brasiliano ha voluto andarvi per conto suo. Ed è stata, dicono i tecnici, una visita meticolosa, attenta ad ogni particolare. Niemeyer non lascia mai nulla all'improvvisazione, nemmeno nelle rifiniture, come può essere la scelta della superficie (levigata o lavorata alla martellina più o meno fine) per i candidi pannelli prefabbricati che si alternano alle finestrature lungo l'intera corona esterna del piano uffici: una sorta di ruota dentata disposta orizzontalmente, tra un seminterrato, riservato ai servizi generali, e il secondo piano fuori terra che, ridotto di diametro (30 metri contro gli 88 che la costruzione raggiunge), è destinato agli uffici direzionali. Niemeyer è tornato a San Mauro l'indomani sul tardi, col presidente della «Burgo» Lionello Adler e con Giorgio Mondadori, di cui l'architétto è «consocio» nell'impresa, incontrandovi gli esponenti dell'amministrazione civica che hanno avuto parole di apprezzamento per l'armonioso inserirsi di una architettura pur di eccezione, come è questa, nell'ambiente naturale, aggiungendo, il vicesindaco Buemi. con non celato orgoglio: Torino ha la Mole Antonelliana, San Mauro il suo Nieineyer. «In Italia, riconosce d'altra parte il maestro brasiliano, ho trovato le migliori 'opportunità per il mio lavoro e collaboratori eccellenti, come Posso per la "Mondadori" di Segrate, Gennari per la "Fata", Matterie per la "Borgo", ed .anche amicizia. Questo è importante perché l'architetto non lavora solo. E 'quando qualcuno dice die ciò che si è fatto è bello, l'elogio va anche a tutti loro e alle maestranze con le quali si è lavorato spalla a spalla». Per sé, edme progettista, Niemeyer rivendica la «massima libertà», forse perché ha coscienza del proprio impegno nel realizzare qualcosa che deve rispondere alle esigenze altrùi che non sono del solo committente, né soltanto tecniche. Con un lungo passato di creatore di edifici e d'una intera capitale, Brasilia, inaugurata vent'anni fa (21 aprile 1960), facendola sorgere da una sorta di deserto nel cuore, isolato, del suo Paese, può meravigliare che Niemeyer abbia lasciato il cantiere della «Burgo» dicendo che «la cosa più importante non è l'architettura, ma la vita». Dava tuttavia cosi un più vigoroso chiaroscuro a tutto il discorso sviluppato in precedenza sull'architettura e il suo significato nella società contemporanea, sui modi di un moderno costruire tenendo conto delle più avanzate tecnologie (con largo uso di prefabbricato e precompresso), ma insieme delle esigenze dell'immaginazione, in una prospettiva umana e sociale cui si deve sempre ricondurre ogni cosa, Niemeyer ne ha fatto la prova con Brasilia e l'ha denunciato durante i festeggia menti nel decennale della città, in un memorabile, corag gioso discorso tenuto già sotto la dittatura che nel '64 aveva assunto il potere : «Se è stalo difficile realizzare Brasilia —disse allora—ancor più difficile è stato difenderla in questi dieci anni. E ancora una volta mi ricordo.- la città che sorgeva come una forza della natura. Ma un giorno Brasilia venne inaugurata. E sono arrivati i padroni della terra, dei soldi, dei privilegi e con le loro vecchie criticlw ri-> cominciarono... Solo il nostro fratello più umile si è ammutolito nella sua baracca, nella sua immensa e secolare povertà, venendo Brasilia come un sogno perduto». Niemeyer lo sa e lo ripete ancora: «Non saranno gli architetti da soli a realizzare un mondo migliore». A loro toccano scelte di carattere fun- hsdmpNs zionale ed estetico; di formeche rispondano alle attese dichi deve vivere e lavorare inquegli uffici che possono an-che essere belli, ma devonoancor prima servire lliomo. La piahta circolare adotta-ta per la nuova •■Burpo... spie-ga 1'architetto, e quella chemaggiormcnte avrebbe favo-rito le comunicazioni tra i di- versi uffici e cosl con la dire- zione sovrastante. I collega- menti verticali disposti al centro, come i servizi rag- gruppati in quattro colonne diametralmente collegate con i vari piani hanno consentito di realizzare, in una larga co- rona circolare, un vero e pro- prio giardino disposto tra la grande hall'centrale e gli uffi- ci. c.ui si offrira un autentico paesaggio. In alto, quelli dire zionali si apriranno su un «patio», con un arioso motivo ad archi, al di la del quali un lato della costruzione guarde ra la collina e Superga: radi cando sulle rive del Po un'im magine che Niemeyer vi ha portato da lontano. Angelo Dragone Torino. L'archilcJio Oscar Nictncycr (al ccnlro) cd alia sua dcslra Giorgio Mondadori: allc lore spallc la nuova sede in coslruzione dcllc carlicrc Burgo, nvl coniune di S. Mauro Torincsc